Il grido dei 450 marittimi croati: «Vogliamo tornare a casa»

Si trovano a borde delle navi da crociera della Royal Caribbean

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Il grido dei 450 marittimi croati: «Vogliamo tornare a casa»

Sono 450 i marittimi croati che sperano di poter tornare a casa. Fanno parte del personale delle navi da crociera della Royal Caribbean e non possono lasciare questi hotel galleggianti che nessun porto al mondo vuole ospitare a causa dell’emergenza sanitaria, dimostratasi molto critica soprattutto a bordo di queste imbarcazioni. Nel fine settimana l’equipaggio della Majesty of the Seas, che è ancorata davanti al porto di Miami, c’è stato un piccolo ammutinamento, che ha coinvolto 63 impiegati, il quale hanno chiesto di poter scendere, poiché rinchiusi a bordo da oltre due mesi. Alcuni di loro hanno deciso pure di intraprendere lo sciopero della fame. “Vogliamo soltanto tornare a casa”.
“Da oltre due mesi galleggiamo in mare – ha scritto su Facebook un cittadino croato, impiegato sulla Fredom of the Seas -. Siamo disperati e non percepiamo nemmeno lo stipendio. La scorsa settimana siamo partiti alla volta di Southampton, in Inghilterra, ma siamo stati fermati alle Bahamas, da dove ci hanno mandato alle Barbados”. Il marittimo croato ha spiegato che tutto il personale a bordo è sano. “Nessuno è contagiato, però non ci fanno scendere. Gli Stati Uniti si permettono di salire su un aereo per tornare a a casa, ma soltanto a patto che la compagnia armatoriale firmi prima un documento che la responsabilizza in caso di qualche problema. E loro non vogliono assumersi questa responsabilità”.
La protesta dello scorso weekend è stata avviata soprattutto dal personale proveniente dall’area balcanica. Oltre ai croati, a bordo delle navi da crociera della Royal Caribbean ci sono anche circa 300 montenegrini, 150 bosniaco-erzegovesi, e 350 serbi. Su un grande lenzuolo hanno scritto a grandi lettere: “Di quanti suicidi avete ancora bisogno?”, riferendosi all’ingegnere polacco che si è tolto la vita gettandosi da uno dei ponti della Jewel of the Sea, e al cameriere cinese che all’inizio della scorsa settimana è morto sulla Marine of the Seas.

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