
Il presidente serbo Aleksandar Vučić ha rimosso Jelena Milić dal ruolo di ambasciatrice straordinaria e plenipotenziaria della Serbia in Croazia, secondo quanto riportato da Nova.rs. Il decreto presidenziale è stato pubblicato ieri sulla Gazzetta Ufficiale della Serbia ed entrerà in vigore domani.
Jelena Milić era stata nominata ambasciatrice in Croazia nel marzo 2022. Nata nel 1965, ha una laurea in ingegneria gestionale e dagli anni ’90 è stata attiva in numerosi progetti del settore non governativo. Dal 1997 al 1999, ha lavorato al programma “Hoću kući” (Voglio tornare a casa) del Comitato di Helsinki per i diritti umani in Serbia, occupandosi del ritorno dei profughi serbi in Croazia. Durante la sua attività, è riuscita a organizzare il ritorno di un primo gruppo significativo di rifugiati a Knin e nei villaggi circostanti e ha avviato le prime cause legali per il recupero delle proprietà.
Negli anni ‘90 ha sostenuto il movimento “Otpor”, che ha avuto un ruolo chiave nella caduta del regime di Slobodan Milošević. È stata anche produttrice regionale del documentario “Obarjanje diktatora” (L’abbattimento del dittatore), parte della serie “A Force More Powerful”, finanziata dall’Istituto statunitense per la pace e dalla Fondazione Albert Einstein.
Nel 2007, ha fondato il Centro per gli Studi Euro-Atlantici (CEAS), che ha diretto fino alla chiusura nel 2021. Il CEAS si è occupato di analizzare le dinamiche delle democrazie occidentali e ha promosso l’adesione della Serbia all’Unione europea e alla NATO.
L’incidente diplomatico a Zagabria
L’allontanamento di Milić dall’incarico arriva poco tempo dopo un episodio controverso avvenuto a Zagabria. Il 7 gennaio 2025, in occasione del ricevimento natalizio organizzato dal Consiglio Nazionale Serbo (SNV) per il Natale ortodosso, l’ambasciatrice ha lasciato l’evento in segno di protesta. Il motivo? Un discorso di ringraziamento da parte della scrittrice Jasminka Petrović e del regista Radivoje Raša Andrić, vincitori di un premio SNV. Nel loro messaggio, hanno dichiarato di voler ringraziare “i giovani in Serbia che in questi giorni ci insegnano come volare e come brillare”.
Milić ha interpretato il riferimento come un attacco alle proteste giovanili in Serbia e ha deciso di abbandonare la cerimonia. Successivamente, ha spiegato la sua posizione: “Pochi giorni fa, ho scritto su Facebook che sostengo i giovani che protestano nelle piazze, senza bloccare le istituzioni, e che chiedono giustizia per le ingiustizie subite. Tuttavia, non posso accettare i blocchi, né il fatto che la mia Serbia venga chiamata tirannia o che il mio presidente e i vertici dello Stato vengano definiti assassini. Questo non lo posso assolutamente sostenere”.
Con la pubblicazione del decreto presidenziale, il mandato di Milić in Croazia si conclude ufficialmente. Non è ancora chiaro chi verrà nominato al suo posto. La sua rimozione potrebbe segnare un cambiamento nell’approccio diplomatico della Serbia nei confronti della Croazia e delle relazioni bilaterali tra i due Paesi.
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