Fiume. Malversazioni fondi Ue: «Croazia come gli altri Paesi membri…»

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Fiume. Malversazioni fondi Ue: «Croazia come gli altri Paesi membri…»
Il Centro di ricilaggio coinvolto dall'inchiesta della Procura europea. Foto Roni Brmalj

Gli scandali sulle presunte malversazioni con i fondi europei hanno investito anche il capoluogo quarnerino. Si è trattato di un fulmine a ciel sereno per la città. Che si è trovata improvvisamente sotto i riflettori pure a livello nazionale. Così gli arresti effettuati ieri a Fiume e nel Međimurje dalla Procura europea (EPPO), in collaborazione con l’Ufficio per la lotta alla corruzione e alla criminalità organizzata (USKOK), per utilizzo improprio dei mezzi messi a disposizione dai fondi di coesione dell’Unione europea, hanno suscitato una valanga di reazioni. Il presidente del Sabor, Gordan Jandroković, ha dichiarato che la Croazia non si discosta da altri Paesi dell’Ue in cui si sospetta un uso improprio del denaro europeo, affermando che ovunque ci siano mezzi finanziari europei, ci siano anche tentativi di manipolarli.

Interpellato in merito all’operazione a Fiume e nel Međimurje voluta dalla Procura europea (Eppo), Jandroković ha affermato che recentemente al Sabor, Ivana Maletić, membro della Corte dei conti europea, gli aveva detto che in Croazia non c’erano più casi sospetti di uso improprio di denaro europeo rispetto ad altri Paesi dell’Unione. “Mi ha detto altresì che simili fatti si verificano in tutti gli altri Stati europei”, ha dichiarato Jandroković ai giornalisti che gli hanno chiesto se la Procura europea fosse più efficiente della Procura di Stato croata. “Non saprei – ha risposto il presidente del Sabor –. Date un’occhiata alla statistiche non solo su quanti casi vengono avviati, ma anche quanti vengono portati a termine con successo”.

Non poteva mancare il commento del ministro dello Sviluppo regionale e dei Fondi europei, Šime Erlić. “Non ho informazioni sull’arresto di cinque persone per presunta appropriazione indebita di denaro dai fondi dell’Unione europea”, ha affermato, aggiungendo che “il suo dicastero collabora con tutti gli organismi che si occupano del controllo dell’utilizzo di denaro proveniente da fondi europei”. “Sono rimasto sorpreso…”. “Per ora è impossibile dire altro perché non c’è modo di essere informati in altra maniera se non attraverso i media quando succedono cose del genere”, ha aggiunto. “Per me è difficile dire quanto sia grave la situazione e di cosa si tratti”, ha detto ancora Erlić aggiungendo che il suo Ministero ha un proprio sistema di controllo dell’utilizzo dei fondi e collabora con tutti gli organismi che controllano il denaro provenienti dai fondi. “La Procura europea è completamente indipendente nel suo lavoro e avvia procedimenti, come quello di questa mattina, in conformità alle indagini segrete che sta conducendo. “In questo momento non posso dire altro”, ha concluso il ministro Erlić.

Ovviamente anche l’opposizione ha voluto esprimersi in merito all’arresto di cinque persone a Fiume e nella Regione del Međimurje. “I casi di corruzione in Croazia non sarebbero stati scoperti senza un procuratore europeo”, questo il parere espresso dall’opposizione. “Le azioni intraprese dalla Procura europea dimostrano che, quando si tratta dell’utilizzo dei fondi dell’Ue da parte della Croazia e delle unità dell’autogoverno locale, questa è solo la punta dell’iceberg quando si tratta di appropriazione indebita e corruzione. È inaccettabile che a causa dell’incompetenza o della mancanza di volontà politica in seno alla Procura di Stato o in altre istituzioni, solo in base all’ordine del procuratore europeo le persone accusate di corruzione vengano assicurate alla giustizia e sanzionate”, ha dichiarato Davor Bernardić (Socialdemocratici). Ha sottolineato che in questo modo si perda fiducia nel sistema e si dimostri che la Croazia come Paese funziona male. “Qui – ha sottolineato Bernardić – stiamo parlando di corruzione sistemica, presente in ogni segmento dello Stato e del potere pubblico, a tutti i livelli. Attendo che ci siano più indagini di questo tipo su richiesta del procuratore europeo.”

“La Procura europea in Croazia ha goduto, gode e credo godrà della nostra fiducia”, ha affermato Arsen Bauk (Sdp). “Al momento non sono a conoscenza di politici coinvolti nell’azione, quindi mi asterrò dal commentare e se qualcuno del sistema ha commesso un errore sarà punito”, ha detto.

“Non me ne voglia la Chiesa, ma io eleggerei un nuovo Papa ogni due o tre anni, e a Fiume il potere non è cambiato dal 1945. Non è un bene che qualcuno si sieda sulla sedia e vi rimanga lì per 10 o 20 anni”, ha detto Marin Miletić (Most) commentando gli arresti avvenuti nel capoluogo quarnerino e nella Regione del Međimurje, situata nella parte nord-occidentale del Paese.

“Le manette sono scattate ai polsi degli stretti collaboratori dell’ex sindaco di Fiume, Vojko Obersnel. I nostri politici se avessero almeno una briciola di vergogna, in casi del genere, si dimetterebbero tutti, dal sindaco in poi, perché la loro squadra è stata arrestata. Non hanno un pizzico di vergogna, sono sfacciati”, ha dichiarato Miletić. “Devo dire di essere sorpreso. Ho sentito la notizia questa mattina come tutti gli altri. E non so davvero nulla in merito. Lo vedremo prossimamente”, ha dichiarato Zlatko Komadina, presidente della Regione litoraneo-montana. “Ci atteniamo alla presunzione di innocenza”, ha detto.

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