In Croazia 38 casi. Maggiori controlli sull’autoisolamento

0
In Croazia 38 casi. Maggiori controlli sull’autoisolamento

Coronavirus: siamo a 38 casi in Croazia. L’ultima in ordine di tempo è una donna che ha contratto il Covid-19 durante una manifestazione in Romania. Lo ha confermato il ministro della Salute, Vili Beroš, il quale ha annunciato che è stato innalzato il livello di allerta nel sistema sanitario “data l’aumento dei casi soprattutto in Europa”.
«Lavoriamo per assicurare il regolare traffico merci»
“In Croazia aumenta il numero dei contagiati, ma ancora siamo lontani dai numeri registrati in alcuni Paesi dell’Unione europea”. Lo ha dichiarato Davor Božinović, responsabile della task force nazionale per il coronavirus, il quale ha reso noto di essersi sentito con gli omologhi di Slovenia, Serbia, Bosnia ed Erzegovina e Ungheria per vedere cosa fare ai confini, soprattutto per quanto concerne il traffico merce. “La vita deve andare avanti e non dobbiamo mettere in pericolo l’approvvigionamento. Noi siamo particolarmente preoccupati per i nostri autisti dei camion, per i quali abbiamo deciso che dovranno andare in quarantena una volta rientrati in Croazia. In questo senso abbiamo deciso assieme alle task force regionali di assicurare spazi adeguati per questi 14 giorni di isolamento. Una volta ritenuti sani, gli autisti potranno tornare alla guida”, ha spiegato il ministro dell’Interno.
Multe per chi non rispetta l’autoisolamento
Božinović ha aggiunto che il Ministero degli Interni sta completando la lista delle persone che sono state costrette all’autoisolamento, ma che non rispettano questo ordine. “Rischiano fino a 8mila kune di multa”.
Tamponi tra breve anche al Centro clinico ospedaliero di Fiume
Alemka Markotić, direttrice dell’Ospedale per le malattie infettive Fran Mihaljević di Zagabria, ha annunciato che l’esame del tampone sarò effettuato anche in due altri centri ospedalieri di Zagabria e tra breve anche al CCO di Fiume, Osijek e Spalato.
«Tra due-tre settimane forse raggiungiamo il picco»
Krunoslav Capak, direttore dell’Istituto croato per la salute pubblica, ha dichiarato che “è molto importante che la Croazia riesca a tenere sotto controllo le persone che arrivano dai Paesi europei con il maggior numero di contagi. Solo in questo modo riusciremo a tenere a bada l’epidemia, come stiamo facendo adesso”. Capak ha precisato che se la situazione dovrebbe rimanere tale, in Croazia “il picco dei contagi potrebbe arrivare tra due-tre settimane, che poi si dovrebbe mantenere per un certo periodo, dopodiché dovrebbe arrivare la fase calante. Questo me lo dice la mia esperienza lunga 35 anni. ma il virus è nuovo e nulla può essere escluso”.

 

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display