Istria. Fabrizio Radin subentra a Valter Flego

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Istria. Fabrizio Radin subentra a Valter Flego

POLA | “Gli istriani guardano a destra soltanto quando devono attraversare la strada”. Lo ha detto ieri, con un pizzico d’ironia, il presidente della Dieta Democratica Istriana alla conferenza stampa indetta dal partito regionalista per fare il punto sulle recenti elezioni europee in Croazia che hanno dimostrato come la destra si sia rafforzata, e come l’Istria sia ancora un mondo a parte. Al suo fianco all’incontro con i rappresentati dei media nella sede del partito, il nuovo europarlamentare istriano Valter Flego.

Prova di forza della DDI

Nel ringraziare tutti coloro che hanno votato, in particolar modo quelli che hanno dato la loro preferenza alla Coalizione di Amsterdam e alla DDI, ma anche i partner della stessa coalizione e coloro che si sono impegnati nella campagna elettorale, Miletić ha snocciolato pure alcuni dati statistici. “La nostra Coalizione a Pola ha ottenuto la stessa percentuale di consensi avuta alle Parlamentari del 2016 quando l’affluenza era stata il doppio rispetto a quella attuale. Domenica in Istria abbiamo avuto il 42 per cento dei consensi: le altre liste che hanno ottenuto un mandato al Parlamento di Bruxelles messe assieme non sono arrivate a queste percentuali. Barriera Umana (Živi Zid) ha ottenuto un quinto dei nostri voti, l’Accadizeta un settimo. E ancora: Valter Flego ha ottenuto 19.038 voti preferenziali, 16 volte di più dell’unica candidata istriana dell’SDP (Sanja Radolović nda). Con una maggiore affluenza i risultati per noi sarebbero stati ancora migliori”, ha detto Miletić.
Valter Flego dal canto suo ha fatto un bilancio della recente due giorni trascorsa a Bruxelles durante la quale si è incontrato con i rappresentanti del Gruppo Alde di cui farà parte. “I primi passi saranno la definizione delle priorità del Gruppo Alde nei prossimi cinque anni, l’individuazione dei partner in Parlamento tra i quali non ci saranno sicuramente né gli estremisti di destra, né quelli di sinistra, ma neanche i radicali e i populisti. Il Gruppo Alde, con 108 rappresentanti, è la terza forza a Bruxelles dopo i Socialisti e i Popolari, i quali peraltro hanno perso un grande numero di voti alle ultime Europee. Il gruppo Alde invece no. Uno dei documenti di cui si discuterà a breve sarà la proiezione del Bilancio a lungo termine, 2021-2027, nel quale cercheremo di inserire opere importanti per l’Istria a prescindere se si tratterà di scuole, ospedali o ferrovie”.
Fatto il punto sulle elezioni Flego, ma soprattutto Miletić hanno parlato anche di altro. Dal controverso video con il presidente della DDI spuntato su Internet nel quale è apparso inconcludente e spaesato – “Ero reduce da una stressante campagna elettorale e da una notte trascorsa a giocare a briscola e tressette” –, al futuro della Coalizione di Amsterdam –“Abbiamo gettato le basi per una lunga collaborazione”.
Per quel che concerne l’appoggio all’eventuale candidato Zoran Milanović alle prossime presidenziali, Miletić ha detto che è prematuro parlarne finché non c’è una candidatura ufficiale, mentre per quel che concerne il neoparlamentare Mislav Kolakušić che ha manifestato l’intenzione di candidarsi anche alla carica di Capo dello Stato, il presidente della DDI ha detto che le sue esternazioni ricordano più una dittatura che un sistema parlamentare.

Fabrizio Radin sarà il presidente

Valter Flego ha confermato che dal 2 luglio, quando inizierà il suo mandato al Parlamento europeo, a svolgere le mansioni di presidente della Regione fino alle nuove elezioni sarà, come previsto dalla Legge, l’attuale primo vicepresidente, il connazionale Fabrizio Radin, mentre Miletić ha trovato un escamotage quando gli è stato chiesto se si candiderà a zupano alle prossime amministrative, e se sì, chi proporrà come suo successore al ruolo di sindaco: “Come abbiamo sempre fatto, prima parleremo tra di noi nella DDI e poi lo renderemo noto”, ha detto Miletić che ha colto l’occasione per ringraziare l’europarlamentare Ivan Jakovčić per quanto fatto per l’Istria a Bruxelles, sottolineando che la DDI non gli ha mai voltato le spalle.

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