
Entro 10 anni, il 28 per cento dei contabili intende andare in pensione, e nei prossimi 5 anni un ulteriore 24 per cento, è quanto è emerso nel corso della seconda riunione dei contabili della Camera croata dell’artigianato (HOK), che nel fine settimana ha riunito a Trakošćan più di 200 commercialisti. Durante l’incontro sono stati discussi i problemi della professione contabile, ma sono state presentate anche proposte per il suo miglioramento.
Si è sottolineato che occorre avviare l’adozione di un curriculum professionale per l’acquisizione della qualifica di commercialista e insistere affinché la rendicontazione avvenga secondo il principio “un dato alla volta”, ossia che una volta presentati i dati, gli uffici contabili dello Stato le istituzioni si scambiano questi tra loro per i propri bisogni. I contabili chiedono inoltre l’adozione anticipata delle modifiche legali che entreranno in vigore il 1.mo gennaio, in modo che i loro uffici, così come gli imprenditori in generale, abbiano il tempo di adeguarsi.
Dal sondaggio presentato dalla presidente della sezione dei contabili della HOK Đurđica Mostarčić è emerso che le modifiche legislative riducono il tempo trascorso con la famiglia per il 76% dei contabili e la metà di loro dichiara che tali cambiamenti implicano più tempo per le spiegazioni ai clienti. Per ben il 46% degli addetti ai lavori comportano insoddisfazione e perdita di entusiasmo nei confronti del lavoro. Nel settembre di quest’anno erano attive quasi 4mila imprese nelle attività di contabilità, tenuta dei conti, revisione contabile e consulenza fiscale. Si è registrato anche un aumento multiplo della loro domanda, nel primo semestre dell’anno sul portale specializzato nella pubblicazione di offerte di lavoro sono stati pubblicati il 21% in più di annunci per posti in questo settore rispetto allo stesso periodo dello scorso anno.
Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.
L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.