Furio Radin, eccezionale carriera politica a favore della CNI (foto)

Aula consiliare di Fiume gremita in ogni ordine di posti per la presentazione del libro di Neven Šantić sul vicepresidente del Sabor e deputato della minoranza italiana

0
Furio Radin, eccezionale carriera politica a favore della CNI (foto)

Sala consiliare del Municipio di Fiume straripante di persone venute ad assistere questa sera, venerdì 28 marzo, alla presentazione della biografia politica di Furio Radin, “Lo giuro, prisežem”, scritta da di Neven Šantić, al punto che qualche decina di persone è stata costretta a rimanere in piedi. Quella a Fiume è stata la prima presentazione dell’opera incentrata sul vicepresidente del Sabor e deputato della Comunità Nazionale Italiana, Furio Radin, dopo quella a Zagabria.
La direttrice dell’EDIT, Christiana Babić, in veste di moderatore, ha aperto la discussione notando che l’adesione è stata davvero straordinaria, tanto da non avere nulla da invidiare a quella fatta a Zagabria, quando erano presenti numerosi esponenti di governo e giudici costituzionali. Anche la serata fiumana ha visto la presenza di nomi di rilievo, tra cui l’ambasciatore italiano a Zagabria Paolo Trichilo, la console generale d’Italia a Fiume Iva Palmieri, il vicedirettore di RTV Slovenia con delega per i programmi italiani, David Runco, il sindaco di Fiume Marko Filipović, l’europarlamentare Romana Jerković Kraljić, il presidente della Giunta esecutiva dell’UI Marin Corva, il presidente dell’Assemblea Paolo Demarin e altri ancora.

Diversi sono stati gli interventi. Il sindaco Marko Filipović ha parlato di “una biografia politica impressionante”. Ha lodato Radin per essersi “affermato come un politico con valori europei. Un politico il cui volto non si può non riconoscere che ha promosso innanzitutto durante la sua carriera i valori umani”. “Abbiamo avuto una collaborazione aperta, opinioni diverse, ma abbiamo avuto modo di trovare un linguaggio comune”, ha rilevato il sindaco, facendo l’esempio dell’asilo italiano a Krnjevo attualmente in costruzione e ricordando il ruolo svolto in questo progetto da Corva. Radin è, a detta di Filipović, la figura che ha contribuito a rendere la CNI parte incancellabile dell’identità della Città.

Marin Corva ha ricordato che il lavoro politico di Radin è stato tutto dedicato alla CNI e all’UI. “Grazie Furio per quello che hai fatto per la nostra Comunità”, ha concluso. Il presidente dell’Unione italiana Maurizio Tremul non ha potuto partecipare di persona alla serata, ma ha inviato un messaggio che è stato letto al pubblico, nel quale ha sottolineato che Radin “in 33 anni di politica attiva ai livelli istituzionali più alti in Croazia, ha contribuito a scrivere la storia della CNI”. E ha aggiunto che “Furio è uno dei pochi politici di razza che l’Istria ci ha donato”.

«Il bilinguismo non fa male»

Paolo Trichilo si è complimentato con l’autore Neven Šantić “anche perché il suo è un libro che si legge bene, con facilità. Un libro istruttivo che ha trovato un equilibrio tra la biografia della persona e una narrazione più generale ed ampia della storia della Croazia. Ne esce fuori un affresco dove si combinano bene questioni politiche di alto livello, questioni giuridiche e aspetti più tipicamente biografici”. L’ambasciatore ha presentato una selezione dei passi che più lo hanno colpito, affermando che “la sua vita politica ha travalicato la componente della CNI”. Trichilo ha ricordato le parole della sua collega, l’ambasciatrice Emanuela D’Alessandro: “Radin ha agito per il bene della Comunità italiana, ha instaurato una collaborazione con gli esuli, incoraggiando i loro rapporti con i rimasti, ed è senz’altro uno dei migliori esponenti di quello che potremmo definire lo spirito di Trieste, di Pola, lo spirito europeo di collaborazione e di amicizia che travalica i confini”. Secondo l’ambasciatore, “l’Onorevole Radin ha saputo tradurre in termini operativi un’impostazione politica che poi ha avuto il pregio di tradursi in azione anche concreta”.

Radin si è rivolto al pubblico con “Un buonasera a tutti gli amici dell’Italia” in croato e “buonasera ai connazionali” in italiano. All’inizio del suo discorso ha ricordato la diatriba che ha avuto con il sindaco di Fiume, Slavko Linić, negli anni ’90. Dopo una lite ha fatto una chiamata, ha ottenuto un incontro e da lì in poi è stata riconosciuta l’autoctonia degli italiani di Fiume e concesso un seggio nell’Assemblea cittadina. Sul tema degli scontri politici, ha aggiunto che “nella nostra Comunità esce poco delle nostre liti, ma ci sono, come in tutti i gruppi umani”. Ha ringraziato per le lodi nei suoi confronti dicendo: “So che tutti noi abbiamo sognato di essere presenti al proprio funerale per sentire cosa dicono di noi… Sono commosso per le belle parole che sono state dette oggi”.

Si è soffermato in seguito sulla questione delle lingua. “Il bilinguismo non deve essere solo per gli italiani, ma per tutta la popolazione di questo territorio. Il bilinguismo non fa male a nessuno, fa bene a tutti quanti”. A prescindere dell’ostacolo nella comunicazione dovuto all’esistenza di lingue diverse, Radin è convinto che in futuro queste difficoltà verranno risolte dalla tecnologia, “ma a noi dispiace in un certo senso, dispiace che non siano state risolte dai popoli che hanno convissuto per tanti secoli”. Parlando del titolo del libro, Radin ha ricordato di essere stato “il primo a giurare in modo bilingue al Sabor, usando la formula dell’Assemblea della Regione istriana. Non c’è stata opposizione e tutti i deputati delle minoranze hanno poi, un anno dopo, seguito questo esempio”. Secondo Radin la politica comincia nelle Comunità degli Italiani e per questo ha dedicato ai loro rappresentanti un applauso. “L’inclusione non ha alternative per una società che vuole sopravvivere”.

«Specchio della politica»

Neven Šantić, giornalista freelance e scrittore, ha raccontato che lui e Radin si sono incontrati per caso in un’occasione a Zagabria e l’idea di scrivere un libro è giunta in modo spontaneo. Tutto lo sforzo profuso nello scrivere il libro ha avuto l’obiettivo di presentare tre cose. Prima di tutto il lato biografico. Ma allo stesso tempo il libro è anche una storia della democrazia in Croazia. Radin è una delle figure più importanti per lo sviluppo democratico del Paese perché ha dovuto affrontare sfide diverse: “La sua attività è stata veramente politica perché ha permesso di risolvere problemi che fino ad allora apparivano insormontabili”. Il terzo filone è quello della CNI. Importanti anche le questioni sul diritto all’uso della lingua nelle unità di autogoverno locale. In questo campo ha ricordato il ruolo della Dieta democratica istriana, un rompighiaccio in Croazia per molti temi politici, dai quali si poteva fare un passo avanti in ambito nazionale. Radin diventa così, secondo l’autore, uno specchio della politica croata, nella quale, nonostante le carenze, sono stati fatti progressi.

Tutti i diritti riservati. La riproduzione, anche parziale, è possibile soltanto dietro autorizzazione dell’editore.

L’utente, previa registrazione, avrà la possibilità di commentare i contenuti proposti sul sito dell’Editore, ma dovrà farlo usando un linguaggio rispettoso della persona e del diritto alla diversa opinione, evitando espressioni offensive e ingiuriose, affinché la comunicazione sia, in quanto a contenuto e forma, civile.

No posts to display