Il coronavirus non spaventa il porto di Fiume

Darko Glažar (Capitaneria di porto) e Rajko Jurman (Autorità portuale) non temono ripercussioni nei traffici merci e passeggeri

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Il coronavirus non spaventa il porto di Fiume

Che il coronavirus sia una minaccia globale è ormai un fatto assodato. Ma non lo è soltanto per la salute. Il virus esploso nella megalopoli di Wuhan, capoluogo della provincia di Hubei nella Cina centrorientale, nonché grande polo commerciale, si sta ripercuotendo negativamente sui trasporti, una filiera che parte dai porti dove sbarcano le merci in arrivo dalla Cina e più in generale dall’Estremo Oriente. Secondo le stime degli esperti, le prime conseguenze nel traffico merci negli scali europei saranno visibili già alla fine di questo mese, e se l’emergenza sanitaria non dovesse venire messa sotto controllo, nei prossimi mesi la movimentazione dei container potrebbe calare di quasi un quarto. Inevitabilmente anche a Brajdica stanno seguendo con una certa preoccupazione l’evolversi della situazione, soprattutto in virtù del fatto che una buona fetta delle portacontainer giunge a Fiume proprio dalla Cina. E proprio nel momento in cui sono in corso importanti investimenti nell’infrastruttura portuale finalizzati a rilanciare lo scalo quarnerino.

Darko Glažar, comandante della Capitaneria di porto. Foto Željko Jerneić

Impossibile prevedere gli sviluppi
“Non c’è alcuna preoccupazione e la situazione è sotto controllo – assicura il responsabile della Capitaneria di porto, Darko Glažar –. Bisogna tenere presente che l’incubazione del virus è di 14 giorni e chiaramente una nave che parte dalle zone a rischio impiega molto più tempo per raggiungere l’Adriatico, per cui se qualche membro dell’equipaggio dovesse manifestare dei sintomi sospetti, la nave in questione verrebbe immediatamente bloccata. L’Organizzazione mondiale della sanità fornisce il modulo della cosiddetta Dichiarazione internazionale marittima sulla salute, che ogni comandante è tenuto a compilare. Qualora venissero segnalati febbre o altri sintomi che possono ricondurre al coronavirus, allora l’ispezione sanitaria frontaliera attiva immediatamente la procedura prevista in questi casi. A detta degli esperti, nei prossimi mesi potrebbe effettivamente esserci una flessione dei traffici via mare, ma al momento è impossibile prevederne gli sviluppi. Molto dipenderà da come si evolverà la situazione, se ci sarà un acutizzazione dell’epidemia o piuttosto un’attenuazione”.
Ma la minaccia del coronavirus non si limita soltanto al traffico merci, bensì anche a quello passeggeri. Basti vedere l’odissea che stanno attraversando i 3.700 passeggeri della nave da crociera Diamond Princess, da inizio mese ormeggiata in quarantena nel porto di Yokohama, in Giappone. A Fiume la stagione crocieristica scatterà appena ai primi di maggio, ma la vicenda del coronavirus potrebbe provocare qualche grattacapo all’Autorità portuale, anche perché quella che ci attende sarà un’annata record con ben 41 scali di grandi navi bianche già calendarizzati.

Rajko Jurman, responsabile del settore commerciale dell’Authority portuale. Foto Goran Žiković

Nessuna disposizione dal Ministero
“Non siamo preoccupati – ribadisce anche il responsabile del settore commerciale dell’organo portuale, Rajko Jurman –. La stagione prenderà il via appena a maggio, quindi al momento siamo ancora un po’ lontani. Stando ad alcuni indicatori, fino ad allora l’emergenza, se non rientrare, dovrebbe quantomeno venire messa sotto controllo. Naturalmente, al momento dello scoppio dell’epidemia l’industria crocieristica si è subito mossa. La maggior parte delle compagnie di navigazione ha adottato procedure precauzionali di controllo dei passeggeri e degli equipaggi. Le navi sono inoltre dotate di strutture mediche e di personale medico di bordo sempre operativo. Alcuni armatori hanno vietato l’imbarco ai passeggeri cinesi, altri ancora hanno esteso il divieto anche a coloro che sono stati in Cina negli ultimi 30 giorni e infine le compagnie attive sui mercati asiatici hanno cancellato a scopo precauzionale le navi in partenza verso l’Estremo Oriente. Per quanto riguarda invece i porti croati, al momento siamo in attesa di eventuali disposizioni da parte del Ministero della Sanità. Ad oggi, però, non ci è ancora arrivata nessuna comunicazione in merito”.
Quarnero: nessuna ripercussione sul turismo
A essere preoccupati per gli effetti del coronavirus sono soprattutto gli operatori turistici che temono una contrazione degli arrivi, in particolare dal mercato asiatico, sul quale negli ultimi anni la Croazia punta fortemente. “L’epidemia non avrà alcuna ricaduta sul turismo nel Quarnero. A differenza di altre regioni del Paese, noi miriamo principalmente al mercato europeo. I turisti cinesi sono molto rari dalle nostri parti. Ci sono poi gruppi un po’ più numerosi da altri Paesi asiatici, come ad esempio dalla Corea del Sud, ma comunque si tratta di numeri piuttosto esigui che non possono influenzare l’andamento turistico”, ha spiegato la direttrice dell’Ente per il turismo del Quarnero, Irena Peršić Živadinov.

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