Scatta oggi lo sciopero, promosso dal Sindacato Zajedno (Insieme), che potrebbe praticamente paralizzare il settore sanitario. Non si potranno effettuare, tra l’altro, esami del sangue, visite specialistiche, ma neanche radiografie. Disagi si avranno pure nel trasporto sanitario dei pazienti. Ad incrociare le braccia saranno 4mila membri di Zajedno ai quali si assocerà un gran numero di operatori sanitari di altri Sindacati. La vicepresidente di Zajedno, Sanda Alić, ha sottolineato che la vita dei pazienti non sarà messa in pericolo. “I casi urgenti verranno, ovviamente, presi in considerazione”, ha dichiarato Sanda Alić, aggiungendo come lo sciopero sia l’unico modo “per far capire e conoscere ai cittadini chi siamo e quanto siamo pagati per il lavoro che svolgiamo e quale sia la nostra responsabilità per la salute delle persone”. Gli operatori sanitari incroceranno le braccia insoddisfatti degli stipendi che percepiscono. I contestatori chiedono, infatti, che la base per il computo delle paghe aumenti del 20 p.c. (come minimo) e che si modifichi il regolamento sui coefficienti.

C’è ancora spazio per il dialogo

Il premier Andrej Plenković ha detto di non vedere motivi per lo sciopero, rilevando che c’è ancora spazio per il dialogo e per la possibile rettifica di singoli coefficienti salariali. “L’aumento degli stipendi nella sanità è venuto a costare 500 milioni di euro. Abbiamo fatto il possibile per premiare gli operatori sanitari. Forse qualcuno non è ancora del tutto soddisfatto, però questo potrebbe essere risolto con il dialogo”, ha rilevato il premier.

In alcuni nosocomi tutto normale

Non si sciopererà comunque in tutti gli ospedali del Paese. Così a Ragusa (Dubrovnik) non vi sarà alcuna agitazione, mentre a Osijek si interromperà solo per qualche tempo l’attività in quattro laboratori diagnostici. I motivi vanno ricercati nel fatto che i tesserati di Zajedno non sono presenti nello stesso numero in tutte le parti del Paese.