Giovani CNI a Roma tra innovazione e passato (foto)

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Giovani CNI a Roma tra innovazione e passato (foto)
Foto Nicole Mišon

Prosegue a gonfie vele il viaggio a Roma dei 32 giovani connazionali che hanno aderito all’iniziativa “EU Italian”, organizzata dal Settore attività giovanili della Giunta Esecutiva dell’Unione Italiana e dall’Associazione giovani della Comunità Nazionale Italiana. La seconda giornata è iniziata al The hub incubator della capitale, dove gli organizzatori Dyego Tuljak e Manuel Fischer hanno presentato la CNI ai partecipanti al viaggio formativo e di avvicinamento alle istituzioni con le quali le Comunità degli Italiani collaborano. È stata pure un’occasione per conoscere più da vicino il mondo della progettazione, in particolare l’ideazione del progetto, analizzando innanzitutto gli elementi del perché, del che cosa e del quando. Le giornate trascorse nella capitale saranno d’ispirazione per ampliare le proprie vedute e magari trovare spunti creativi per sviluppare la propria idea di gruppo, pensando fuori dagli schemi. L’intenzione è quella di lavorare e conoscere la storia, per questo sono importanti gli incontri con gli esuli, per capire meglio il perché di certe scelte e attraverso ciò trovare nuova linfa vitale per prospettive e iniziative future. I ragazzi e le ragazze che l’anno scorso hanno proposto l’idea vincente, in seguito hanno avuto la possibilità di realizzare il proprio progetto, dando vita al corso di fotografia per i giovani talenti che si è svolto a Montona, con l’intento di incrementare la partecipazione di ragazze e ragazzi al Concorso Istria nobilissima.

Foto Nicole Mišon

Dimostrare la vitalità della CNI

“Noi siamo il presente e il futuro della Comunità, prima lo capiamo, prima potremmo contribuire a lasciare un segno al suo interno, proseguendo la nostra lunga e ricca storia – ha commentato Dyego Tuljak -. In Croazia e in Slovenia abbiamo due seggi specifici al Parlamento per garantire l’attuazione dei nostri diritti; abbiamo inoltre due istituzioni quali l’Unione Italiana e la CAN costiera che aiutano a distribuire i fondi e garantire l’attuazione di iniziative, celebrazioni e progetti. Non possiamo dimenticare le scuole in lingua italiana, da cui molti di voi provengono e infine ci sono le Comunità degli Italiani”. Un ruolo fondamentale è ricoperto dal Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, interlocutore diretto tra Italia e la CNI di Slovenia e Croazia, il quale rappresenta uno dei finanziatori principali della nostra realtà, garantendo ogni anno i fondi necessari volti al loro funionamento. “Evidenziare il ruolo attivo dei giovani è essenziale per dimostrare la vitalità della Comunità, il suo futuro e di conseguenza ottenere maggiore supporto – ha dichiarato il titolare del Settore giovanile –. Avere l’Associazione giovani significa dare la possibilità ai nostri ragazzi e alle nostre ragazze di realizzare alcuni progetti, d’altro canto implica anche prendersi la responsabilità di portare a termine gli impegni presi”.

Foto Nicole Mišon

Desideri, speranze, paure

La mattinata è proseguita con il laboratorio guidato da Manuel Fischer, coinvolgendo i giovani e facendogli spiegare il loro punto di vista, le loro preoccupazioni, ma anche le speranze per il futuro e le proprie idee per migliorare la collaborazione tra i giovani e le Comunità degli Italiani. Il tutto analizzando le varie fasi progettuali, le app e gli strumenti che permettono di realizzare un piano in modo efficiente. Dall’attività sono emersi desideri, speranze ma anche paure, non sono pochi i giovani che vorrebbero avere un ruolo più attivo all’interno del proprio sodalizio, ma non sanno come entrare in contatto con la dirigenza o con chi avviare un dialogo per entrare in contatto con questo mondo. Tra i progetti nati troviamo quelli di un campo estivo di lingua italiana per i ragazzi delle Scuole medie superiori italiane, che spesso e volentieri parlano tra di loro in croato, oppure ideare un’app per creare una rete interattiva tra le Comunità ed essere sempre aggiornati.

Foto Nicole Mišon

È emersa anche l’idea di dare una nuova vita al bar “Circolo” di Palazzo Modello a Fiume, coinvolgendo i ragazzi proponendo quiz come luogo di socializzazione, e anche quella di un laboratorio letterario utilizzando il linguaggio del fumetto. Un altro gruppo ha proposto invece delle gite in mezzo alla natura per mantenersi attivi e trascorrere del tempo assieme conoscendo meglio il territorio e magari spingendosi anche oltre. C’è chi invece vorrebbe realizzare un festival intergenerazionale che unisca tutte le Comunità coinvolgendo settori come cucina, musica, cinema, arte e altro tanto altro ancora, oppure proporrebbe un ciclo di conferenze scientifiche con relatori giovani della CNI che studiano all’estero chiedendo anche agli alunni della SMSI quali sono i loro interessi. Infine è nata anche l’idea di un laboratorio di ceramica legando assieme creatività e tradizione.

Foto Nicole Mišon

La Casa del Ricordo

La seconda parte della giornata è proseguita con una visita guidata per Roma dal famosissimo Colosseo, attraverso i fori, giungendo al Campidoglio per terminare il percorso alla Casa del Ricordo dell’esodo degli istriani, fiumani e dalmati. I partecipanti hanno potuto scoprire aneddoti, curiosità e dati storici grazie a Maria Grazia Chiappori che, essendo a Roma, ha fatto da Cicerone al gruppo.

“Le nostre associazioni sono state attive ancor prima che venisse istituzionalizzato il Giorno del Ricordo nel 2004 – ha commentato Lorenzo Salimbeni responsabile della comunicazione dell’Associazione nazionale Venezia Giulia e Dalmazia –. Si è capito che il 10 febbraio è stato uno spartiacque per la nostra storia. La sempre maggiore unità di quello che è l’Adriatico orientale rappresenta per noi un incentivo sempre maggiore per riallacciare i legami tra gli esuli e tra quelli che si definivano rimasti, ma a noi piace chiamare italiani autoctoni”. Salimbeni ha ricordato anche l’ottima collaborazione nel tempo con la Città di Roma che ha sempre sostenuto l’Associazione, nonché il Centro studi fiumani, riconoscendo l’importanza degli esuli e della Comunità nazionale. “Siamo lavorando con un’agenzia turistica per organizzare e incentivare i cosiddetti viaggi del ricordo, che sono già iniziati – ha continuato –. La vostra presenza qui è anche una dimostrazione della collaborazione che stiamo effettuando con le Comunità e con gli italiani dell’altra sponda dell’Adriatico. Siamo inoltre molto felici che poche settimane fa ci hanno raggiunti anche i maturandi di Fiume. D’altro canto nella nostra Associazione ci sono giovani anche della terza generazione che si stanno interessando delle loro origini, vediamo che c’è tanta curiosità di venire a riscoprire la nostra storia”. Storie di vita interessanti, varie, coinvolgenti che hanno in comune l’origine da cui sono nate: l’Istria, Fiume e la Dalmazia.

Foto Nicole Mišon

La seconda giornata si è conclusa tra domande e risposte legate all’esodo, all’accoglienza positiva da parte dei romani nei confronti degli esuli, pur non negando che i primi tempi sono stati difficili in mancanza di un campo profughi. Informazioni importanti su cui ragionare per creare un futuro in cui la vicinanza tra italiani al di qua e al di là del confine sia sempre più stretta, con la speranza (forse utopica) di riuscir a rimarginare tutte le ferite.

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