Il bilinguismo anche negli uffici

Il sindaco Filip Zoričić ha firmato di recente la Delibera sull’uso della lingua italiana parlata e scritta nell’esercizio delle attività delle società commerciali e degli enti il cui proprietario di maggioranza o il fondatore è la Città di Pola. Ora non rimane che attendere l’attuazione...

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Il bilinguismo anche negli uffici
L’edificio in via Radić che ospita gli uffici della Vodovod, uno degli enti di cui la Città di Pola è fondatore. Foto: GIULIANO LIBANORE

Si chiama Delibera sull’uso della lingua italiana parlata e scritta nell’esercizio delle attività delle società commerciali e degli enti il cui proprietario di maggioranza/fondatore è la Città di Pola. Il documento reca in calce la firma del sindaco Filip Zoričić ed è in vigore dall’”ottavo giorno dalla pubblicazione sul Bollettino ufficiale”, quindi dal 16 agosto. Con la delibera in parola l’amministrazione municipale introduce di fatto il bilinguismo dove non aveva mai messo piede ufficialmente, benché fosse praticato spontaneamente tra personale e utenza italofona. A presentarcelo il vicesindaco in quota CNI, Bruno Cergnul, che considera l’estensione dei diritti minoritari alle aziende e agli enti controllati un passo importante nella tutela e nel mantenimento della lingua e dell’identità italiane nella pubblica amministrazione e nella dimensione civica in senso lato. Vediamo dunque le disposizioni di questo documento che si richiama esplicitamente sulla Costituzione della Repubblica, sulla Legge costituzionale sui diritti delle minoranze nazionali e sullo Statuto della Città di Pola.

Le disposizioni
Intanto viene stabilito il “diritto degli appartenenti alla minoranza italiana di usare liberamente la lingua italiana nella vita sociale e pubblica, nonché nella comunicazione ufficiale con l’ente locale”. L’articolo 2 dice che società ed enti sono tenuti ad avere tra i propri dipendenti “un traduttore o un numero adeguato di dipendenti che parlano la lingua italiana per la comunicazione con l’utenza minoritaria”. Secondo l’articolo 3 il bilinguismo si riferisce in particolare alle seguenti quattro situazioni. Primo, alle denominazioni delle società e degli enti, che d’ora in avanti saranno citati in entrambe le lingue (croata ed italiana). Secondo, ai moduli, agli inviti, ai certificati e altri avvisi pubblici trasmessi ai cittadini che oltre al testo ufficiale croato avranno anche la sua traduzione in italiano. Terzo, a tutte le comunicazioni all’utenza diffuse tramite i mass media, che dovranno avere al fianco del testo croato anche la sua traduzione italiana. E quarto, a tutte le comunicazioni promozionali, informative e pubblicitarie (video, volantini, avvisi…), che saranno divulgate in entrambe le lingue a prescindere dai canali di comunicazione. Nell’articolo 4 si dichiara inoltre che la delibera “ha l’obiettivo di garantire la parità dei cittadini di nazionalità italiana” e che tale “parità si realizza indipendentemente dalla richiesta formale dei cittadini”.

I presupposti
In allegato alla Delibera del sindaco compare la motivazione formulata dal viceassessore all’amministrazione locale Lovorka Hajdić Golja controfirmata dal vicesindaco Bruno Cergnul, che elencano le norme su cui poggia i presupposti e i motivi su cui si fonda l’atto amministrativo: sull’articolo 12 della Legge costituzionale sui diritti delle minoranze nazionali, che prescrive l’uso della lingua parlata e scritta per gli appartenenti alla minoranza quando ciò sia previsto dai trattati internazionali in conformità con la Costituzione, o dallo Statuto dell’ente locale (Città o Comuni bilingui). A questo punto da “facoltativo” e “personale” il bilinguismo allarga il suo dominio da piazza Foro a tutte le società erogatrici di servizi comunali controllate dalla Città di Pola (trasporti pubblici, approvvigionamento idrico, conferimento e smaltimento rifiuti, rete fognaria, spiagge pubbliche, impianti sportivi ecc.) ma anche agli enti pubblici controllati dall’amministrazione cittadina e quindi Biblioteca civica, Teatro Popolare Istriano, Pula Film Festival ecc. Stando a quanto asserisce il vicesindaco, la “transizione” richiederà i suoi tempi per tutta una serie di motivi. Intanto perché le denominazioni ufficiali devono passare per il registro del Tribunale commerciale e, seconda cosa, perché non in tutte le società o enti i dipendenti italiani o parlanti l’italiano sono ugualmente rappresentati.
“Per favorire la loro preparazione – ci dice il vicesindaco – l’amministrazione cittadina sta preparando una serie di corsi di italiano per funzionari e impiegati che desiderino imparare o perfezionare l’uso dell’italiano nel proprio settore professionale.

La Biblioteca cittadina ha già da tempo la dicitura bilingue.
Foto: GIULIANO LIBANORE

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