
Un sondaggio condotto tra il 14 e il 22 settembre scorsi su un campione nazionale di mille intervistati ha rivelato che il 46,2% dei cittadini croati è insoddisfatto dell’afflusso di lavoratori stranieri. Di questi, il 29,7% ha espresso un’insoddisfazione moderata, mentre il 16,5% ha dichiarato di essere fortemente contrario. D’altro canto, solo il 9,8% ha affermato di essere parzialmente soddisfatto della presenza di forza lavoro straniera, mentre appena l’1,3% si è dichiarato completamente soddisfatto. In totale, solo l’11,1% dei cittadini considera la presenza di lavoratori stranieri in Croazia come positiva, mentre il resto degli intervistati non ha espresso un’opinione precisa.
Differenze culturali e criminalità
Le principali ragioni dell’insoddisfazione riguardano le differenze culturali e la percezione di un aumento della criminalità. Il 70% degli intervistati insoddisfatti ritiene che l’arrivo di lavoratori stranieri incrementerà il tasso di criminalità, mentre il 68% sottolinea le differenze culturali come un motivo per cui i lavoratori stranieri non sono ben accolti.
Impatto sul mercato del lavoro
Inoltre, il 46,2% degli intervistati ritiene che la presenza di lavoratori stranieri riduca il costo del lavoro per i croati, e il 47,3% è convinto che ciò limiti le opportunità di impiego per i lavoratori locali. Gli uomini sembrano essere più insoddisfatti rispetto alle donne: il 55,1% degli uomini ha espresso malcontento verso i lavoratori stranieri, rispetto al 37,3% delle donne.
L’indagine ha rivelato anche differenze significative tra fasce d’età: solo il 29,1% dei giovani tra i 18 e i 29 anni ha espresso insoddisfazione, mentre la percentuale sale al 54% tra i cittadini di età compresa tra 46 e 65 anni. Le persone sopra i 65 anni mostrano tassi simili d’insoddisfazione.
Ivan Balabanić, responsabile della ricerca presso l’Istituto per lo Studio delle Migrazioni, ha commentato che i risultati rispecchiano quelli di indagini condotte in altri Paesi europei, come Regno Unito, Belgio, Germania e Danimarca. Ha evidenziato che l’intolleranza verso i lavoratori stranieri è più alta tra gli uomini, le persone anziane e quelle con un livello di istruzione inferiore. Inoltre, ha spiegato che le preoccupazioni non sono solo economiche, ma legate soprattutto alle percezioni culturali.
Balabanić ha sottolineato l’importanza di sviluppare politiche per favorire l’integrazione dei lavoratori stranieri, suggerendo un approccio che bilanci assimilazione e multiculturalismo. Tuttavia, ha avvertito che, senza un cambiamento nella percezione culturale, sarà difficile raggiungere una convivenza armoniosa.
D’altra parte, tra coloro che vedono positivamente la presenza di lavoratori stranieri, il 67,9% ha evidenziato l’arricchimento culturale come principale vantaggio, mentre il 58% ritiene che i lavoratori stranieri contribuiscano a ridurre la disoccupazione nei settori con carenza di manodopera.
Le regioni con il maggior dissenso verso i lavoratori stranieri
L’analisi per regione mostra che i cittadini della Contea di Koprivnica e di Križevci (42,3%) e della Regione di Brod e della Posavina (31,3%) esprimono i livelli più alti di insoddisfazione totale verso la presenza di lavoratori stranieri. In confronto, solo l’11,8% degli intervistati nella Regione istriana è completamente insoddisfatto, mentre in quella litoraneo-montana e nella Contea di Zagabria la percentuale scende intorno al 7%. Nella Regione di Varaždin, il 10% dei cittadini è totalmente contrario alla presenza di lavoratori stranieri. Un dato interessante emerge dalla Città di Zagabria e dalla Contea di Vukovar e dello Srijem, dove il 24,6% degli intervistati ha dichiarato un’insoddisfazione totale, segnalando un livello di malcontento paragonabile tra le due aree.
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