
Dopo che Plinacro ha definito “irrilevanti e non interpretabili” i dati dello studio di Greenpeace sulle emissioni di metano in Croazia, l’organizzazione ambientalista ha respinto queste affermazioni e ha invitato l’azienda a condurre la propria ricerca e a pubblicarne i risultati.
Un’indagine condotta dal 25 al 31 marzo da Clean Air Task Force e Greenpeace ha rivelato che su 26 delle 27 località esaminate in Croazia si sono registrate emissioni di metano. Queste derivano da perdite di gas, sfiati e pratiche dannose come la combustione del gas in torcia.
Plinacro ha contestato questi dati, sostenendo che “non sono stati ottenuti secondo regole chiaramente stabilite e non sono rilevanti né interpretabili”.
Greenpeace ha ribattuto sottolineando che le informazioni diffuse sono aggiornate e verificabili, grazie ai dettagli sulle date di registrazione e alle coordinate GPS riportate nei video e nelle immagini.
L’organizzazione ha anche respinto l’affermazione di Plinacro secondo cui i dati sarebbero stati raccolti con una telecamera termica dalle limitazioni tecnologiche. La strumentazione utilizzata, una FLIR GF320, è infatti standard per la rilevazione del metano, utilizzata anche dall’industria fossile e conforme alle normative dell’Ue.
Sebbene Plinacro sostenga che la telecamera non rilevi esclusivamente il metano, Greenpeace evidenzia che le località analizzate sono specificamente destinate al trasporto di gas fossile, il cui componente principale (oltre il 90%) è proprio il metano.
In particolare, nella località contrassegnata come Ok-58H, Greenpeace ha rilevato un’importante fuoriuscita incontrollata di metano dal suolo. L’organizzazione esorta Plinacro a concentrarsi sulla risoluzione di questi problemi invece di mettere in discussione i risultati dello studio indipendente.
Plinacro ha risposto dichiarando che sta attualmente testando diverse attrezzature nel sistema di trasporto, conducendo ispezioni, manutenzioni e sostituzioni per correggere eventuali anomalie. Greenpeace si augura che queste dichiarazioni indichino un’effettiva volontà dell’azienda di ridurre le emissioni di metano e la invita a pubblicare i dati delle proprie indagini.
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