Gabriele Salvatores: «Anche gli italiani sono stati degli immigrati»

All'Art cinema di Fiume si sono tenuti la première croata del nuovo film del premio Oscar italiano e l'incontro del cineasta stesso con il foltissimo pubblico dopo la proiezione

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Gabriele Salvatores: «Anche gli italiani sono stati degli immigrati»
Foto Ivor Hreljanović

L’Art cinema di Fiume è stato teatro mercoledì sera, 14 maggio, di un evento doppiamente speciale: la première croata del nuovo film del regista italiano Gabriele Salvatores,  “Napoli-New York” e l’incontro del cineasta stesso con il foltissimo pubblico dopo la proiezione. L’autore del celebre e molto amato “Mediterraneo”, film che gli ha fatto vincere un premio Oscar nel 1992, è risultato una calamita per i cinefili fiumani, ma ancor di più lo è stato il fatto che una buona parte di “Napoli-New York” è stata girata nel 2023 proprio a Fiume e sulla nave Galeb, mentre questa si trovava ancora nel cantiere navale di Kraljevica (Porto Re) ed era sottoposta a un complesso intervento di restauro.

La Little Italy di piazza Žabica

Dicevamo “una buona parte del film” ed è davvero così, in quanto tutte le scene che si svolgono nella Little Italy di New York sono state girate tra gli ex magazzini portuali in piazza Žabica (nel frattempo demoliti per dare spazio alla nuova autostazione in fase di edificazione), mentre la nave Galeb è stata il set del transatlantico Victory che porta i due giovanissimi protagonisti del film, Celestina (Dea Lanzaro) e Carmine (Antonio Guerra), nella Grande Mela.

La pellicola, la cui storia si basa sul soggetto di Federico Fellini e Tullio Pinelli dal quale Salvatores ha successivamente sviluppato la sceneggiatura, racconta con calore e umorismo la storia di due bambini, orfani e abbandonati a sé stessi in una Napoli che cerca di riprendersi dopo la distruzione della Seconda guerra mondiale, lanciando un messaggio di umanità e accettazione del diverso. Le difficoltà che i due bambini incontrano durante il loro viaggio verso gli Stati Uniti, la fame che li tormenta e tutti i pericoli ai quali vanno incontro vengono accennati, ma non rimarcati dal regista, che preferisce dare alla sua opera un’atmosfera di leggerezza e ottimismo, nonostante i temi complessi e difficili che affronta, quali il razzismo della popolazione bianca di New York verso gli immigrati italiani, gli afroamericani e tutti coloro che non rientrano nella loro categoria di “cittadini per bene”, la povertà e anche la violenza domestica.

Un invito alla riflessione

Il concetto che il regista sottolinea nel suo film si riassume nel pensiero pronunciato dalla stessa Celestina, una bambina di dieci anni, in una delle scene salienti del film: “Tu non sei straniero, sei solo povero. Chi è ricco non è straniero da nessuna parte”. Il regista ha deciso di includere nel film anche una descrizione spietatamente razzista e ingiusta degli immigrati italiani, pronunciata da un avvocato, che sarebbe stata stilata all’inizio del secolo scorso dalle autorità statunitensi, la quale viene ampiamente condivisa in Rete ormai da anni, ma per la quale non si conosce la fonte. L’intento, come spiegato da Salvatores dopo la proiezione del film, è stato quello di “ricordare agli italiani che temono gli immigrati che anche loro cent’anni fa si trovavano nella stessa situazione”. Il film si presenta come un chiaro invito alla riflessione, a rivedere le proprie posizioni, a mettersi nei panni dell’altro e del diverso, in quanto nessuno può essere certo di non dover subire un giorno il medesimo destino.

Il pubblico fiumano ha accolto con entusiasmo il film e lo ha premiato con un lungo applauso. Ai presenti si sono in seguito rivolti la direttrice dell’Art cinema, Slobodanka Mišković, Gabriele Salvatores e la giornalista e conduttrice di Radio Fiume, Selina Sciucca, che ha ricoperto il ruolo di traduttrice. Slobodanka Mišković ha rilevato che, dal momento che gran parte del film è stata girata a Fiume e a Kraljevica (Porto Re), alla proiezione hanno presenziato anche numerosi membri dell’équipe croata.

«I bambini sono sinceri»

Mišković ha voluto sapere in quale misura la sceneggiatura di Salvatores per questo film differisca dal soggetto inedito risalente a 80 anni fa, firmato da Fellini e Pinelli. Salvatores ha innanzitutto voluto ringraziare la Città di Fiume e i cittadini fiumani che hanno contribuito al film sia come comparse sia come tecnici. Ha voluto pure ringraziare tutti per l’accoglienza. “Quando la casa produttrice del film, Paco Cinematografica, mi ha chiesto di fare una pellicola tratta da un soggetto di Fellini e Pinelli, ho detto subito ‘no, grazie’ – ha dichiarato Salvatores –. Avevo molta paura a mettere le mani su qualcosa che ha scritto uno dei più grandi maestri del cinema, ma poi ho scoperto che questa storia era stata scritta prima che Fellini cominciasse a fare il regista, quindi prima che lui elaborasse la sua visione cinematografica, il suo stile. Ci sono delle tracce felliniane qua e là, ma Fellini non faceva ancora film. Scriveva sceneggiature prima di fare il regista”, ha spiegato Salvatores, il quale ha proseguito dicendo di amare molto il lavoro con i bambini “perché non hanno ‘sovrastrutture’, sono più sinceri, giocano”.

Ciò che lo ha attirato al soggetto è anche “il tema del viaggio, di lasciare il posto dove sei cresciuto per trovare una nuova vita. C’era soprattutto il tema della migrazione, che in questi anni è molto caldo, molto doloroso. La cosa che mi piaceva era anche di poter dire agli italiani che hanno molta paura dell’immigrato e del diverso che una volta eravamo noi i migranti. Il tema del viaggio, a cui tengo molto, è presente un po’ in tutti i miei film”, ha rilevato Salvatores, soffermandosi su un suo film girato pure in Croazia “in una delle isole più belle che io abbia mai visto e che si chiama Pago (Pag). Si tratta del film ‘Tutto il mio folle amore’”.

Difficile trovare una nave degli anni ‘40

Salvatores ha in seguito spiegato come è stato deciso di filmare sulla nave Galeb e a Fiume. “Tutta la scena di Little Italy, quando Carmine arriva nel quartiere italiano, è stata girata a Fiume. Alcune scene le avevo girate nell’antico porto di Trieste (anche lì si stanno smantellando costruzioni, come anche a Fiume). Il porto fiumano è molto simile a quello triestino, ma per certi versi è più bello. Per quanto riguarda la nave, è stato difficilissimo trovare una nave degli anni Quaranta su cui poter girare”, ha rilevato Salvatores, al quale si è ricollegato il produttore Federico Poillucci, socio fondatore e presidente della Friuli Venezia Giulia Film Commission, che ha raccontato come assieme a Salvatores ha fatto sei-sette film.

“Gabriele mi ha detto di voler fare New York a Trieste, al che gli ho detto di essere pazzo – ha osservato Poillucci –. Poi mi ha detto di trovare una nave degli anni Quaranta che si possa utilizzare, al che gli ho detto che in Italia non esiste una nave simile, ma poi mi sono rivolto al mio amico Danijel Pek (direttore della casa di produzione Antitalent e del Festival del film di Pola, nda), che ha proposto la nave Galeb”. Salvatores ha spiegato poi che all’epoca delle riprese la nave era ancora tutta rossa in quanto protetta dalla vernice antiruggine e completamente svuotata all’interno, priva di cabine.

Le riprese come una vacanza

“Grazie alle maestranze croate abbiamo ridipinto la nave di grigio e ricostruito le cabine e i corridoi”, ha spiegato, aggiungendo che la nave non si poteva muovere perché è senza motori, per cui è stato necessario contornarla con schermi blu per poi poter creare le immagini del mare con il computer. “Era anche emozionante girare sulla nave, in quanto abbiamo potuto vedere le cabine nelle quali hanno soggiornato Sophia Loren e, ad esempio, Churchill. Vorrei infine dire una cosa che nel corso della mia carriera mi è successa due volte – la prima volta con ‘Mediterraneo’, che abbiamo girato su una bella isola in Grecia e mi sembrava di essere in vacanza: quando giravamo a Kraljevica abbiamo trovato dei posti bellissimi dove tra una pausa e l’altra delle riprese facevamo il bagno. Quindi, anche questa volta le riprese sono state per noi come una vacanza. Non lo dico per fare dei complimenti: in questo Paese ci sono dei posti meravigliosi e mi piacerebbe anche tornarci”, ha concluso Gabriele Salvatores.

Slobodanka Mišković ha voluto ringraziare infine la Città di Fiume e il sindaco uscente Marko Filipović, che ha presenziato alla proiezione assieme a diversi membri dell’amministrazione cittadina, e tutti i professionisti di cinema che hanno lavorato al film per la collaborazione. Tra il numeroso pubblico anche la console generale d’Italia a Fiume, Iva Palmieri.

La replica del film è in programma il 21 maggio alle ore 19.

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