“La bacchetta magica” di Aurora Jelaš, diretta dalla maestra Sara Salvi, ha trionfato alla 51.esima edizione di Voci Nostre, il Festival della canzone per l’infanzia, svoltosi questa sera, domenica 4 dicembre, al Centro per le manifestazioni e la cultura di Cittanova. Alla canzone in rappresentanza della CI di Rovigno (parole e musica: Sara Salvi-Arrangiamento: Mauro Giorgi) è stato assegnato così il premio “Vlado Benussi”.
Il premio per il miglior testo invece è stato aggiudicato alla canzone “Nonni professori” (Parole e musica: Anna Francesconi – Arrangiamento: Leonardo Klemenc) interpretata da Francesco e Alessandro Paparella della CI di Capodistria – diretti da Edoardo Milani. Leopold Tanković e Mihael Krajcar della CI di Pola, diretti dalla maestra Ana Čuić Tanković, hanno intonato “Ci basta un pallone” (Parole: Ana Čuić Tanković – Musica: Bruno Krajcar – Arrangiamento: Saša Miočić), si sono portati a casa il premio per la miglior musica, mentre quello per il miglior arrangiamento è stato assegnato al brano presentato dalla CI di Albona, “Il ticchettio dell’orologio” di Aleksandra Licul e Sofia Keserović (Parole: Maura Miloš e Teo Biloslavo – Musica: Davor Kovačević – Arrangiamento: Leonardo Klemenc), diretti dalla maestra Sabrina Stemberga Vidak.
Il premio Simpatia assegnato dalla giuria composta dai ragazzi in rappresentanza delle CI partecipanti, è andato nelle mani di Noah Martinčić della CI di Matterada, con la canzone “Il sogno di un piccolo cowboy” (Parole di Vesna Jugovac Pavlović; arrangiamento di Edi Acquavita, diretta da Lučana Uljenik).
Il servizio completo sulla Voce in edicola lunedì, 5 dicembre, o in formato digitale. Clicca qui e abbonati.
Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.
L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.