
La Croazia è diventata un esempio da seguire nell’uso dei fondi dell’Unione europea. A dichiararlo è stato il segretario di Stato presso il Ministero per lo Sviluppo regionale e i Fondi UE, Domagoj Mikulić che ha presentato al Sabor il rapporto sull’utilizzo dei fondi europei per il periodo compreso tra il 1º luglio e il 31 dicembre 2023.
“La crescita di tutti gli indicatori finanziari nel periodo di riferimento è visibile, sono stati stipulati contratti per 14,6 miliardi di euro, i pagamenti complessivi ammontano a 10,52 miliardi di euro, mentre sono stati assegnati 9,61 miliardi di euro del totale dei fondi stanziati, il che significa che la Croazia è diventata un esempio positivo in ambito europeo”, ha detto Mikulić. In quanto a mezzi erogati dai fondi europei e di investimento, la Croazia occupa il settimo posto, mentre nel 2020 era al 27esimo, ha aggiunto. “Non c’è Comune o Città in Croazia dove non sia stato implementato almeno un progetto o investimento dell’UE che abbia migliorato il modo in cui viaggiamo, studiamo, riceviamo cure, ecc.”. Un trend così positivo e una nuova ondata di investimenti, ha sottolineato Mikulić, sono attesi anche nelle nuove prospettive finanziarie fino al 2027.
“Investiremo i fondi europei nello sviluppo delle città, nelle isole sostenibili e intelligenti, nella transizione industriale delle Regioni, nelle zone assistite e montane, cioè nello sviluppo regionale più equilibrato e per il miglioramento delle condizioni di vita e di lavoro”, ha affermato ancora il segretario di Stato.
Sanja Radolović (SDP) ha però messo in guardia sugli oneri amministrativi e sulle procedure troppo intricate per presentare domanda per i progetti da finanziare con i fondi UE e sulla lentezza nell’approvazione degli stessi. Per i deputati del Most non ci sono dubbi: i fondi europei hanno consentito la realizzazione di numerosi progetti. Ma, hanno sottolineato, non sono mancate attività illecite pertanto è necessario un maggiore controllo sull’utilizzo delle risorse.
Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.
L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.