Il premier Vučević si dimette tra le crescenti proteste in Serbia

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Il premier Vučević si dimette tra le crescenti proteste in Serbia
Centinaia di migliaia di persone alle proteste in Serbia. Foto R.Z./ATAImages/PIXSELL

Il primo ministro della Serbia, Miloš Vučević, ha annunciato le sue “dimissioni irrevocabili” durante una conferenza stampa straordinaria, citando responsabilità politica in seguito a tragici eventi e alla crescente tensione sociale nel Paese.

Vučević ha dichiarato che il tragico incidente avvenuto lo scorso novembre alla stazione ferroviaria di Novi Sad, in cui il crollo di una pensilina ha provocato la morte di 15 persone e il ferimento grave di altre due, ha profondamente segnato il suo mandato e la società serba. “La Serbia è rimasta bloccata in quella tragedia. Sfortunatamente, abbiamo assistito a un uso politico di questa disgrazia, con tentativi di trarre vantaggi politici dalla perdita di vite umane”, ha dichiarato l’ormai ex premier.

Il premier Miloš Vučević ha rassegnato le dimissioni. Foto L.L./ATAImages/PIXSELL

Vučević ha ricordato che due ministri si sono già dimessi in seguito all’incidente e che è stata avviata un’indagine per garantire trasparenza. Tuttavia, ha ammesso che l’episodio ha aggravato le divisioni sociali, portando il Paese in un clima di tensione e proteste.

La decisione di Vučević di dimettersi è stata influenzata anche dall’aggressione avvenuta lunedì sera 28 gennaio a Novi Sad, dove una studentessa è rimasta ferita durante uno scontro legato a tensioni politiche. “Condanno fermamente questi atti di violenza. È inaccettabile, e i responsabili devono essere arrestati”, ha affermato il premier.

Proteste studentesche in tutto il Paese

La Serbia sta vivendo un’ondata di proteste da oltre tre mesi, iniziate dopo il tragico crollo della pensilina alla stazione di Novi Sad. Le manifestazioni, inizialmente incentrate sulla richiesta di giustizia per le vittime, si sono trasformate in un movimento studentesco su scala nazionale.

Più di 60 facoltà sono state bloccate in quattro grandi città serbe, mentre lunedì sera 28 gennaio migliaia di persone si sono unite agli studenti nel blocco di un importante snodo stradale a Belgrado, l’Autokomanda. I manifestanti hanno utilizzato le torce dei loro telefoni per illuminare le strade, accompagnati da musica simbolica e versi evocativi, condividendo riprese del raduno sui social media.

Il presidente serbo Aleksandar Vučić ha dichiarato lunedì che il governo accoglierà le richieste degli studenti, tra cui la liberazione dei manifestanti arrestati, e ha annunciato una “ricostruzione urgente dell’esecutivo”, promettendo che oltre il 50% dei ministri sarà sostituito.

Nonostante queste dichiarazioni, gli studenti hanno risposto che le loro richieste non sono state completamente soddisfatte e che continueranno con le proteste. “La responsabilità politica deve essere assunta per evitare ulteriori divisioni e tensioni nella società”, ha concluso Vučević, auspicando che il suo gesto contribuisca a riportare il dialogo al centro della vita politica del Paese.

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