La festa di Milanović vista da «dentro»

Il racconto della nostra inviata

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La festa di Milanović vista da «dentro»
Zoran Milanović Foto: Igor Kralj/PIXSELL

Lunga vita alla Croazia per la Croazia che vogliamo, fedele alla madrepatria.” Queste sono state le parole conclusive dell’ex e neo-eletto presidente della Repubblica croata, Zoran Milanović, accolto sul placo di Tvornica Kulture – trasformata per l’occasione in suo quartier generale – una volta pubblicati i risultati di questo secondo turno di elezioni presidenziali.

Nella sala dove si sono riuniti i sostenitori di Milanović c’è un’atmosfera rilassata ed ottimista già dalle prime ore. Simpatizzanti di tutte le età – da bambini ad anziani – hanno pian piano popolato la location, che si è fatta sempre più gremita. Le bandierine della Croazia vengono sventolate a tempo di musica, tra un brano dei Queen e uno di Ilan Kabiljo, mentre i presenti degustano degli snack salati e bevono birra. Al passare del tempo, cresce anche il clima di entusiasmo.

Alla pubblicazione, poi, degli exit poll delle ore 19 – che hanno visto Milanović trionfare con il 77,86% delle preferenze – la sala scoppia in un coro di applausi, urla e strepiti. Lo stacco dall’avversario Primorac è netto, non ci sono più dubbi sulla vittoria. L’attesa è finita, si respira a pieno un clima di festa, che esplode definitivamente poco prima delle 21, quando Milanović – forte di una vittoria finale sopra il 74% e di un trionfo in tutte e 20 le contee del Paese – fa l’ingresso sul placo, accompagnato da sua moglie.

L’attesa al quartier generale di Milanović
Foto: Igor Kralj/PIXSELL

Grazie Croazia. Grazie Bosnia ed Erzegovina. Questo è un grande giorno per me, considero questa vittoria come un riconoscimento e un’approvazione del mio lavoro.” Sono queste le prime parole del presidente, che continua: “Questo è il messaggio plebiscitario del popolo croato a tutti coloro che dovrebbero ascoltarlo, e chiedo che lo ascoltino”, chiedendo ai presenti di fare “un grande applauso anche a tutti i membri ed elettori dell’HDZ. “

Mi atterrò alla Costituzione, questo è il mio programma. Non per autorità, ma per senso di dovere – prosegue Milanović -. Il mio dovere è essere pari al governo in materia di politica estera, perché è questo ciò che la Costituzione ci impone. La Costituzione impone anche la convocazione del Consiglio di Sicurezza Nazionale, che non viene convocato da tre anni, e non per mia volontà. Sarò inoltre il comandante supremo in materia di difesa e sicurezza, non uguale, ma primo in grado, perché così dice la Costituzione.”

La lotta non si ferma, è giusta, pulita e legale. Grazie ai croati in Bosnia ed Erzegovina e a quelli all’estero, grazie alle voci delle minoranze nazionali, questa è anche la loro patria e lo sarà per sempre” conclude.

Al volgere a termine della serata elettorale abbiamo chiesto ad Arsen Bauk, membro di SDP ed ex-ministro, di commentare il risultato “E’ una magnifica vittoria. Non mi aspettavo un superamento così netto del 70%” ci confida Bauk “Questa vittoria è un chiaro messaggio al Primo Ministro che i cittadini croati vogliono Zoran Milanović a capo dell’esercito croato e che cooperi con il governo nella politica estera e nella sicurezza del Paese.” Commentando il ruolo chiave di comando dell’esercito, Bauk ha dichiarato: “Penso che il presidente Milanović manterrà la stessa linea di politica per quanto riguarda il non coinvolgimento dell’esercito croato nel conflitto in Ucraina e spero che anche il governo rispetterà questa linea.” A proposito invece delle relazioni tra Croazia e Italia: “Italia e Croazia sono paesi vicini e hanno rapporti amichevoli e rimarranno così. Non ho mai percepito alcun attrito con l’Italia e con il governo Meloni e spero che la situazione rimanga tale.”

La corsa, apertasi lo scorso 29 dicembre con il primo turno, è giunta al termine. Si apre ora la seconda presidenza di Zoran Milanović, che continuerà ad essere uno dei protagonisti della politica e delle istituzioni del Paese per altri 5 anni.

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