Inflazione: il ministro invita al boicottaggio, ma i consumatori sono scettici

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Inflazione: il ministro invita al boicottaggio, ma i consumatori sono scettici
Foto: Sanjin Strukic/PIXSELL

La Croazia affronta un’inflazione crescente, attualmente la più alta dell’eurozona secondo Eurostat, e il ministro dell’Economia Ante Šušnjar ha invitato i cittadini a boicottare i commercianti che aumentano i prezzi senza giustificazione. “Invito i consumatori a essere responsabili e a sanzionare chi alza i prezzi in modo ingiustificato. Questo è il miglior meccanismo per regolare i prezzi”, ha dichiarato il ministro. Ha aggiunto che i commercianti continueranno con pratiche scorrette finché la domanda rimarrà elevata.

Anche il governatore della Banca centrale croata (HNB), Boris Vujčić, aveva in passato consigliato di acquistare dove i prezzi sono più bassi. Tuttavia, molti esperti ritengono che un boicottaggio organizzato sia difficilmente realizzabile.

La presidente dell’Associazione croata per la tutela dei consumatori (HUZP), Ana Knežević, ai microfoni del canale all news N1, ha espresso scetticismo verso l’appello del ministro. “I cittadini non sono predisposti a organizzare boicottaggi, e il consiglio del ministro è insensato. Dove sarebbero questi negozi più economici?”, ha detto, sottolineando che i prezzi nei principali supermercati sono praticamente uniformi.

Secondo Knežević, la “cartellizzazione” dei grandi distributori rende impossibile trovare differenze significative nei prezzi. “I consumatori possono approfittare delle promozioni settimanali, ma devono comunque acquistare beni essenziali come pane, latte e farina, quindi non vedo come possano boicottare”, ha affermato.

La presidente ha inoltre evidenziato che, nelle aree rurali, molte località dispongono di un solo negozio o devono affidarsi a negozi mobili, dove i costi di trasporto aumentano ulteriormente i prezzi.

Il peso delle festività e l’effetto delle «frittole Dubai»

L’inflazione di dicembre è stata aggravata dall’aumento della domanda legato alle festività natalizie. Un esempio emblematico è stato l’effetto “Fritole Dubai”: una specialità introdotta durante l’Avvento a Zagabria, che nonostante il prezzo elevato ha attirato lunghe file di clienti. Knežević ha commentato che tali spese non riguardano i pensionati con redditi bassi, ma contribuiscono comunque all’inflazione complessiva.

“La maggiore spesa di dicembre inizia con San Nicolò, prosegue con il Natale e Capodanno, e si estende ai saldi di gennaio. Tuttavia, affermare che il governo non possa fare nulla e che tutto dipenda dai consumatori è una semplice fandonia”, ha concluso.

«Qui non si protesta come in Italia»

Knežević ha ricordato che un tentativo passato di promuovere un “Giorno senza acquisti” in Croazia, in concomitanza con il Black Friday, ha avuto uno scarso riscontro. Ha citato esempi internazionali, come il boicottaggio della pasta in Italia o le proteste contro la “shrinkflation” in Germania, per sottolineare la difficoltà di replicare simili iniziative in Croazia.

“I croati non rispondono nemmeno a proteste su temi cruciali, come la sicurezza nelle scuole dopo episodi tragici. Per questo non credo che ci sarebbe una risposta significativa a un boicottaggio dei commercianti”, ha dichiarato con rassegnazione.

L’invito del ministro Šušnjar e le raccomandazioni del governatore Vujčić si scontrano con una realtà complessa: l’omogeneità dei prezzi, la limitata capacità di scelta dei consumatori e una cultura poco propensa alle proteste organizzate. Intanto, l’inflazione continua a gravare sul potere d’acquisto dei cittadini, senza soluzioni immediate all’orizzonte.

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