Banda del gas: truffa da 132 milioni di euro. Ecco i dettagli

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Banda del gas: truffa da 132 milioni di euro. Ecco i dettagli
Damir Škugor durante l'arresto. Foto: Jurica Galoic/PIXSELL

Oltre un miliardo di kune di danni (circa 132 milioni euro): lo avrebbero causato cinque persone su cui polsi sono scattate le manette. Gli agenti della Polizia su ordine dell’Ufficio per la lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata (Uskok) hanno eseguito sabato mattina, 27 agosto, numerosi arresti per danni finanziari subiti dalla compagnia petrolifera Ina.
A finire in manette sono Damir Škugor, direttore del Reparto per il commercio con il gas naturale dell’Ina, Josip Šurjak, presidente della Camera croata degli avvocati (Hok).la presidente della dirigenza della “Plinara istočne Slavonije Srl”, Marija Ratkić, l’imprenditore Goran Husić, e il padre di Šurjak.

Secondo l’Uskok, Škugor e suo padre Dane hanno intascato in modo illecito 482 milioni di kune (64 milioni di euro), Goran Husić 92 milioni di kune (12,2 milioni di euro) e Josip Šurjak 68,9 milioni di kune (9,1 milioni di euro). Inoltre, sul contro dell’azienda Oms – di cui erano proprietari Šurjak e Husić – sono stati rinvenuti altri 204 milioni di kune (27,1 milioni di euro) di introiti illeciti. L’unica a non aver tratto profitto da quest’attivitć illegale è la presidente della dirigenza della “Plinara istočne Slavonije Srl”, Marija Ratkić, che comunque è sospettata di aver aiutato la “banda del gas” in qualche altro modo. Spetta agli inquirenti stabilire il ruolo della donna.

“La banda del gas” operava in modo molto semplice, a partire da giugno 2020 fino a sabato scorso: Škugor, dirigente di massimo livello della compagnia petrolifera INA, acquistava il gas a prezzi agevolati, per poi rivenderlo all’azienda Oms, di cui erano comproprietari Šurjak e Husić. Quest’ultimi lo rivendevano a caro prezzo sul mercato internazionale, per poi far affluire il denaro sul conto del pensionato e padre di Škugor.

L’Ufficio per la lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata ha reso noto che l’Oms acquistava il gas dall’Ina al prezzo fisso di 19,46 euro per megawattora per poi rivenderlo anche a 210 euro/megawattora.

Una parte del denaro è stata trovata sul conto corrente del pensionato, ma anche in innumerevoli partecipazione dei sospettati in vari Fondi con l’obiettivo di far maturare i propri “guadagni”, mentre altri mezzi finanziari sono stati riciclati acquistando appartamenti e villini a Zagabria e in Dalmazia e automobili di lusso.

L’avvocato Josip Šurjak. Photo: Emica Elvedji/PIXSELL
Damir Škugor, direttore del Reparto per il commercio con il gas naturale dell’Ina

 

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