Fiume chiede l’allestimento di un laboratorio per i test di Covid-19

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Fiume chiede l’allestimento di un laboratorio per i test di Covid-19

“Tre persone in stretto contatto con i primi due pazienti affetti da coronavirus a Fiume si trovano da giovedì in isolamento domiciliare. Sono asintomatici o con sintomi lievi. La situazione epidemiologica è sotto controllo. Rassicura il fatto che i nuovi pazienti siano membri della famiglia allargata dei primi pazienti registrati nel capoluogo quarnerino alla fine di febbraio. Il che significa che il virus non circola liberamente a Fiume”. Lo ha dichiarato Dobrica Rončević, responsabile del Reparto di epidemiologia dell’Istituto per la salute pubblica della Regione litoraneo-montana durante la conferenza stampa di venerdì mattina nella sede dell’amministrazione regionale. Lo stato di salute del paziente 1 (si tratta dell’uomo rientrato da Parma dove lavorava e risultato infetto alla fine di febbraio) è stabile. Ricapitolando, a Fiume ci sono 3 pazienti positivi ricoverati nella Clinica per le malattie infettive, mentre altre 5 persone affette da Covid-19 sono in isolamento domiciliare. “In tutto nella Regione litoraneo-montana sono 700 le persone in quarantena domiciliare. Chi si trova in isolamento nella propria abitazione verrà controllato dagli organi competenti onde evitare la violazione delle disposizioni, ovvero che esca da casa. Chi non si atterrà alle misure impostegli per un periodo di 14 giorni, verrà sanzionato in base al Codice penale”, ha sottolineato Marko Boras Mandić.
Intanto si registra un maggior numero di rientri di cittadini croati che lavorano all’estero, visto che numerosi Paesi hanno deciso di chiudere o comunque di introdurre controlli più severi ai valichi di confine. Nella maggior parte dei casi sono le autorità confinarie (ispettori sanitari in primo luogo) a rilasciare il documento che richiede l’autoisolamento di coloro che potrebbero essere casi sospetti di Covid-19. Tali persone si rivolgono, quindi, agli epidemiologi per definire quanto siano a rischio e quali misure si debbano intraprendere. Di solito si tratta di autoisolamento. “Ci sono persone che sottacciono di arrivare da zone rosse. Il loro è un comportamento irresponsabile sia nei confronti dei membri delle loro famiglie che di tutta la comunità”, ha ribadito Rončević, aggiungendo come i servizi competenti siano subissati da telefonate di persone con lievi sintomi influenzali, che però non hanno soggiornate nelle zone rosse e non sono state a contatto con persone contagiate. Ma nonostante tutto si rivolgono ai medici e agli epidemiologi con la richiesta di essere trattati da malati di Covid-19. “Tutto ciò non fa altro che gravare sul sistema sanitario impedendogli di dedicarsi maggiormente a quelli che sono i veri e attuali problemi”, ha dichiarato Rončević.
Va detto, inoltre, che sono in corso i preparativi per allestire a Fiume un laboratorio dove si potranno effettuare i test del coronavirus evitando così di doverli inviare a Zagabria alla Clinica per le malattie infettive “Fran Mihaljević”. “Finora nella Regione litoraneo-montana sono stati effettuati tra i 60 e i 70 tamponi, a livello nazionale circa 500. Cifre di gran lunga inferiori rispetto a quelle della Slovenia o del Friuli Venezia Giulia che toccano quota 3mila”, ha dichiarato Marko Boras Mandić.
Da mercoledì scorso da quando cioè è stata imposta la quarantena per i cittadini italiani che volevano entrare in Croazia, nessun cittadino del Belpaese ha varcato il confine italo-croato. L’Unità di crisi della Protezione civile della Regione litoraneo-montana ha richiesto la stessa misura anche per sloveni, austriaci e tedeschi. “Chi vuole entrare in Croazia dovrebbe presentare un certificato medico che attesti il suo stato di salute. Questa è una misura ragionevole e oltremodo necessaria. Non stiamo chiudendo i confini. Stiamo lottando con una minaccia chiamata coronavirus”, ha sottolineato Boras Mandić.
Nei prossimi 30 giorni, ossia fino a Pasqua, saranno in vigore numerose restrizioni che riguardano, tra l’altro, la chiusura di tutte le case dell’anziano (la misura scatterà lunedì 16 marzo) come pure quella di asili, scuole e università. Tutti gli eventi culturali e sportivi sono stati cancellati. In accordo con i sindaci di Comuni e Città della Regione litoraneo-montana si potrebbero introdurre limiti alle aperture degli esercizi di ristorazione.

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