
Un giovane di 26 anni è deceduto ieri, lunedì 24 marzo, all’Ospedale generale di Ragusa (Dubrovnik), dopo essere stato trasferito d’urgenza la sera precedente dalla località portuale di Ubli, sull’isola di Lagosta (Lastovo), fino a Vallegrande (Vela Luka), sull’isola di Curzola (Korčula), a bordo del traghetto Marko Polo. Successivamente, il giovane è stato trasportato fino a Sabbioncello (Orebić) e poi alla struttura ospedaliera di Ragusa (Dubrovnik), dove purtroppo è spirato lunedì, come riportato dal Dubrovački Dnevnik.
Sulla pagina Facebook “Putnički brodovi na Jadranu” è stato sollevato il tema della responsabilità dell’intervento. Uno degli amministratori ha evidenziato come, secondo le informazioni disponibili, il trasporto del paziente sia stato ritardato a causa delle cattive condizioni meteorologiche.
“Dove erano le unità attrezzate con imbarcazioni e velivoli specializzati per questo tipo di emergenze? Dove sono gli elicotteri di cui il Ministero dell’Interno e il Ministero della Difesa si vantano così tanto? Sono stati acquistati motoscafi veloci per il trasporto medico d’urgenza, capaci di raggiungere i 40 nodi e affrontare mare forza 5 e oltre. Perché non sono stati utilizzati? Dove erano le unità della Guardia Costiera croata? Le imbarcazioni della Polizia dormono nel porto spalatino di Lora? Dove sono gli elicotteri Black Hawk quando non trasportano il presidente Milanović? Perfino gli MI-8 o i nuovi modelli acquistati appositamente per le emergenze? Tutto era fermo a causa della tempesta? Hanno aspettato che qualcun altro intervenisse? Alla fine, il traghetto Marko Polo, con il suo capitano, ha dovuto salvare la situazione, nonostante navighi a soli 16 nodi? Massimo rispetto per il capitano e il suo equipaggio”, si legge nel post.
Il capitano Rundić: «Abbiamo fatto il nostro dovere»
Per chiarire i dettagli dell’operazione di soccorso, il Dubrovački Dnevnik ha intervistato Sandro Rundić, capitano del Marko Polo, la cui squadra ha risposto prontamente all’emergenza.
“Stavamo svolgendo il nostro servizio di linea regolare e siamo arrivati a Ubli intorno alle 23. Poco dopo, siamo stati contattati dalla dottoressa di turno a Lagosta (Lastovo), che ci ha informati dell’urgenza e della necessità di un trasporto per il paziente. Ci hanno detto che, a causa delle condizioni meteorologiche avverse, non era possibile far decollare un elicottero. Successivamente, siamo stati contattati ufficialmente dal Centro 112 e dalla Capitaneria di Porto. Eravamo pronti e siamo partiti immediatamente dopo aver preso a bordo il paziente. Con lui viaggiavano due dottoresse, un team medico, un autista e la madre del ragazzo”, ha spiegato Rundić.
Il traghetto è arrivato a Sabbioncello (Vela Luka) intorno all’1.15, dove il giovane è stato trasferito per continuare il viaggio verso l’ospedale di Ragusa (Dubrovnik). Nel frattempo, il Marko Polo è rientrato a Ubli verso le 3.30, per poi riprendere il servizio di linea alle 4.30.
“Questo è il nostro dovere, siamo qui per questo. Abbiamo già affrontato situazioni simili e sappiamo cosa il nostro traghetto può fare e cosa no”, ha dichiarato il capitano, minimizzando il gesto eroico del suo equipaggio, ma riconoscendo la difficoltà dell’intervento in condizioni meteo avverse.
Lulić: «È stato fatto tutto il possibile»
Il Dubrovački Dnevnik ha inoltre contattato Luka Lulić, direttore dell’Istituto di Medicina d’Emergenza della Contea di Ragusa (Dubrovnik) e della Narenta (Neretva), il quale ha definito infondate le accuse di ritardi nei soccorsi.
“È vero che il giovane è stato trasportato a Sabbioncello (Vela Luka) dal Marko Polo a causa delle condizioni meteo sfavorevoli. Gli elicotteri non potevano decollare. Era necessario un trasporto d’urgenza e il traghetto che si trovava già a Ubli era la scelta più logica e veloce per trasferire il paziente. Tutto il resto sono speculazioni infondate che non voglio commentare”, ha dichiarato Lulić.
Ha poi chiarito che la motovedetta medica specializzata per questi interventi si trovava a Ragusa (Dubrovnik) e avrebbe impiegato “quattro ore per raggiungere Lagosta (Lastovo) e tornare”, rendendo questa opzione inefficace rispetto al Marko Polo, già sul posto.
“I due medici presenti a Lagosta (Lastovo) hanno valutato la situazione del paziente e le condizioni del mare, decidendo che il traghetto fosse la soluzione migliore. Con il mare agitato, una piccola motovedetta avrebbe impiegato troppo tempo. Purtroppo, gli elicotteri non potevano volare, quindi in queste condizioni non era possibile garantire il cosiddetto ‘golden hour’ (tempo critico per salvare un paziente grave)”, ha concluso Lulić.r
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