Fiume. Ancora provocazioni: fermati e multati 4 giovani italiani

Stamattina di buonora alcune persone hanno appeso una grande bandiera del Regno d'Italia sull'inferriata del Palazzo del Governo proprio nel giorno del centenario dell'Impresa di D’Annunzio

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Fiume. Ancora provocazioni: fermati e multati 4 giovani italiani

Dopo che la bandiera dell’Italia è stata issata sul Castello di Tersatto, un’altra provocazione di stampo fascista a Fiume. Stamattina buonora alla Polizia è giunta voce di un’enorme bandiera del Regno d’Italia appesa sull’inferriata del Palazzo del Governo proprio quando si ricorda il centenario dell’ingresso di D’Annunzio a Fiume. Immediato l’intervento degli agenti che sul posto hanno trovato alcuni volantini di propaganda.
La rivendicazione è arrivata su Twitter. A compierla il misterioso gruppo de “Gli Idraulici”, già protagonista, come scrive ilgiornale.it, di azioni goliardiche a Bibbiano e Lampedusa e vicino al gruppo identitario de Il Talebano, diretto dal sociologo Fabrizio Fratus.
“Oggi, nel centenario dell’impresa di Fiume – ha spiegato il gruppo in una nota – abbiamo voluto dimostrare che ora come allora alcuni Italiani non si arrendono. Abbiamo voluto dimostrare che esistono ancora italiani che non sono disposti ad accettare di essere rappresentati da un governo fantoccio che non difende gli interessi nazionali. Da un governo che anziché difendere i propri confini e i propri cittadini spalanca le porte agli invasori. Da un governo di uomini e donne che non conoscono bellezza, coraggio, audacia, dignità. Oggi un gruppo di Italiani ha issato il tricolore sulla facciata del Palazzo del Governatorato di Fiume”.
“L’impresa della Banda degli Idraulici – spiegano ancora – la terza dopo quella di Lampedusa e quella di Bibbiano, non vuole rivendicare un nazionalismo ottuso, ignorante ma soprattutto inattuale ed ancor meno rappresentare alcun sentimento nostalgico tipico delle battaglie di retroguardia che tanto tornano utili al mainstream. L’impresa degli Idraulici vuole ricordare ai propri connazionali chi siamo, da dove veniamo e di cosa possiamo essere capaci. L’impresa degli Idraulici vuole risvegliare la coscienza degli Italiani che non si accontentano di continuare a sbattere dita sulla tastiera per pubblicare inutili post su Fakebook. Ieri il governo Nitti oggi il governo Conte, rappresentano gli interessi della élite finanziaria, antinazionale ed antipopolare. Mai come oggi è necessario riprendere la fiaccola che grandi uomini come D’Annunzio, Keller, Host-Venturi, Marinetti, Reina, De Ambris e tanti altri combattenti sconosciuti ma non meno coraggiosi hanno acceso il 12 Settembre 1919. Oggi come ieri ‘Ci siamo levati soli contro un mostro minaccioso e insaziabile. Ci siamo levati soli contro un mondo folle e vile. Ci siamo levati soli contro l’immenso potere costituito e munito dei ladri, degli usurai e dei falsarii. Respiriamo il nostro orgoglio’. Il coraggio, l’audacia, la ribellione, saranno elementi essenziali della nostra poesia”.

Quattro italiani in Questura

Il volantino trovato davanti a Palazzo del Governo. Foto Zeljko Jerneic

La Questura ha confermato l’episodio, precisando di aver fermato proprio davanti al Palazzo  del Governo due cittadini italiani, un 19.enne e un 20.enne, che avevano con sé una bandiera del Regno d’Italia, ma di dimensioni più piccole rispetto a quella apparsa sulla foto pubblicata dal gruppo su Twitter. La Polizia ha reso noto che i due ragazzi “sono stati sanzionati ai sensi della disposizioni della Legge sulle trasgressioni contro il disturbo alla quiete pubblica. Le indagini proseguono”, conclude la nota della Questura litoraneo-montana. Nel primo pomeriggio altri due italiani, uno di 19 e uno di 55 anni, sono stati rintracciati dalla Polizia.

Tuttavia chi si rende protagonista di queste gesta, non si rende conto che in questa città vivono, parlano, scrivono, studiano, lavorano italiani e con questi fatti, vista l’aria che tira, passare dall’identificazione di italiano uguale fascista ci vuole poco con tutti i rischi che si corrono. L’abbiamo già passato in altri tempi, non è piacevole…

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