Istria. Acqua, per ora ce n’è ma va usata con cautela

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Istria. Acqua, per ora ce n’è ma va usata con cautela
Il bacino di Bottonega per ora regge. Foto: Srecko Niketic/PIXSELL

Non c’è verso che piova; la siccità castiga gli umani, gli animali e la campagna, il consumo d’acqua è cresciuto esponenzialmente per una maggiorata presenza turistica in penisola.

Come stiamo ad acqua? Il bacino di Bottonega ne ha abbastanza da rifornire l’utenza? Qualcuno certamente ricorda la siccità di più o meno una decina d’anni fa, quando era stato necessario razionare il consumo dell’acqua. Abbiamo chiesto una… diagnosi al direttore dell’Acquedotto istriano di Pinguente, Mladen Nežić.

“Le condizioni idrologiche sfavorevoli, che perdurano da giugno dell’anno scorso (un anno, quindi; n.d.a.) hanno ridotto la portata delle sorgenti che usiamo per la fornitura all’utenza e sono risultate con una diminuzione della quantità d’acqua nel bacino di Bottonega. Gradole fornisce 500 l/s, la sorgente Sv.Ivan (S. Giovanni) 180 l/s, Bulaž 100 l/s. Siamo alle quantità del 2012, anno in cui in penisola erano state introdotte le misure di uso razionato dell’acqua. A oggi, è l’ultima volta che è successo”.

Bottonega sembra reggere bene. “Di positivo – dice Nežić – c’è il fatto che il livello del bacino di Bottonega è di 1,23 metri al di sopra del livello del 2012. Tradotto in acqua, si tratta di 2,1 milioni di metri cubi in più.”

Proprio nel 2012 era stato rilevato il livello d’acqua più basso, ovvero 32,5 m s.l.m., laddove quello minimo biologico si raggiunge a quota 34 m s.l.m.

Da gennaio di quest’anno si fa ricorso alla sorgente di Bulaž, dalla quale sono stati immessi nel bacino di Bottonega circa 1,1 milioni di metri cubi e nel sistema di approvvigionamento altri 750mila litri, risparmiando così il bacino. Da rilevare che tuttora si ricorre alla sorgente di Bulaž per rifornire Bottonega.

Com’è la situazione all’altro capo del sistema distributivo? Dalla parte del consumo, per intenderci. Com’era nelle aspettative, il consumo è maggiorato per la grande presenza di turisti. Dai dati forniti da Mladen Nežić, nell’area di competenza dell’Acquedotto istriano si registra un consumo pari a circa 1.000 l/s. Per meglio rendere l’idea, diremo che nei mesi invernali il consumo medio è di 300 l/s. Ora è più che triplicato, quindi.

Rubinetti potenzialmente asciutti? Il direttore tranquillizza: “Stando alle proiezioni non ci dovrebbero essere anomalie nei rifornimenti e per ora non stiamo pensando a nessuna restrizione. Ciò non toglie che, considerata la situazione, l’uso dell’acqua deve essere razionale”.

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