Il caso di Mile Kekin svela un paradosso nei contributi statali agli artisti

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Il caso di Mile Kekin svela un paradosso nei contributi statali agli artisti
Mile Kekin. Foto: Antonio Ahel/ATAImages/PIXSELL

I due leader del gruppo fiumano Let 3, Zoran Prodanović Prlja e Damir Martinović Mrle, l’ex sovrintendente del Teatro Ivan de Zajc di Fiume, i cantanti fiumani Marko Tolja e Ana Kabalin, l’istriano Alen Vitasović, ma soprattutto Mile Kekin, la rockstar il cui nome è balzato in questi giorni agli onori della cronaca per lo scandalo “edile” scoppiato a Buie, in Istria.

Il caso di Mile Kekin ha sollevato polemiche e acceso i riflettori su un’anomalia normativa riguardante il pagamento dei contributi pensionistici e sanitari agli artisti da parte dello Stato. Nonostante la moglie di Kekin, Ivana, abbia ufficialmente dichiarato che il marito guadagna oltre 130.000 euro all’anno, lo Stato continua comunque a versare per lui i contributi previdenziali e sanitari.

Anche dopo un’attenta lettura del regolamento relativo al pagamento dei contributi per gli artisti, e nonostante le spiegazioni fornite dal Ministero della Cultura, resta un nodo irrisolto: perché nessuno controlla effettivamente quanto guadagnano gli artisti che ricevono questi benefici statali? E soprattutto, hanno ancora diritto a riceverli?

La lacuna giuridica, scrive 24 sata, risale a una modifica normativa introdotta dieci anni fa, quando fu abolito l’obbligo di verifica finanziaria per l’ottenimento del diritto ai contributi. È rimasta in vigore solo la revisione del numero di opere artistiche richieste per mantenere lo status di artista autonomo. Questo significa che, anche se un artista inizia a guadagnare cifre considerevoli, continua comunque ad avere diritto al sostegno statale, almeno formalmente.

Naturalmente, sia Kekin che altri nella sua situazione avrebbero potuto rinunciare volontariamente a questo privilegio, comunicando allo Stato che i loro guadagni sono ormai sufficienti per sostenersi da soli. Tuttavia, ciò non è accaduto.

Il Ministero della Cultura non nega che nell’elenco dei beneficiari possano esserci persone che guadagnano ben oltre la soglia prevista dall’ex regolamento. Va tuttavia detto che misure simili esistono anche in altri Paesi europei, proprio perché nel settore artistico i redditi sono spesso irregolari e discontinui. Un artista può avere un anno di grande successo economico e ritrovarsi senza entrate l’anno successivo.

Sul sito della Hrvatska zajednica samostalnih umjetnika (Associazione Croata degli Artisti Indipendenti) è disponibile l’elenco completo degli artisti autonomi ai quali è stato riconosciuto il diritto alla copertura statale dei contributi previdenziali e sanitari. In questo elenco figurano nomi di grande valore, protagonisti della scena culturale croata, che meritano pienamente il riconoscimento e il sostegno pubblico.
Tuttavia, accanto a loro ci sono anche nomi noti al grande pubblico — attori, musicisti, ballerini, intrattenitori — la cui inclusione solleva interrogativi, almeno per quanto riguarda i criteri economici o artistici che hanno permesso loro di ottenere questo beneficio.

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