
Uno dei colossi del tessile in Croazia, la Varteks, sta attraversando un periodo di estrema difficoltà e all’orizzonte sembrano addensarsi altri nuvoloni neri. Il Tribunale commerciale di Varaždin ha ricevuto la proposta di apertura di fallimento dal presidente del Consiglio di vigilanza della Varteks, Karl Koprek, nella quale vengono indicati come motivi della messa in liquidazione diversi pagamenti non eseguiti in un periodo superiore a 60 giorni e il mancato versamento di tre stipendi consecutivi. Contestualmente alla proposta di apertura del fallimento è stata pubblicata anche la conferma della Sanzione sul blocco dei conti e dei fondi da parte dell’ufficiale giudiziario, secondo la quale si sarebbero registrati 64 giorni di blocco continuativo, cioè 68 giorni di blocco nei sei mesi precedenti con un totale di insolvenza pari a 2.246.670 euro.
I creditori più importanti con importi di 5,9 e 5 milioni di euro sono ZABA (zagrebačka banka) e HBOR (Banca croata per il rinnovamento e lo sviluppo), seguiti dai maggiori azionisti Stjepan Čajić e Nenad Bakić con importi multimilionari. La crisi della Varteks mette sotto forte interrogativo anche il futuro dello stabilimento Benetton di Osijek. L’azienda ha uno stabilimento a Niš e in molti si chiedono se la produzione verrà spostata in quella location, cioè in Serbia.
L’italiana Benetton chiuderà lo stabilimento di Osijek e lascerà la Croazia, riporta il quotidiano del capoluogo slavone “Glas Slavonije”, ricordando che la scorsa settimana è stata pubblicata la notizia della chiusura di un’azienda tessile a Daruvar perché, come spiegato, quest’impresa cessa di essere subappaltatrice della Benetton di Osijek, perché si trasferisce anch’essa da Osijek. Inoltre, la perdita netta della Benetton nel 2022 è stata di 81 milioni di euro. L’azienda voleva chiudere l’anno scorso con uno “zero positivo” e alla fine il debito ammontava all’enorme cifra di 230 milioni di euro. Della partenza di Benetton da Osijek si parla ufficiosamente già da tempo.
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