
All’INA tira aria di sciopero. I Sindacati rappresentativi della compagnia petrolifera nazionale, ovvero SING, il Sindacato dell’industria petrolifera INAŠ e il Sindacato indipendente dell’energia, della chimica e dei non metalli (EKN) hanno annunciato ieri di essere pronti a tutte le iniziative sindacali, compreso lo sciopero in tutte le società del Gruppo INA, se la direzione non rispetterà le loro richieste nelle trattative collettive e non accetterà un aumento salariale per tutti i lavoratori. Nel Gruppo che conta circa 2.700 dipendenti, oltre il 50 p.c. dei lavoratori lavora per un salario di 870 euro netti, che è molto inferiore ai 1.130 euro dello stipendio medio del Paese. I Sindacati affermano che nella più ricca e forte azienda croata i lavori più complessi vengono purtroppo svolti da professionisti sottopagati. I sindacalisti pertanto rilevano che il loro obiettivo è aumentare il salario base lordo di tutti i lavoratori, che dovrebbe, nella misura più ampia possibile, seguire l’aumento del salario minimo lordo”.
“Solo un contratto collettivo di qualità può garantire salari adeguati a tutti i lavoratori”, ha affermato il fiduciario sindacale dell’EKN, Zvonimir Mikloš. Ha fatto sapere che ieri è stata presentata al Consiglio economico sociale una richiesta per la procedura di conciliazione.
Tra 10 giorni dovrebbe essere chiaro se è stato raggiunto l’accordo di conciliazione, dicono i Sindacati, e con un eventuale sciopero vorrebbero incoraggiare il datore di lavoro a proseguire le trattative relative al contratto collettivo.
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