
Non si placano le reazioni politiche all’incidente avvenuto durante l’ottava edizione della Marcia notturna di Fiume, manifestazione organizzata per la Giornata internazionale della donna, in cui il prorettore per la scienza dell’Università di Fiume, Gordan Jelenić, è stato fermato dalla polizia per aver sventolato una bandiera palestinese. L’episodio ha suscitato numerose critiche, sollevando interrogativi sulla libertà di espressione e sull’applicazione delle leggi.
Il Forum delle Donne del Partito socialdemocratico (Sdp) ha espresso sorpresa per l’arresto e la sanzione inflitta a Jelenić, evidenziando la questione della libertà di espressione. “Riteniamo che la libertà di espressione sia un pilastro della democrazia e che la manifestazione di solidarietà non dovrebbe essere sanzionata. La Croazia formalmente non riconosce la Palestina come Stato sovrano, il che solleva questioni legali e politiche su questo arresto. Se la Palestina non è riconosciuta, allora la polizia su quali basi considera la sua bandiera come simbolo di uno Stato straniero, applicando sanzioni?”, si legge nel comunicato del Forum delle Donne Sdp.

Il dibattito si è acceso anche sul fronte politico. La sezione fiumana del partito Možemo! ha criticato duramente l’arresto del professor Jelenić, definendolo un atto di repressione politica. “È impensabile che la polizia arresti un cittadino per aver sventolato una bandiera americana. Perché, allora, lo fa con quella palestinese? Questa azione è chiaramente politica e va condannata con forza”, affermano dal movimento. Možemo! ha anche sottolineato che, mentre in Croazia si tollera l’esposizione della bandiera ucraina come simbolo di solidarietà, lo stesso diritto sembra negato a chi manifesta sostegno alla Palestina.
Anche la sezione locale del partito “Pravo i pravda” si è espressa sulla vicenda, sottolineando una presunta applicazione selettiva della legge. “Nel 2022, il sindaco di Fiume Marko Filipović, con l’approvazione della sua vice Sandra Krpan, ha fatto issare la bandiera ucraina sul municipio senza alcun provvedimento formale. Nessuno è stato sanzionato, e la bandiera è rimasta esposta per mesi. Perché ora, invece, un professore universitario viene punito per aver esposto la bandiera palestinese?” ha dichiarato Danijel Klaić del partito Pravo i pravda.
Il professor Jelenić, che ha ricevuto una multa di 200 euro e il sequestro temporaneo della bandiera, ha già annunciato che farà ricorso, ritenendo sproporzionato l’intervento della polizia. “L’intero procedimento è stato eccessivo. Mi chiedo se sarebbe successo lo stesso con la bandiera di un altro Stato”, ha commentato Jelenić. “Voglio difendere il diritto di manifestare”, ha dichiarato, spiegando che la polizia non era intervenuta durante il corteo, ma solo al suo termine. La bandiera, acquistata 25 anni fa a Londra, ha per lui, come ha rilevato, un “forte valore simbolico”.
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