
I problemi globali della Benetton Group arrivano anche in Croazia. L’azienda Benetton Tekstil di Osijek, capoluogo della Slavonia a circa 250 km a est di Zagabria, ha recentemente distribuito licenziamenti ai suoi dipendenti, alimentando le speculazioni sulla possibile chiusura dello stabilimento croato.
Secondo i dati dell’ente finanziario Fina, alla fine del 2023 l’azienda impiegava 241 lavoratori con uno stipendio medio netto di 934 euro. Tuttavia, nonostante un fatturato di 39,54 milioni di euro, Benetton Tekstil ha registrato una perdita netta di 66.571 euro.
Fonti ufficiose indicano che la chiusura dell’impianto croato potrebbe essere imminente, una decisione che sarebbe legata ai problemi finanziari globali della compagnia. Dal 2013 al 2023, Benetton ha accumulato perdite complessive di 1,6 miliardi di euro, secondo il quotidiano italiano Corriere della Sera. Solo nel 2023, le perdite ammontavano a 230 milioni di euro, una cifra che è stata ridotta del 50% nel 2024.
Tagli anche in Serbia e chiusure internazionali
Non solo in Croazia, anche in Serbia Benetton ha ridotto drasticamente il personale: nello stabilimento di Niš, circa 450 lavoratori su 1.200 sono stati licenziati a novembre 2024, senza spiegazioni ufficiali. I tagli fanno parte di un piano di riduzione dei costi e ristrutturazione aziendale che prevede la chiusura di 419 negozi a livello globale entro la fine del 2025.
Una storia di successi e difficoltà
Benetton ha avviato la produzione in Croazia nel 2000, costruendo il primo stabilimento nella zona franca di Osijek. Un secondo stabilimento era stato aperto in Istria, ad Albona (Labin), ma è stato chiuso nel 2015. La crisi attuale sembra essere la conseguenza di anni di difficoltà economiche e cambiamenti di mercato.
Uno degli ex lavoratori di Osijek ha dichiarato all’edizione croata di Forbes che ai dipendenti saranno garantite le liquidazioni previste dalla legge, ma in Italia i pacchetti di uscita sono stati più generosi. Ha inoltre segnalato che Benetton avrebbe acquisito un immobile dal comune di Osijek, ora confermato come proprietà aziendale, ma le condizioni dell’accordo non sono state rese note.
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