Istria, al via la stagione venatoria. La carica dei mille dall’Italia

La Polizia invita a prestare attenzione e a osservare le norme elementari che regolamentano il settore, onde evitare incidenti e garantire sicurezza

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Istria, al via la stagione venatoria. La carica dei mille dall’Italia

Inizia la stagione venatoria, che, inaugurata il 1.mo novembre si protrarrà fino alla fine di febbraio. Serve cautela, e probabilmente pure qualcosa in più, per fare in modo che doppiette e cittadinanza possano convivere senza incidenti di sorta. Proprio per garantire la sicurezza, negli ambienti della Questura istriana si è svolto un incontro di lavoro che ha coinvolto, accanto alle uniformi i rappresentanti della Comunità venatoria regionale, per la precisione il presidente, Gracijano Prekalj, il vicepresidente, Davor Peruško e il segretario di questa, Mladen Belušiće.
Il questore, Božo Kirin, ha inteso sottolineare la tradizionale ottima collaborazione tra la Polizia e la Comunità venatoria, intensificatasi dal 2012, quando è stata promossa la campagna ‘’Caccia sicura – quattro regole basilari per un corretto uso delle armi da fuoco”. Come si evince dalla stessa denominazione della campagna, questa si prefigge lo scopo di elevare la sicurezza nell’uso delle armi da caccia e la sicurezza nelle riserve venatorie. Tra i fini che la campagna si prefigge, pure contrastare la caccia abusiva e altri comportamenti illeciti nel campo venatorio.
Le 46 aree venatorie
Un’attività, quella venatoria, da non sottovalutare in quanto a portata e coinvolgimento. Infatti, in penisola si contano 38 aree venatorie comuni e 8 statali, che sono il campo di azione di 4mila cacciatori iscritti nella Comunità venatoria regionale e di un numero imprecisato di cacciatori provenienti dall’estero. Il turismo venatorio vede giungere in penisola dalla sola Italia oltre mille cacciatori. Con tante armi da caccia, viene da pensare che gli incidenti sono quasi scontati. E ne succedono, di più o meno pesanti, conseguenza soprattutto di disattenzioni o errori da parte di cacciatori anche provetti.
È il caso di mettere le mani avanti, per evitare, per quanto possibile, incidenti tragici o comunque gravi e garantire la sicurezza di quanti coinvolti nell’attività venatoria. La Polizia chiede in primo luogo attenzione da parte dei cacciatori e l’osservanza delle norme elementari che regolamentano il campo.
Per essere chiari, bisogna mettere mano alla Legge sulla caccia e a Regolamenti vari che disciplinano l’attività venatoria, norme alle quali i cacciatori sono tenuti ad attenersi alla lettera. Intanto, è stabilito che le armi da caccia possono venire usate soltanto se non mettono a repentaglio la sicurezza delle persone e dei beni.
La Legge stabilisce che non si può cacciare entro i 100 metri dalla linea dell’abitato, fascia che sale a 300 metri allorché si tratti di abitati con oltre 10mila abitanti nelle aree di pianura e 200 metri in quelle collinari e montane.
Porto d’armi obbligatorio
Conditio sine qua non per imbracciare il fucile e seguire la selvaggina, il porto d’armi. Ma non si può andare in giro armati senza avere con sé un documento identificativo. Ancora, le armi a uso caccia non si possono usare fuori delle aree venatorie, poligoni di tiro e altri luoghi per le esercitazioni. Non serve che lo dica la legge: usare l’arma con cautela e custodirla in sicurezza dovrebbe essere anche questione di buonsenso. In primo luogo non dovrebbero essere a portata di mano di persone che non sono autorizzate al suo uso, in primo luogo bambini. Quando non sono in uso, i fucili da caccia dovrebbero essere riposti in armadi appositi, chiusi a chiave. I fucili da caccia si possono pure prestare, ma lo si può fare solo se chi li avrà in uso ha il regolare porto d’armi per il tipo di arma in questione. Va da sé che l’eventuale furto o la perdita dell’arma vanno immediatamente denunciati in questura.
Le regole elementari
E siccome a volte sono proprio le regole elementari quelle delle quali ci si dimentica con maggiore frequenza, ecco un breve ripasso per fare sì che la stagione venatoria sia unicamente di diporto e turistica (con buona pace degli animalisti e lo scontato pericolo per la selvaggina).
Fuori dalle riserve venatorie, recandosi e ritornando dalla caccia, fucili e pallottole vanno trasportati nelle apposite custodie e scarichi.
È vietato usare le armi in caso di visibilità ridotta, durante le calamità naturali e di notte, fatta eccezione per quelle di luna piena allorché si cacciano particolari specie. Quando non si va a caccia, il fucile deve essere scarico. In alcun modo l’arma non va lasciata senza sorveglianza (posata su un albero, in automobile e altro). Le armi vanno maneggiate con cautela e responsabilità. Logico, però: l’arma non va puntata contro sé stessi o contro altri, ma sempre in direzione sicura. Il dito non va tenuto sul grilletto e prima e durante la caccia non bisogna consumare alcol.
Considerato che la maggior parte degli incidenti coinvolge proprio i cacciatori, difficilmente individuabili nel fogliame, è consigliato indossare giubbotti e berretti riflettenti o comunque “vistosi”. Monito ai cacciatori, ma anche a quanti vanno nei boschi per funghi o camminate/pedalate rilassanti e benefiche: giubbotti e abbigliamento riflettente e facilmente individuabile anche in questi casi.

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