L’Air Policing, il compito di monitoraggio e protezione dello spazio aereo croato in tempo di pace fino all’inizio del 2026 sarà effettuato dalle basi aeree dei vicini Paesi alleati di Italia e Ungheria, da parte degli Eurofighter italiani e dei Gripen ungheresi. Lo ha riferito il Ministero della Difesa di Zagabria. La Repubblica di Croazia non dovrà sostenere costi perché questo servizio non viene pagato, ha rilevato il Ministero, precisando che anche altri membri della NATO hanno affidato temporaneamente la protezione del proprio spazio aereo ai loro alleati durante qualche periodo di transizione, nel caso della Croazia fino all’entrata in servizio dei cacciabombardieri Rafale.
Il Ministero della Difesa ha già riferito che i Rafale proteggono sì la sovranità dello spazio aereo croato, ma temporaneamente non formano una coppia di caccia in servizio per non influenzare lo svolgimento dell’addestramento dei piloti.
I MiG-21 non sono più operativi
Fino ad ora, la coppia di caccia in servizio era formata da aerei MiG-21, che da ieri, 1º dicembre, non sono più operativi, ossia non effettuano più l’Air Policing. Il Dicastero ha notano che lo spazio aereo croato è parte integrante del sistema congiunto di sorveglianza e protezione dello spazio aereo alleato.
Accordo tecnico a Palazzo Aeronautica
Ricordiamo in questo contesto che il 17 settembre, presso una delle sale storiche di Palazzo Aeronautica a Roma, il capo di Stato maggiore dell’Aeronautica militare italiana, generale di Squadra aerea Luca Goretti, e il comandante dell’aviazione militare croata, maggiore generale Michael Križanec, hanno firmato un accordo tecnico riguardo le attività di Air Policing e Cross Border Operations nello spazio aereo dei due Paesi. Nello specifico, l’Accordo definisce i termini e le condizioni generali per la cooperazione tra le due forze aeree, italiana e croata, nell’ambito della protezione dello spazio aereo di entrambi i Paesi nei confronti di minacce derivanti da velivoli militari. L’Accordo tra i due Ministeri, attuato attraverso le rispettive aeronautiche militari, si inserisce in un quadro, quello del fianco est, in cui l’Italia ha già assunto diversi impegni. La Baltic Air Policing (BAP) infatti, missione NATO in vigore dall’aprile del 2004, vede la partecipazione continuativa dell’Aeronautica militare italiana già a partire dal 2015 con lo scopo di dimostrare la determinazione collettiva degli alleati nel mantenere una postura di natura difensiva, solida e compatta, a deterrenza di potenziali minacce alla sicurezza dell’area regionale di competenza.
La firma consente pertanto di implementare ulteriormente il servizio di sorveglianza dello spazio aereo (Air Policing) del fianco est, in particolare di Paesi quali Albania, Slovenia, Macedonia del Nord e Montenegro, oltre alla negoziazione in atto con la Grecia per quanto concerne la conduzione delle operazioni di Cross-Border.
L’Air Policing (AP) è una capacità di cui si è dotata la NATO e consiste nell’integrazione dei sistemi nazionali di difesa aerea dei Paesi membri in un unico sistema di difesa aerea.
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