Iran, missili contro basi Usa in Qatar e Iraq. Teheran: «Risposta potente ad aggressione»

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Iran, missili contro basi Usa in Qatar e Iraq. Teheran: «Risposta potente ad aggressione»

Attacco oggi, lunedì 23 giugno, dell’Iran alle basi Usa in Medio Oriente, con lanci verso Qatar e Iraq. Le forze armate iraniane e i Pasdaran, in un’operazione congiunta, hanno dato una risposta “potente” all'”aggressione” americana, ha annunciato la tv di Stato iraniana dopo le notizie degli attacchi dalla Repubblica islamica.

Nel mirino iraniano la base di Al Ubeid in Qatar, la più grande base militare degli Stati Uniti in Medio Oriente. Teheran avrebbe lanciato 10 missili, scrive il giornalista di Axios Barak Ravid, citando una fonte israeliana. Secondo Afp, esplosioni sono state udite a Doha: la base Usa si trova nel deserto fuori dalla capitale. In precedenza, le autorità del Qatar avevano annunciato la chiusura temporanea dello spazio aereo del Paese per motivi di sicurezza. L’Iran ha attaccato “la più grande risorsa strategica americana nella regione”, ha poi riferito l’esercito di Teheran in una nota nella quale conferma di aver “preso di mira la base statunitense di Al Ubeid in Qatar con un devastante e potente attacco missilistico nell’ambito dell’operazione Besharat Fatah”.

Anche una base americana in Iraq, oltre a quella in Qatar, è stata presa di mira dall’Iran, riferisce Axios. Altre fonti sostengono che sia stata presa di mira la base di Ayn al-Asad, già bersagliata dall’Iran l’8 gennaio del 2020 in quella che fu la rappresaglia della Repubblica islamica per l’uccisione a Baghdad del generale Qassem Soleimani.

Gli Stati Uniti stanno intanto monitorando il lancio di diversi missili dall’Iran in direzione delle installazioni militari statunitensi in Qatar e Iraq, riferiscono due funzionari citati dalla Cnn. Il Segretario alla Difesa Pete Hegseth e il Capo di Stato Maggiore Congiunto Dan Caine si trovano nella Situation Room, secondo un funzionario della Casa Bianca.

Anche Emirati Arabi Uniti e Bahrein hanno chiuso il loro spazio aereo nel timore che la rappresaglia iraniana prenda di mira anche i loro Paesi, riferisce il New York Times.

La nuova rappresaglia arriva dopo l’attacco congiunto Usa-Israele ai siti nucleari e le dichiarazioni di Trump, che per la prima volta ha parlato apertamente di cambio di regime in Iran, coniando un nuovo acronimo MIGA (riadattando il suo Maga). Intanto la Guida Suprema iraniana, l’Ayatollah Ali Khamenei, ha promesso che la “punizione continuerà” contro Israele, mentre il comandante supremo delle forze armate di Teheran ha dichiarato che il Paese “non farà mai marcia indietro”, lanciando un duro avvertimento agli Stati Uniti “entrati ormai in guerra”.

Al Ubeid, la base snodo operativo Usa in Medio Oriente

Nella base Usa di Al Ubeid sono di stanza circa 10mila soldati, l’istallazione rappresenta il principale snodo operativo americano in Medio Oriente: è la sede avanzata del Central Command (Centcom), responsabile per le operazioni in un’area che si estende dall’Egitto al Kazakistan. Donald Trump ha visitato la base il mese scorso, primo comandante in capo a visitarla dal 2003. “Nessuna visita nel Golfo sarebbe completa senza una sosta per rendere omaggio alle persone che mantengono l’America sicura, forte e libera”, aveva detto Trump alle truppe presenti alla base il 17 maggio.

Negli ultimi giorni, in un contesto segnato dai bombardamenti israeliani contro siti nucleari e missilistici iraniani e dalle minacce di ritorsione da parte di Teheran, gli Stati Uniti hanno avviato una serie di misure di protezione preventiva. Secondo quanto riportato da Al Arabiya, diversi velivoli e unità navali ritenuti vulnerabili sono stati trasferiti verso postazioni più sicure. Anche gli aerei non protetti da hangar sono stati allontanati da al Udeid.

L’ambasciata americana in Qatar ha emesso negli scorsi giorni un’allerta sicurezza, limitando temporaneamente l’accesso del proprio personale ad Al Ubeid e raccomandando ai cittadini statunitensi maggiore cautela. In un’ulteriore allerta all’indomani dei raid statunitensi contro siti nucleari iraniani, le ambasciate di Washington e Londra hanno chiesto ai concittadini presenti nell’emirato del Golfo di rimanere in casa fino a nuovo avviso. Parallelamente, le autorità di Doha hanno annunciato la chiusura dello spazio aereo.

Gli ultimi sviluppi evidenziano l’importanza strategica della base di Al Ubeid non solo per gli Stati Uniti, ma anche per l’equilibrio regionale. Mentre il Qatar – insieme ad altri 19 Paesi arabi e islamici – ha chiesto il cessate il fuoco immediato e il ritorno alla diplomazia, la presenza americana a Doha rimane un elemento chiave per la proiezione militare di Washington nel Golfo e oltre, in un momento in cui le tensioni con Teheran rischiano di sfociare in un confronto diretto.

“Il Qatar condanna con fermezza l’attacco alla base aerea di Al-Ubeid da parte dei Guardiani della Rivoluzione iraniana. Consideriamo ciò una violazione flagrante della sovranità dello Stato del Qatar, del suo spazio aereo, del diritto internazionale e della Carta delle Nazioni Unite”. Lo scrive su X il portavoce del ministero degli Esteri del Qatar, Majed al-Ansari, sottolineando che l’emirato del Golfo “si riserva il diritto di rispondere direttamente in modo equivalente alla natura e alla portata di questa sfacciata aggressione, in conformità con il diritto internazionale”.

Qatar: “Missili intercettati. Nessun morto o ferito”

Il Qatar condanna intanto “con fermezza l’attacco alla base aerea di Al-Udeid da parte dei Guardiani della Rivoluzione iraniana. Consideriamo ciò una violazione flagrante della sovranità dello Stato del Qatar, del suo spazio aereo, del diritto internazionale e della Carta delle Nazioni Unite”, scrive su X il portavoce del ministero degli Esteri del Qatar, Majed al-Ansari, sottolineando che l’emirato del Golfo “si riserva il diritto di rispondere direttamente in modo equivalente alla natura e alla portata di questa sfacciata aggressione, in conformità con il diritto internazionale”.

“Rassicuriamo sul fatto che le difese aeree del Qatar hanno contrastato con successo l’attacco e intercettato i missili iraniani, riferisce quindi il portavoce. L’attacco non ha causato morti o feriti, ha poi precisato il ministero della Difesa qatarino.

Nyt: “Attacco a base Usa coordinato con Doha”

Secondo il New York Times, che cita tre funzionari iraniani a conoscenza dei piani, l’Iran avrebbe coordinato gli attacchi alla base americana in Qatar con i funzionari dell’emirato del Golfo e ha informato in anticipo Doha sui raid per ridurre al minimo le vittime.

Secondo le fonti, l’Iran doveva simbolicamente contrattaccare gli Stati Uniti, ma allo stesso tempo farlo senza scatenare un’ulteriore escalation. Una strategia, fa notare il quotidiano americano, simile a quella adottata nel 2020, quando l’Iran avvisò l’Iraq prima di lanciare missili balistici contro una base americana nel Paese arabo per vendicare l’assassinio del generale Qassem Soleimani.

Nuova ondata di attacchi incrociati Israele-Iran

Nuova ondata di attacchi incrociati tra Israele e Iran intanto oggi, lunedì 23 giugno. All’indomani dei raid aerei americani sui siti nucleari, “annientati” secondo Trump, i caccia di Tel Aviv hanno bombardando i simboli del regime a Teheran e le infrastrutture militari a Kermanshah. Nuovamente attaccato anche il sito nucleare di Fordow. Raffiche di missili sono state lanciate anche da Teheran contro Israele: sirene hanno suonato nelle aree vicine alla Striscia di Gaza, nelle zone di Gerusalemme e Tel Aviv e nelle aree vicino al confine con il Libano.

Intanto il ministro degli esteri iraniano Araghchi ha incontrato a Mosca Putin che ha condannato l’aggressione all’Iran, definendola “ingiustificata”.

Israele attacca i simboli del regime

Israele ha effettuato “attacchi senza precedenti contro obiettivi del regime e agenzie di oppressione governativa nel cuore di Teheran”, ha dichiarato in un comunicato il ministro della Difesa israeliano, Israel Katz. Presi di mira il carcere di Evin per i prigionieri politici e gli oppositori del regime; il quartier generale dei Basij, una delle basi di potere dei Pasdaran, responsabile, tra le altre cose, dell’applicazione del codice islamico e della segnalazione alle autorità dei cittadini che lo violano; l’orologio per la ‘Distruzione di Israele’ in Piazza della Palestina; il quartier generale della sicurezza interna delle Guardie Rivoluzionarie; il Corpo ‘Alborz’, responsabile della protezione di diverse città nella provincia di Teheran del mantenimento della stabilità del regime. Sono stati inoltre attaccati – riferisce l’Idf – obiettivi della Polizia di Intelligence e di Sicurezza Generale delle Forze di sicurezza interna.

Gli attacchi, arrivati senza alcun preavviso, sono stati uccisi “numerosi” Pasdaran, riporta il Times of Israel.

Più di 50 caccia israeliani sono stati coinvolti nell’ultima operazione con raid aerei per colpire “obiettivi militari” nella capitale iraniana Teheran e “danneggiare le capacità militari” della Repubblica Islamica, hanno poi confermato le forze israeliane. Attaccati, riporta il Times of Israel, “il quartier generale dei militari del regime iraniano, siti per la fabbricazione di missili, sistemi radar e infrastrutture di stoccaggio di missili” nella zona di Teheran.

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