Il governatore della Banca centrale croata (Hnb), Boris Vujčić, ha dichiarato in un’intervista a RTL Danas che l’introduzione dell’euro ha avuto un impatto moderato sui prezzi, sostenendo che senza la nuova valuta i costi sarebbero stati leggermente inferiori. Tuttavia, Vujčić ha sottolineato che in altri Paesi dell’Unione europea che non hanno adottato l’euro, i prezzi sono aumentati più rapidamente rispetto alla Croazia.

Inflazione in calo, ma le statistiche mostrano segnali contrastanti
Secondo Vujčić, l’inflazione sta rallentando e dovrebbe continuare questa tendenza nel 2024, nonostante la spesa record registrata durante le festività natalizie. “L’inflazione ha iniziato a rallentare dalla fine del 2022 e ci aspettiamo un’ulteriore diminuzione”, ha affermato. Tuttavia, i dati dell’Istituto nazionale di statistica indicano un’accelerazione dell’inflazione negli ultimi due mesi.

Confronto con l’Italia
Alla domanda sul perché fare acquisti in città come Trieste risulti più economico, Vujčić ha spiegato che in alcune categorie i prezzi in Croazia sono inferiori alla media dell’Ue, mentre in altre sono più alti. Ha evidenziato che i costi alimentari in Croazia sono ormai paragonabili alla media europea, con un lieve superamento, mentre settori come l’alloggio, le utenze, la sanità e l’istruzione rimangono più economici. Tuttavia, alcune categorie, come le telecomunicazioni, sono più costose rispetto agli altri Paesi dell’Ue.

Sui prezzi alimentari più bassi a Trieste, Vujčić ha risposto: “Questo è un tema che riguarda i settori della distribuzione, della vendita al dettaglio e dell’agricoltura. Vari fattori influenzano il costo finale in ciascun Paese”.

I costi nel turismo: +50% in 3 anni
Secondo Vujčić, il turismo croato ha visto un aumento dei prezzi più rapido rispetto ai Paesi concorrenti. “Negli ultimi tre anni i prezzi sono cresciuti del 50% in Croazia, mentre negli altri Paesi concorrenti solo del 20%. Questo pone la domanda se il rapporto tra prezzo e servizio sia ancora competitivo”, ha osservato, lasciando il dibattito aperto agli operatori del settore.

L’impatto della moneta unica sull’inflazione
Vujčić ha stimato che l’introduzione dell’euro abbia contribuito all’inflazione con un incremento dello 0,2-0,4%. Tuttavia, ha difeso la scelta citando Paesi come Polonia, Repubblica Ceca, Ungheria e Romania, dove i prezzi sono aumentati più rapidamente nonostante l’assenza dell’euro. “Questo dimostra che altri fattori, oltre all’euro, hanno causato l’alta inflazione in Europa”, ha dichiarato.

Tassi di interesse e credito
Il governatore ha annunciato che i tassi di interesse stanno calando, con effetti già visibili sui prestiti, in particolare quelli ipotecari. Allo stesso tempo, è in aumento il volume dei prestiti non finalizzati, legato soprattutto alla vendita di automobili e alla preparazione della stagione turistica.

Crescita economica e occupazione nel 2025
Per il 2025, Vujčić prevede una crescita del Pil del 3,3%, superiore alla media dell’Eurozona e dell’Unione europea. Si attende inoltre una diminuzione dell’inflazione, un calo dei tassi di interesse e una crescita dell’occupazione, seppur a un ritmo più lento rispetto al 2023. “Stimiamo la creazione di circa 35.000 nuovi posti di lavoro il prossimo anno”, ha dichiarato. Tuttavia, Vujčić ha sottolineato che l’immigrazione continuerà a svolgere un ruolo chiave per soddisfare la domanda di forza lavoro.