Fiume. Paolo Rossi & Co, le memorabilia al Museo civico (foto)

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Fiume. Paolo Rossi & Co, le memorabilia al Museo civico (foto)
Foto Mauro Bernes

In quel magico 1982 vinse il Mondiale, il titolo di capocannoniere del torneo e il Pallone d’oro. In quell’edizione mise in ginocchio il Brasile di Zico, Falcao, Socrates, Cerezo e Junior con quella clamorosa tripletta nella seconda fase a gironi rifilata ai fenomeni verdeoro che secondo tutti quel Mondiale spagnolo lo avrebbero dovuto vincere.

Video Riccardo Giannotti

Poi ancora una doppietta nella semifinale con la sorprendente Polonia e infine la rete che aprì le marcature nella finalissima al Santiago Bernabeu contro la Germania Ovest di Rummenigge. E pensare che in Spagna non sarebbe nemmeno dovuto esserci dopo la brutta vicenda del calcioscommesse che lo travolse due anni prima (lui si è sempre professato innocente). La squalifica terminò nell’aprile del 1982, a meno di due mesi dalla Coppa del Mondo. Giusto il tempo di giocare le ultime tre partite di campionato con la Juventus (che vinse lo scudetto) e di segnare un gol all’Udinese. E tanto bastò a Enzo Bearzot per convocarlo. Il resto è storia. In quella magica estate Paolo Rossi divenne per sempre Pablito.

Da Pelé e Maradona a Messi e CR7

Nel Museo Civico (Cubetto) di Fiume è stata inaugurata la mostra sulla vita e la carriera di Paolo Rossi, sbarcata per la prima volta in Croazia (da sabato 25 gennaio fino al prossimo 14 febbraio). Tra i cimeli più significativi spiccano il Pallone d’oro vinto nel 1982, il Pallone d’oro del Mondiale, la Scarpa d’oro per il miglior marcatore di quell’edizione iridata, gli scarpini con i quali segnò tre gol al Brasile e la maglia che indossò nella finale di Madrid contro la Germania Ovest.

Foto Mauro Bernes

E poi ancora le maglie firmate da Totti, Ibrahimović, Neymar, Mbappé e Guardiola tutte dedicate all’indimenticabile Paolo; i video di Andrea Bocelli, Eros Ramazzotti, Adriano Panatta, Gianni Infantino e Roberto Baggio, con il Divin Codino che si è innamorato del pallone vedendo giocare Pablito quando militava nel Vicenza. Ma la mostra non si limita solamente all’eroe del Mundial ’82, bensì raccoglie un totale di 600-700 cimeli appartenuti a campioni che hanno scritto la storia del calcio.

Foto Mauro Bernes

E quindi ecco che si possono ammirare anche le maglie di Maradona, Pelé, Alfredo Di Stefano, Gerd Müller, Giuseppe Meazza, Sandro Mazzola, Bobby Charlton, George Best, Falcao, Lev Yashin, Ferenc Puskas, Franz Beckenbauer, Johan Cruijff, Dino Zoff, Hristo Stoichkov, Lothar Matthäus, Roberto Baggio, Paolo Maldini, Franco Baresi, Marco van Basten, Michel Platini, Ronaldo, Cristiano Ronaldo, Lionel Messi, Fabio Cannavaro, Kakà Zinedine Zidane, Neymar, Zlatan Ibrahimović, Luis Figo, Eusebio, Gigi Buffon, Francesco Totti, Andrea Pirlo, Ronaldinho, Kylian Mbappé, Erling Haaland… Comprese le maglie di tutti e 47 i vincitori del Pallone d’oro, da Stanley Matthews che vinse il primissimo trofeo nel lontano 1956 a Rodri trionfatore nel 2024. Oltre a uno dei tre Palloni d’oro vinti da Cruijff all’inizio degli anni ’70. Roba da far strabuzzare gli occhi anche agli appassionati più esigenti.

Foto Mauro Bernes

Una mostra che abbraccia tutte le generazioni, da coloro che ricordano ancora le gesta di Di Stefano e Puskas negli anni ’50 e ’60 agli appassionati di oggi che si sono innamorati con Cristiano Ronaldo e Messi.

Foto Mauro Bernes

E siccome siamo in Croazia, non poteva certamente mancare un angolo riservato al calcio croato, che a livello di nazionale ha scritto pagine memorabili negli ultimi 30 anni. Ecco così la maglia che Luka Modrić indossò durante la finale di Champions League a Cardiff contro la Juventus nel 2017, e poi quelle di Davor Šuker, Robert Prosinečki, Zvonimir Boban, Alen Bokšić, Dario Šimić, Marcelo Brozović, Mateo Kovačić, Igor Tudor, Mario Pašalić… Quella “piccola” Croazia capace di salire per ben tre volte sul podio mondiale…

Foto Mauro Bernes
Foto Goran Žiković
Foto Goran Žiković
Foto Goran Žiković

Insomma, tutto il meglio del calcio di ieri e di oggi concentrato a Fiume grazie in particolare al Museo FIFA e ad alcuni dei più importanti collezionisti del mondo che hanno messo a disposizione tutte queste preziosissime memorabilia. Un progetto che si avvale della collaborazione dell’Ambasciata d’Italia in Croazia, dell’Università di Fiume, dell’Unione Italiana, della Federesuli, della Federcalcio croata, della Facoltà di Giurisprudenza di Fiume con l’Istituto SLPD e dei main sponsor PBZ (gruppo Banca Intesa Sanpaolo) e Generali, oltre che di altri partner.

Foto Mauro Bernes
Foto Mauro Bernes

Alla cerimonia del taglio del nastro erano presenti Krešimir Šamija, titolare dell’Ufficio per lo Sport presso il Ministero croato del Turismo e dello Sport; Paolo Trichilo, ambasciatore italiano in Croazia; Snježana Prijić-Samaržija, rettrice dell’Università di Fiume; Mario Carini, CEO Generali Croazia; Dario Grassani, vicepresidente PBZ; Federica Cappelletti, moglie di Paolo Rossi e presidente della Lega Serie A femminile; Vladimir Iveta, vicesegretario generale presso la Federcalcio croata; Marin Corva, presidente della Giunta Esecutiva dell’Unione Italiana; Renzo Codarin, presidente della Federesuli; Gianluca Zambrotta, campione del mondo 2006 con l’Italia; Dubravko Šimenc, ex campione olimpico di pallanuoto in rappresentanza dell’Ente nazionale croato per il turismo; Marco Schembri, curatore della mostra; Vanja Smokvina, docente di Diritto sportivo presso la Facoltà di Giurisprudenza di Fiume e co-organizzatore locale dell’evento. Poco prima, tutti loro sono stati relatori alla conferenza di presentazione della mostra.

Foto Mauro Bernes

Storytelling

Pablito è stato l’unico calciatore ad aver vinto il Mondiale, il Pallone d’oro, il Pallone d’oro per il miglior giocatore del Mondiale, la Scarpa d’oro e il Collare d’oro del CONI – spiega il curatore Marco Schembri –. Ringrazio in particolare PBZ e Generali perché dopo aver portato Roberto Baggio ad Abbazia e Alex Del Piero a Zara, ora è stata la volta di Paolo Rossi a Fiume. Questa mostra è uno storytelling, un percorso non solo di sport ma anche di cultura per raccontare l’uomo Paolo Rossi. E complimenti alla Croazia per aver ben figurato agli ultimi due Mondiali, a differenza dell’Italia… Sono felice di essere a Fiume, che ci ha accolti benissimo, ci sentiamo come a casa e ci tornerò ancora tante altre volte in futuro”.

Occhi lucidi per la moglie Federica Cappelletti dopo un video dedicato a suo marito. “Torno a Fiume con grande piacere. La volta scorsa come presidente della Lega Serie A femminile, ora sempre come presidente ma soprattutto come moglie di Paolo. Lui ha incarnato i valori di fairplay e umanità, valori che continuano a unire Paesi. Fa piacere avere qui Zambrotta, nel quale rivedo gli stessi valori di Paolo”.

Foto Goran Žiković

Nel suo intervento l’ambasciatore Paolo Trichilo ha letto un messaggio del ministro italiano dello Sport e dei Giovani, Andrea Abodi, nel quale il ministro ha ricordato i legami storici tra Italia e Croazia, di come incontri come questo favoriscano il rafforzamento della collaborazione in vari settori e di come lo sport racconti grandi storie di vita, di sacrificio e di fairplay, che lasciano in eredità preziose testimonianze per le generazioni future, oltre che valorizzare le diversità e ampliare gli orizzonti.

Marin Corva, parlando a nome dell’Unione Italiana, ha ricordato come “la nostra è una comunità piccola, ma portatrice di una grande cultura. Questa mostra accomuna la nostra nazione di origine e quella in cui viviamo. Veniamo spesso definiti un ponte tra le due culture e nazioni e quando queste due culture dialogano finiscono spesso per parlare di calcio. In Italia il calcio è molto più di uno sport. La nostra comunità non lo pratica ad alto livello, ma lo utilizza come uno strumento per unire le persone. Per Fiume è un grande onore poter ospitare un evento di tale portata”.

Marin Corva con la maglietta ricevuta in regalo da Zambrotta e Christiana Babić. Foto Mauro Bernes
I pallanotisti Samir Barač e Dubravko Šimenc, il campione del mondo Gianluca Zambrotta e l’ex di Milan e Inter, Dario Šimić. Foto Mauro Bernes

Zambrotta: «Un ragazzo d’oro»

Il più atteso non poteva che essere lui, Gianluca Zambrotta, uno degli eroi del Mondiale 2006, oltre che uno dei terzini più forti della sua epoca. “Paolo è stato per la mia generazione un idolo. Ma anche un esempio in campo e fuori. Ho avuto la fortuna di conoscerlo e devo dire che ancor più fuori dal campo era veramente un ragazzo d’oro: Paolo incarnava tutti i valori dello sport”.

Krešimir Šamija, portando i saluti del ministro croato del Turismo e dello Sport, Tonči Glavina, ha ammesso di non avere un ricordo del Mondiale ’82 avendo all’epoca solo due anni, ma che ricorda benissimo l’Italia protagonista ai Mondiali del 1990 e 1994. “Il 1982 è parte dell’identità italiana. So che nelle prime tre partite di quel torneo Paolo non era andato a segno, eppure nonostante ciò il selezionatore (Bearzot, nda) ha continuato a dargli fiducia e lui quella fiducia l’ha ripagata segnando sei gol nelle restanti partite entrando così nella leggenda”.

Per Vladimir Iveta “qui è raccolta l’intera storia del calcio. Un’esposizione che si rivolge a tutti gli appassionati, non soltanto ai collezionisti. Tanti calciatori croati militano nei campionati italiani e… quattro tecnici italiani allenano in Croazia (includendo Paolo Tramezzani, nda). È incredibile come la Croazia abbia uno score in positivo con i quattro volte campioni del mondo. È bello che questa mostra sia arrivata nella città della squadra che è in testa al campionato”.

Foto Goran Žiković

La rettrice Snježana Prijić Samaržija ha detto di “non essere la persona più autorevole per parlare di calcio, ma posso dire che lo sport è una lingua universale che tutti parlano e che unisce le persone. Ospitare una mostra che ha girato mezza Europa e che dopo Fiume partirà per New York, all’ONU, rappresenta un’opportunità preziosa”.

Renzo Codarin ha ricordato che lo scudetto è stato inventato proprio a Fiume. Fiume che inoltre agli inizi del Novecento aveva dato i natali a fortissimi calciatori che hanno fatto le fortune di diverse squadre di Serie A, come Ezio Loik, colonna del Grande Torino, e lo “Sciabbolone” Rodolfo Volk della Roma.

Dubravko Šimenc, oro alle Olimpiadi di Seul 1988, ha parlato della sua stagione vissuta al Como a metà degli anni ’90 e di come con la calottina dei lariani vinse la Coppa Comen. “L’aver giocato a Como mi lega a Paolo e a Gianluca (Zambrotta, nda), con il quale ci siamo visti due mesi fa proprio a Como”.

Infine, Mario Carini ha ammesso di avere un ricordo sfocato del Mundial ’82 (“Avevo tre anni”), a differenza invece di Dario Grassani (“Avevo nove anni perciò il mio ricordo è molto più lucido”).

Foto Mauro Bernes
Foto Mauro Bernes
Foto Mauro Bernes
Foto Mauro Bernes

Spunta a sorpresa Dario Šimić

Al termine della conferenza, chiusasi con l’abbraccio fraterno tra Marco Schembri e Vanja Smokvina, la delegazione si è incamminata verso il museo. A tagliare il nastro sono stati Federica Cappelletti, Snježana Prijić Samaržija, Paolo Trichilo, Gianluca Zambrotta e Krešimir Šamija. A unirsi alla mostra sono state diverse autorità sportive e politiche di Fiume, tra cui anche la console generale d’Italia a Fiume, Iva Palmieri. E tra loro, un po’ a sorpresa, è spuntato pure Dario Šimić. “Da amante del calcio non potevo certo mancare”, ci ha confidato mentre ammirava i vari cimeli in esposizione.

Foto Goran Žiković
Foto Goran Žiković

Prima di Fiume la mostra “Paolo Rossi e le leggende del calcio” aveva fatto tappa Roma, Milano, Firenze, Torino, Trento, Rimini, Bologna, Venezia, Zurigo, Belgrado, Tirana e Skopje. Come detto, a partire da sabato 25 gennaio sarà aperta al pubblico (con ingresso libero, lunedì-sabato dalle 10 alle 18), dopodiché volerà oltreoceano, a New York, per essere allestita nella sede delle Nazioni Unite.

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