Germania: deportare 16mila migranti in Croazia. Zagabria più collaborativa di Roma

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Germania: deportare 16mila migranti in Croazia. Zagabria più collaborativa di Roma
Un agente della Polizia croata al confine con la Bosnia ed Erzegovina, sulla cosiddetta rotta balcanica. Foto: Kristina Stedul Fabac/PIXSELL

Il 13 novembre 2024, un volo charter è decollato dall’aeroporto Franz Josef Strauß di Monaco di Baviera diretto a Zagabria. A bordo c’erano 15 passeggeri, cittadini di Siria, Afghanistan, Turchia, Giordania e Iran. Tra questi, una persona era stata condannata in Baviera per “ripetuto ingresso illegale” nella Repubblica Federale Tedesca, riferisce Deutsche Welle. Questo trasferimento è avvenuto sotto stretta sorveglianza della polizia tedesca, in conformità con il regolamento europeo Dublino III, che stabilisce che la richiesta di asilo deve essere gestita dal primo Paese dell’Ue in cui il richiedente è stato registrato.

Il volo non era segreto: le autorità bavaresi hanno informato il pubblico con un comunicato, menzionando anche altre deportazioni verso Paesi come Romania, Georgia, Albania, Moldova, Macedonia del Nord, Serbia e Kosovo. La Germania punta a intensificare il ritmo delle espulsioni di persone senza diritto di protezione, come dimostra l’aumento di voli verso destinazioni straniere.

Nel 2023, la Germania ha presentato 74.622 richieste di trasferimento a Paesi dell’Ue secondo il regolamento di Dublino. Tuttavia, solo 5.053 persone sono state effettivamente deportate. La Croazia e l’Italia sono stati i principali destinatari delle richieste, con 16.704 richieste alla Croazia e 15.749 all’Italia, ma la maggior parte non è stata accolta.

A differenza dell’Italia, che si oppone sistematicamente alle deportazioni fino all’entrata in vigore del nuovo Patto Ue su migrazione e asilo nel 2026, la Croazia si è dimostrata più collaborativa. Questo è stato ribadito durante un incontro del 29 agosto 2024 tra il ministro bavarese degli Interni Joachim Herrmann e il suo omologo croato Davor Božinović. Entrambi hanno sottolineato la necessità di affrontare le migrazioni illegali sulla rotta balcanica, elogiando gli sforzi della Croazia per proteggere i confini esterni dell’Ue, nonostante le accuse di respingimenti illegali e violazioni dei diritti umani.

Dal 1° gennaio 2023 al 30 settembre 2024, la Baviera ha effettuato cinque voli charter verso la Croazia, deportando un totale di 21 persone. A livello regionale, la Baviera conta 25.646 persone che avrebbero dovuto lasciare il Paese entro il 31 ottobre 2024, inclusi 460 cittadini croati condannati o membri di organizzazioni criminali.

Nonostante le nuove normative, il tasso di successo delle deportazioni rimane basso. Nel 2023, il 65,6% delle espulsioni pianificate non è stato eseguito a causa di fughe, ricorsi giudiziari o problemi logistici. Ad oggi, in Germania ci sono 226.882 persone con obbligo di lasciare il Paese, tra cui 128.355 richiedenti asilo respinti.

Il cancelliere Olaf Scholz ha promesso una “grande offensiva” per accelerare le deportazioni, ma i risultati sono stati limitati.

Il candidato presidenziale Bulj: «Non possiamo diventare un hotspot per i migranti illegali»

Miro Bulj, candidato presidenziale del partito Most, ha commentato duramente la notizia dei voli con migranti diretti in Croazia. Nella sua dichiarazione pubblicata sui social, ha scritto che la Croazia “non deve diventare un hotspot per i migranti illegali, tra cui ci sono anche terroristi”.

“Tutto ciò che ho detto sui migranti illegali ora si sta dimostrando vero. I voli non arrivano solo dalla Svizzera, ma anche dalla Germania e da altri Paesi dell’Europa occidentale. Solo lo scorso anno, la Germania voleva trasferire quasi 17.000 migranti in Croazia, tra cui persone condannate per ingressi illegali ripetuti nell’Ue”, ha scritto Bulj su Facebook.

Bulj ha poi puntato il dito contro il premier Andrej Plenković e il presidente Zoran Milanović, accusandoli di non aver adeguatamente protetto i confini croati. “Questa è la conseguenza delle frontiere aperte che né Plenković né Milanović hanno voluto difendere inviando l’esercito. Non è che non li abbia avvertiti: ho inviato lettere ufficiali, ma mi hanno deriso! Ora è sempre più chiaro che si tratta di un atto di tradimento”, ha scritto il sindaco di Signo (Sinj).

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