Il referendum consultivo con cui gli elettori in Slovenia potranno esprimere la propria opinione sulla costruzione di un nuovo reattore nella centrale nucleare slovena di Krško si terrà probabilmente il 24 novembre, secondo i documenti governativi presentati al Parlamento prima della sessione della Commissione Infrastrutture in agenda la prossima settimana. La Commissione discuterà la mozione sul referendum mercoledì prossimo.
La proposta di indire il referendum consultivo è stata approvata dalla Camera di Stato nel maggio scorso. L’iniziativa è stata avviata dai deputati di Svoboda, SDS, NSi, SD e delle minoranze, i quali hanno affermato che gli elettori saranno chiamati a decidere su una questione strategica. Vale a dire, dopo l’abbandono dei combustibili fossili, il Paese deve garantire nuovi impianti affidabili per la produzione di elettricità da fonti a basse emissioni di carbonio, in modo da non essere troppo dipendente dalle importazioni e poter garantire la stabilità dell’offerta e dei prezzi. Secondo i promotori della consultazione popolare le sole energie rinnovabili sono troppo volatili, quindi è necessario un mix di nucleare e rinnovabili. I sostenitori del referendum hanno già formulato il quesito referendario, che sarà scritto sulle schede: “Sostieni la realizzazione del progetto Krško 2, che, insieme ad altre fonti a basse emissioni di carbonio, garantirà un approvvigionamento stabile di elettricità?” Per poter tenere il referendum, la Camera di Stato deve anche approvare un decreto sulla sua indizione. I termini per gli adempimenti necessari per l’attuazione del referendum dovrebbero scadere il 14 ottobre.
La società Gen energija, che gestisce l’attuale centrale nucleare di Krško, lavora da circa vent’anni al progetto di un nuovo impianto atomico. All’inizio del 2023 Krško ha ricevuto la licenza ambientale per prolungare l’attività per altri 20 anni, cioè almeno fino al 2043. La costruzione della nuova centrale nucleare richiederebbe diversi anni, il valore stimato dell’investimento esclusi i costi di finanziamento dovrebbe essere compreso tra 9,3 e 15,4 miliardi di euro. La questione dell’enorme volume di investimenti richiesto per una nuova centrale nucleare – secondo l’esperienza estera, spesso supera il valore stimato – e il dilemma se la Slovenia possa permetterselo sarà probabilmente uno dei temi principali della campagna referendaria. Gen Energija dice che non saranno in grado di fare l’investimento da soli. Oltre al necessario sostegno dello Stato, è prevista la possibilità di coinvestimento sia da parte dell’economia nazionale che di quella estera, o forse anche di uno dei Paesi vicini. Va ricordato in questo contesto che la Croazia è comproprietaria al 50 p.c. dell’attuale impianto atomico di Krško.
Mentre i sostenitori di Krško 2 sottolineano l’indispensabilità della nuova centrale nucleare per garantire un approvvigionamento energetico stabile e conveniente e l’autosufficienza energetica, gli oppositori, visto l’enorme investimento finanziario richiesto e il conseguente pericolo di un aumento iniziale prezzo dell’elettricità fornita dall’impianto atomico, citano anche il timore che l’utilizzo delle risorse per la nuova centrale possa bloccare gli stanziamenti a favore delle fonti energetiche rinnovabili. Allo stesso tempo, ci sono timori riguardo alla gestione delle scorie nucleari – quest’anno è iniziata la costruzione di un sito di smaltimento dei rifiuti a bassa e media radioattività a Vrbina pri Krško – e, tradizionalmente, anche riguardo alla sicurezza sismica dell’impianto nucleare che dovrebbe sorgere in una zona ad alto rischio come quella in cui sorge l’impianto attuale.
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