Il racconto dei fratelli gemelli, i primi casi di coronavirus in Croazia

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Il racconto dei fratelli gemelli, i primi casi di coronavirus in Croazia

Sono assieme nella stessa stanza d’ospedale i due fratelli gemelli, i primi due casi di coronavirus confermati in Croazia. I 26.enni hanno deciso di raccontare come stanno vivendo questa situazione in un’intervista telefonica con il quotidiano zagabrese Jutarnji list. Il “paziente 0” conferma che è stato a Milano per un viaggio turistico con la fidanzata. “Sì, abbiamo viaggiato in autobus e io sono andato da solo allo stadio Giuseppe Meazza ad assistere al match di Champions League tra Atalanta e Valencia”. “Siamo tornati a Zagabria venerdì scorso verso le 8 – ha proseguito il giovane –. Siccome non avevo alcun sintomo, ossia mi sentivo bene, sono andato direttamente al lavoro”.
Il “paziente 0” spiega che non avrebbe mai pensato che sarebbe stato la prima persona contagiata in Croazia. “Ho trascorso il weekend a casa con il fratello gemello. Poi lunedì mi sono svegliato con la febbre a 37,6 e ho deciso di non andare a lavorare – continua il suo racconto –. Ma è stata la mamma a collegare la febbre con il mio viaggio a Milano e a quel punto ho chiamato il mio medico di base”. Poi al pomeriggio al campanello di casa hanno suonato gli epidemiologi “completamente coperti dalle maschere e dalle tute protettive. Sembrava di essere a Chernobyl…”. Proprio in quel momento è arrivato a casa anche il gemello, che però è rimasto a casa senza alcun sintomo. “Siccome le analisi non sono arrivate fino a martedì mattina, ho deciso di non recarmi al lavoro in via precauzionale – spiega il secondo paziente con il coronavirus in Croazia –. Ed è stata una decisione saggia”.
Entrambi i gemelli sono stati sottoposti a moltissime analisi: prelievo del sangue e delle urine, tampone gola e naso, elettrocardiogramma, raggi ai polmoni e visita del cardiologo. Ora sono in isolamento nell’Ospedale Fran Mihaljević di Zagarbia e stanno trascorrendo il tempo parlando tra loro, telefonando e giocando allo smartphone. Nella stanza in cui si trovano non entra nessuno, misurano la febbre da soli e sono sorvegliati da una videocamera accesa 24 ore su 24. “Tranne un po’ di febbre, che non ha mai superato i 38 gradi, stiamo bene”, hanno concluso i fratelli gemelli.

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