Dopo che giovedì pomeriggio al CRS di Rovigno i partecipanti della Scuola di formazione “Per un archivio della memoria” hanno avuto modo di mettere in pratica alcune delle nozioni acquisite durante le prime due giornate del corso, lavorando suddivisi in gruppi e svolgendo delle esercitazioni pratiche e dei laboratori sulle tecniche d’intervista, si è conclusa ieri la prima edizione del seminario.
Al programma delle tre giornate del corso, contraddistinto da interessanti lezioni teoriche e di raccolta di testimonianze orali, hanno aderito studiosi e ricercatori, docenti, studenti e professionisti della Comunità Nazionale Italiana dell’Istria e di Fiume che intendono lavorare con le fonti orali in strutture archivistiche o per produzioni creative, audiovisive e multimediali. A presiedere la terza giornata dell’interessante corso, le cui lezioni si sono svolte nella sala conferenze del CRS, a salutare i partecipanti è stata Orietta Moscarda, storica e ricercatrice dell’istituto ospitante.
Confronto di esperienze
In seguito, a svolgere la sessione conclusiva della prima edizione della Scuola di formazione è stato il presidente dell’AISO, nonché storico della memoria Antonio Canovi, con la lezione intiolata “Geostorie e storie di continuità”. “Per poter ricostruire il vasto mosaico dell’identità d’appartenenza bisogna saper ricreare una dimensione di storicità anche attraverso l’analisi dettagliata del paesaggio e della geostoria. Lo psicologo e pedagogista americano Jerome Seymour Bruner dissse che l’identità è la capacità di saper raccontare la storia su noi stessi e noi dobbiamo concentrarci proprio su questa tematica”, ha spiegato Antonio Canovi.
È seguito un dibattito e un confronto di esperienze che ha coinvolto tutti i partecipanti, aperto da Gloria Nemec, che si è espressa molto soddisfatta della possibilità di svolgere questo incontro di tre giorni proprio in Istria, a Rovigno. “Il progetto è stato organizzato in Istria volutamente e si è posto come obiettivo di aiutare nel processo di raccolta e catalogazione delle testimonianze. Sappiamo che non sono l’unica fonte e che si fa storia anche in altri modi, ma le testimonianze rimangono un modo importante e diretto per venire a conoscenza degli eventi passati. Il bisogno di conoscenza è essenziale come pure la necessità di lasciarci alle spalle le fratture tra esuli e rimasti”, ha detto Gloria Nemec.
Impressioni positive
Tra i partecipanti della Scuola di formazione “Per un archivio della memoria” c’è stato pure Aleksandro Burra, docente presso la Scuola media “Pietro Coppo” di Isola, che ha dichiarato che le sue aspettative in merito al corso sono state soddisfatte. “La prima giornata è stata molto densa a livello di concetti teorici. Le altre due giornate sono state invece dedicate all’applicazione della storia orale in contesti concreti. La metodologia delle interviste che ci è stata illustrata, aiuta molto noi ricercatori, soprattutto nel cercare e nel trovare i dati di cui abbiamo bisogno. L’informazione diventa più comprensibile rispetto alle frasi che si trovano sui manuali e i libri di testo da cui solitamente apprendiamo e ci avviciniamo a determinati temi”, ha detto Aleksandro Burra.
Marina Ferro Damuggia, insegnante presso la SEI “Bernardo Benussi” di Rovigno, ha dichiarato: “Il corso è stato molto utile siccome abbiamo potuto mettere in pratica le nozioni teoriche acquisite. Durante lo svolgimento della parte pratica della formazione, ho avuto il piacere di intervistare due concittadini, Edi Poropat e Alessandro Venier, entrambi pescatori che si sono prestati a raccontare e condividere con noi alcuni momenti della loro vita”, ha detto Marina Ferro Damuggia che sostiene inoltre che questo tipo di lavoro dovrebbe essere implementato pure tra i banchi di scuola, in modo da far capire alle generazioni più giovani l’importanza della conservazione della preziosa memoria del passato.
Corrado Ghiraldo, docente di storia presso la SEI “Bernardo Benussi” di Rovigno, si è detto altrettanto soddisfatto delle tre giornate trascorse ad apprendere nuove nozioni teoriche e pratiche. “Gli esempi dei vari docenti sono stati molto utili durante la parte dedicata alle interviste. È stato molto interessante addentrarsi nei racconti degli intervistati. La memoria ha un tempo limitato e quindi questo tipo di lavoro è il limite per far sì che ciò non si perda”, ha concluso Corrado Ghiraldo.
L’evento è stato realizzato grazie al sostegno finanziario del Ministero degli Esteri e della Cooperazione internazionale italiano e del Ministero della Cultura in base alla Legge 16 marzo 2001 n. 72 e con la collaborazione dell’Unione Italiana, della locale Comunità degli Italiani “Pino Budicin” e dell’Ecomuseo Batana. Tutti gli interventi sono stati trasmessi in streaming su piattaforma Google – Meet nonché sui siti di AISO e del CRS.
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