Il «Viaggio del ricordo» termina a Pola (foto)

Si è concluso l'evento per i ragazzi di 16 istituti scolastici della Città metropolitana di Roma, ospiti della SMSI «Dante Alighieri»

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Il «Viaggio del ricordo» termina a Pola (foto)

Un momento di formazione, conoscenza, ricerca e approfondimento delle tragiche vicende del Confine orientale italiano; un viaggio nel tempo per promuovere tra le giovani generazioni la storia e la memoria relative alle foibe e al dramma dell’esodo degli Italiani d’Istria, Fiume e Dalmazia, ma anche un opportunità per rinsaldare il vincolo affettivo che lega l’Italia e la Comunità Nazionale Italiana autoctona in Croazia e Slovenia. Questo è il «Viaggio del ricordo» – il singolare progetto didattico e di arricchimento formativo promosso dal Ministero dell’Istruzione e del Merito della Repubblica d’Italia e da FederEsuli (Federazione delle Associazioni degli Esuli Istriani, Fiumani e Dalmati) – che dopo i ragazzi di diversi istituti e scuole secondarie di secondo grado di Milano, Orvieto, Genova e Mentana, ieri, ha portato a Pola i ragazzi e le ragazze di ben 16 istituti superiori romani insieme a una folta delegazione di Roma Capitale e della Città metropolitana di Roma. La trasferta polese degli studenti e dei rappresentanti delle istituzioni romane, prima di addentrarsi nella scoperta della romanità, della venezianità e dell’italianità del principale centro urbano dell’Istria, è iniziata con la visita alla Scuola Media Superiore Italiana “Dante Alighieri”. E ancora una volta, l’incontro è stato ospitato nella palestra condivisa con l’elementare italiana “Giuseppina “Martinuzzi” che – ha tenuto a sottolineare la preside della “Dante”, Debora Radolović, “rappresenta simbolicamente il risultato dell’amicizia, la cooperazione e la collaborazione tra gli Stati italiano e croato”.

La folta delegazione romana

Dunque, come già anticipato, studenti, docenti e funzionari comunali e provinciali sono stati accolti dalla dirigente scolastica che, anche a nome dei docenti e degli studenti ha rivolto un caloroso benvenuto a Pola e alla “Dante” ai graditissimi ospiti, tra cui Alessio Giacopello, direttore del Cerimoniale ufficio del sindaco di Roma, Roberto Gualtieri, Massimiliano Smeriglio, assessore alla Cultura di Roma Capitale, Claudia Pratelli, assessore alla Scuola, Formazione e Lavoro di Roma Capitale, Manuela Chioccia, consigliera delegata alla Viabilità, Mobilità e Infrastrutture della Città Metropolitana di Roma, Carla Fermariello, consigliera di Roma Capitale e Agnese Mastrofrancesco, consigliera della Città metropolitana di Roma. Un saluto particolare è stato poi rivolto dalla preside a Donatella Schurzel, presidente del Comitato di Roma dell’Associazione Nazionale Venezia Giulia e Dalmazia e a Lidia Bonaparte, esule di Pola e residente al quartiere Giuliano-dalmata della capitale d’Italia. Riportati poi i saluti dell’assente on. Furio Radin, la direttrice ha rivolto il benvenuto alla “Dante” anche al Console onorario d’Italia a Pola, Tiziano Sošić, al presidente dell’UI, Maurizio Tremul (collegato in videochiamata da Capodistria), al presidente della Giunta esecutiva dell’UI, Marin Corva e ad altri rappresentanti della CNI.

Resilienza e determinazione

Presentata poi la scuola e i suoi percorsi formativi, Debora Radolović, ha spiegato che, nel suo piccolo, la “Dante Alighieri” rappresenta, come del resto tutte le istituzioni scolastiche della CNI, una realtà complessa, perché oltre ad abilitare gli studenti a un mestiere o professione educa i ragazzi all’arte della convivenza e della tolleranza, contribuendo a formare la loro identità, che nella realtà croata in cui viviamo, vuole essere proiettata nella dimensione europea. “La nostra scuola – continua la preside – contribuisce allo sviluppo della lingua e dell’identità italiana, e rappresenta un’opportunità per tutti i cittadini che abitano queste terre”. Raccontando poi il passato della SMSI di Pola, Debora Radolović ha definito la storia dell’istituto scolastico “un racconto di resilienza e determinazione, impegnata nella salvaguardia dei diritti delle minoranze e nella promozione dell’istruzione quale strumento di emancipazione.

La parola è stata quindi ceduta al Console onorario Tiziano Sošić, che, riportati i saluti dell’Ambasciatore d’Italia a Zagabria, Paolo Trichilo, e della Console Generale d’Italia a Fiume, Iva Palmieri, ha sottolineato come il viaggio del ricordo sia il miglior modo possibile per conoscere la CNI e comprenderne la delicata storia.

Una realtà ignorata per decenni

Chiamato in causa, il presidente dell’UI Maurizio Tremul ha iniziato il suo intervento ricordando ai ragazzi romani di essere a Pola, in Istria, per conoscere una realtà ignorata per decenni. Tremul ha proseguito poi spiegando che l’Istria è una terra che ha visto per secoli convivere assieme in modo pacifico popoli, culture e etnie diverse. “Fino alla fine dell’Ottocento. Dopodiché – continua il rappresentante dell’UI – i nazionalismi, il fascismo, il comunismo e il totalitarismo, le foibe e l’esodo hanno lasciato tracce indelebili e hanno cambiato radicalmente la composizione umana, sociale ed etnica dell’Istria”. Queste le parole di Tremul, che agli studenti ha rammentato come il viaggio del ricordo sia soprattutto un viaggio della coscienza per comprendere quanto male abbiano fatto, e continuano a fare, il nazionalismo e il totalitarismo. “Le guerre in corso devono essere un monito, ma anche un motivo che ci spinga a studiare e a conoscere la storia per poi costruire rapporti di pace, riconoscendo i torti, le sofferenze e violenze sia subite che inferte. Non c’è pace senza perdono”, ha detto Tremul, ricordando che “la pace e ciò che la CNI sta cercando di costruire fin dal periodo socialista/comunista”.

Carla Fermariello, Massimiliano Smeriglio e Tiziano Sošić

L’importante supporto dell’Italia

Nel suo intervento, il presidente della GE UI, Marin Corva ha cercato di illustrare la “nostra realtà” e presentare il lavoro dell’Unione Italiana. Prima, però, ha ricordato che l’UI rappresenta non soltanto gli italiani d’Istria, ma anche quelli di Fiume, del Quarnero e della Dalmazia, oltre a quelli residenti in Slovenia. Dopodiché, Corva ha tenuto a ribadire quanto importante sia stato, e continua a esserlo, il supporto della Madre Patria, l’Italia, senza il cui sostegno non sarebbe stato possibile mantenere vive la lingua e la cultura italiana in queste terre. Il presidente ha quindi proseguito spiegando che uno degli aspetti principali e particolari dell’UI è proprio la collaborazione con le scuole della CNI e con le singole Comunità degli Italiani presenti sul territorio. Tra gli altri impegni dell’UI, Corva ha sottolineato la cooperazione transfrontaliera tra CNI ed esuli, due componenti di un’unica grande comunità che condivide la stessa storia. “Non siamo grandi, siamo una comunità piccola, ma rappresentiamo una delle culture più grandi del mondo. Questo ci dà la forza per mantenere viva la lingua e la cultura italiane”, ha concluso il presidente.

Un’iniziativa voluta fortemente

Invitato a parlare, l’assessore Massimiliano Smeriglio, ha detto che il viaggio del ricordo è un’iniziativa che le precedenti e l’odierna amministrazione di Roma Capitale hanno fortemente voluto e incentiva. “Vogliamo conoscere, capire e approfondire la storia del Confine orientale”, è il commento del responsabile della cultura capitolina, aggiungendo che la storia degli esuli e dei rimasti è anche la storia dell’Italia. “È anche la nostra storia, e per questo vogliamo conoscerla e sostenerla”, ha detto l’assessore, secondo cui l’iniziativa del viaggio del ricordo andrebbe ulteriormente potenziata e ampliata.
Alla “Dante” non è mancato l’intervento di colei che più di altri ha spinto affinché la storia della Venezia Giulia e della Dalmazia uscisse dall’oblio, Donatella Schurzel, secondo cui le vicissitudini degli esuli e dei rimasti e ciò che sono riusciti a costruire sono l’esempio che tutti dovrebbero seguire, soprattutto oggi, quando siamo testimoni di innumerevoli vicende intollerabili e inenarrabili.

Lidia Bonaparte

I ricordi di Lidia Bonaparte

L’ultimo intervento, il più emozionante e toccante, è stato quello dell’esule da Pola, Lidia Bonaparte, costretta, a soli 11 anni, a lasciare la sua casa per una destinazione sconosciuta. La testimone dell’esodo ha ricordato che il momento dell’imbarco sul piroscafo Toscana, il silenzio dei passeggeri a bordo e il loro pianto che aumentava via via che la nave si allontanava da Pola. “È in quel momento che ho realmente preso coscienza di quanto stavamo vivendo”, ha spiegato Lidia Bonaparte, che ha continuato il racconto descrivendo il suo arrivo a Roma, assieme ai suoi genitori, e il successivo trasferimento in un campo profughi.

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