
“Sono trent’anni che parliamo, ho qui i documenti che lo confermano, è giunto il momento di fare qualcosa di concreto”, è con queste parole e con un chiaro riferimento al documento firmato dall’Unione Italiana e dalla Federesuli il 12 ottobre del 1991 a Cittanova che Franco Papetti, presidente dell’Associazione Fiumani Italiani nel Mondo ha dato il via alla riunione di martedì 29 ottobre, evento centrale della prima giornata del 61º Raduno dell’AFIM.
Le proposte più concrete sono arrivate da Ezio Giuricin, presidente del Circolo Istria, il quale ha parlato (da remoto) della necessità di un sito Internet comune, che parli di tutte le cose che riguardano la Comunità Nazionale Italiana di Slovenia e Croazia, come pure delle attività del mondo degli esuli. “Un modo per fare rete, per condividere le notizie e le iniziative, per trovare tutte le informazioni, raccolte anche sotto forma di un bollettino”, ha affermato Giuricin. L’altra proposta tangibile è quella di istituire un museo legato alle nostre vicende, all’esodo, ma più in generale all’italianità, che abbia però sede in Istria. “Abbiamo delle strutture molto importanti a Roma e alcune a Trieste o in altre località, ma per assurdo proprio nel posto dove sono avvenuti i fatti storici che ci riguardano non c’è un museo dedicato”, ha fatto notare Giuricin.
Le foibe
Renzo Codarin, presidente della FederEsuli, ha spiegato come si stia già lavorando a qualcosa di simile, ossia di propedeutico. Si tratta di un processo di mappature di tutti gli eccidi commessi sul territorio, che vanno catalogati e analizzati, sfruttando innanzitutto la letteratura già esistente, ma andando poi anche a fare lavori di ricerca nuovi. “È un argomento sicuramente delicato, ma stiamo valutando anche la possibilità di mettere delle croci in dei posti specifici, nei pressi di alcune foibe, come pure delle indicazioni sotto forma di tabelle. Da quando è stato istituito il Giorno del Ricordo, ci sono sempre più spesso dei viaggi che portano persone dall’Italia a esplorare questi territori. Ed è in quest’ambito che si potrebbe istituire una collaborazione, perché noi abbiamo bisogno di formatori, di docenti capaci di fare da guide e di far vedere e conoscere il territorio nel giusto modo. Leggendo ‘La Voce del popolo’ so che qui c’è una grande abbondanza di persone competenti in materia, dobbiamo creare dei contatti con loro e collaborare”, ha affermato Codarin.
Connessione
“Siamo un unico popolo e effettivamente dobbiamo creare e ricreare l’unità”, ha dichiarato Maurizio Tremul, presidente dell’Unione Italiana, all’inizio di un suo lungo ed elaborato intervento in cui ha usato una catena come esempio dell’importanza di ogni singolo anello per raggiungere l’obiettivo comune. Tremul ha spiegato come varie idee siano già in fase realizzativa, come ad esempio quella del sito Internet “per il quale sono già stati stanziati 30mila euro e che stiamo studiando come fare in collaborazione con il Consiglio dei ministri”.
Il presidente della Giunta esecutiva dell’Unione Italiana, Marin Corva, ha ribadito la bontà del progetto al quale si sta lavorando in collaborazione con il CDM. “Abbiamo delle risorse importanti a disposizione e ora dobbiamo lavorare. Ma è importante essere concreti e puntare sui giovani, soltanto così riusciremo a estendere a un pubblico più ampio la conoscenza riguardo al nostro mondo, evitando di raccontare sempre le stesse cose alle stesse persone”, ha affermato Corva.
Nuovi orizzonti
Secondo Enea Dessardo, neoeletto presidente della Comunità degli Italiani di Fiume, tutto quello che è stato detto sino ad ora non è che metà dell’opera. “L’altra metà deve essere coinvolgere direttamente i giovani e far conoscere loro questa realtà. Nell’ottica del superamento dei confini e della mentalità europea si devono coinvolgere tanti ragazzi italiani, ma anche croati e sloveni che vivono sul territorio e che sono ignari della storia e della cultura che hanno caratterizzato questo territorio e che non vanno dimenticate bensì ridiscusse”, ha affermato Dessardo, che ha voluto sottolineare anche l’importanza delle sfaccettature di carattere umano oltre che storico.
Il ruolo delle scuole
Il modo migliore per coinvolgere un grande numero di giovani è lavorare direttamente nelle scuole. Ne è ben consapevole Donatella Schürzel, vicepresidente nazionale vicario dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia, che negli anni ha collaborato con le scuole del territorio per portarle in Italia in viaggi d’istruzione, che hanno permesso a tantissimi alunni – prima dei licei di Fiume e Rovigno e da quelli di tutto il territorio di insediamento storico – di conoscere realtà importanti, quali ad esempio la Società di Studi Fiumani a Roma.
“Bisogna però aver presente che ogni volta che si parla di giovani, questi provengono da un mondo di anziani che sta dietro di loro. Parliamo di esuli o di rimasti di prima generazione, i quali si sono già battuti in passato per conservare la memoria e senza i quali non esisterebbe quello che abbiamo ora”, ha ricordato Donatella Schürzel.
Iniziative future
Secondo Andor Brakus, vicepresidente dell’AFIM, sono tante le cose che si potrebbero fare, ma per realizzarle e anche solo per progettarle, sono necessarie nuove risorse. “Noi abbiamo a disposizione sempre gli stessi mezzi, e a volte anche meno, e con quelli riusciamo a fare quello che abbiamo sempre fatto. Credo sia un ottimo lavoro considerando quello che abbiamo a disposizione”, ha affermato.
Rosanna Turcinovich Giuricin, scrittrice e giornalista di spicco, che da anni collega il mondo degli esuli a quello dei rimasti, ha però un’opinione leggermente diversa. “Dovremmo concentrare i nostri sforzi in dei progetti che generino qualcosa. Pensiamo al Giorno del Ricordo. Dovremmo dedicarlo ogni anno a un personaggio, cosicché quel giorno invece dei soliti discorsi, che sono ormai sempre gli stessi, si vada a esplorare attraverso la vita di una persona, la storia del territorio e della cultura tipica di questi luoghi. In questo modo, sia le Comunità che le scuole potrebbero concentrarsi in un anno su un determinato tema, che ognuno potrebbe analizzare a modo suo. Potremmo partire ad esempio da Lucio Toth – magistrato cassazionista, eletto senatore della Repubblica italiana nel 1987, nda – e dalle sue parole ‘quando gli altri conosceranno la nostra storia saremo tornati a casa’”, ha affermato Rosanna Turcinovich Giuricin.
Infine, Graziella Palermo, presidente dell’Associazione Italiani di Pola e dell’Istria, ha chiesto di organizzare un raduno tutti assieme, e non divisi fra esuli fiumani, polesani e zaratini. “Ormai siamo in pochi. Dobbiamo organizzarci per un raduno più grande, se non altro per una questione di visibilità, che ci permetterà di dare più peso alle nostre richieste”, ha affermato la presidente.




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