Il turismo croato non si ferma: «Meno prenotazioni, ma nessuno stop»

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Il turismo croato non si ferma: «Meno prenotazioni, ma nessuno stop»

Gli operatori turistici croati sono in apprensione dopo l’invasione russa all’Ucraina. L’alba del nuovo anno offriva grandi speranze al settore turistico, dopo un 2020 disastroso a causa della pandemia e i notevoli e inaspettati successi ottenuti nell’estate dell’anno scorso. Il 2022 doveva essere l’anno della consacrazione, del definitivo ritorno alle vacanze. Ma prima ci si è messa di mezzo l’inflazione, poi è arrivata la guerra, che ha praticamente paralizzato il settore turistico-alberghiero, a causa dell’incertezza che regna per quanto concerne gli sviluppi dell’invasione russa e l’incredibile impennata di prezzi, soprattutto del gas e dei carburanti, ma anche di altre fonti di energia che stanno prosciugando le finanze delle famiglie di tutta l’Europa.
Perciò, il settore croato sta cercando di capire il da farsi, per non compromettere la stagione. In questo senso, il ministro del Turismo, Nikolina Brnjac, ha avuto una riunione online con i direttori delle rappresentanze all’estero dell’Ente turismo croato (Htz), i quali hanno riferito sulla situazione nei mercati di assoluta importanza per la Croazia. La conclusione è che “nonostante la guerra, le prenotazioni hanno subito un leggero arresto, ma non si sono fermate”. Nel corso dell’incontro virtuale, è stato anche ribadito che prima dell’invasione russa all’Ucraina del 24 febbraio scorso, alcuni segmenti del booking stavano superano anche del 10 per cento quelli del 2019, quando il turismo croato aveva fatto segnare il record di presenze.
“Ci stiamo confrontando con un periodo molto complesso, però la gente non ha perso la voglia di viaggiare”, ha sottolineato il ministro, aggiungendo che la Croazia ha un grande vantaggio: “Siamo una destinazione facilmente raggiungibile con le automobili e dove la splendida natura è il punto di forza della nostra offerta”. Brnjac ha concluso, invitando i direttore degli uffici Htz all’estero a rimanere in contatto per “monitorare la situazione e intraprendere i passi necessari per trarre il massimo dalla prossima stagione turistica”.

Gennaio e febbraio: 410mila vacanzieri

Secondo i dati dell’Ente turismo croato, la Croazia è stata visitata nei primi due mesi di quest’anno da 410mila turisti, che hanno realizzato poco più di 1,2 milioni di pernottamenti. Quasi la metà dei vacanzieri, ossia 196mila erano stranieri, per un aumento di ben 371,2 per cento rispetto ai primi due mesi del 2021. Soltanto in febbraio, in Croazia sono giunti 230mila villeggianti, la maggior parte da Slovenia, Austria e Germania.

Il crollo delle prenotazioni dei voli

Nonostante i buoni propositi del ministro e degli operatori turistici, la situazione non è delle migliori, come dimostra il rapporto di “Forward keys”, società specializzata per l’analisi dei dati sulle prenotazioni dei biglietti aerei. Ebbene, l’acquisto di biglietti ha subito un vero e proprio collasso nella settimana successiva all’invasione russa all’Ucraina. Le più colpite sono le destinazioni dell’Europa centro-orientale, tra cui figura anche la Croazia, che si trova in compagnia di Slovenia, Bulgaria, Estonia, Georgia, Lettonia, Lituania, Slovacchia, Polonia e Ungheria. Secondo la suddetta società, in questi Paesi si è verificato un calo tra il 30-50 per cento nelle prenotazioni dei voli.

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