La Corte europea dei diritti dell’uomo (CEDU) di Strasburgo ha reso pubblica una decisione oggi, giovedì 29 agosto, riguardante il caso dei fratelli Zdravko e Zoran Mamić, due condannati-latitanti che avevano avviato un procedimento contro la Croazia. Secondo quanto riferito dall’emittente N1, anche Milan Pernar, un funzionario fiscale che è stato processato con i Mamić, aveva presentato un ricorso. Tuttavia, Pernar è deceduto nel frattempo, ma i suoi eredi hanno acquisito il diritto di continuare il procedimento.
I ricorrenti sostenevano che i loro diritti a un processo equo fossero stati violati durante il primo processo tenutosi a Osijek, legato all’accusa di estrazione illecita di fondi dal club calcistico Dinamo Zagabria, nonché durante il successivo procedimento d’appello.
La Corte, tuttavia, ha respinto le loro richieste. Nella decisione, la CEDU ha evidenziato che il comportamento dei fratelli Mamić, che era stato considerato abusivo, si riferiva direttamente solo a uno dei diversi reclami sollevati ai sensi dell’articolo 6 della Convenzione europea dei diritti dell’uomo. La Corte ha inoltre rilevato che il comportamento dei Mamić mirava a manipolare e ostacolare seriamente il sistema giudiziario croato e a sfruttare il sistema di protezione dei diritti umani per ottenere benefici dal proprio comportamento abusivo a livello nazionale.
“La condotta dei fratelli Mamić deve avere conseguenze sull’ammissibilità delle loro richieste complessive”, ha affermato la Corte, citando anche precedenti decisioni come quella nel caso Safaryan contro l’Armenia.
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