Filippo Ganna è attualmente il numero 1 del ciclismo in Italia. Il 28enne di Verbania è da anni l’alfiere delle due ruote italiane a prescindere se corre in strada o su pista. Fino all’anno scorso era stato anche l’incontrastato numero 1 al mondo nelle corse contro il tempo fino all’esplosione di Remco Evenepoel, che gli ha negato quest’anno due gioie immense: sia ai Giochi olimpici di Parigi che al recente Mondiale su strada di Zurigo ha dovuto accontentarsi della medaglia d’argento. Quella d’oro agli iridati l’aveva vinta in precedenza, in pista si è fatto valere con l’oro nell’inseguimento a squadre. E poi sette vittorie nelle tappe di Giro e Vuelta e numero uno della corsa cronometro in Italia da 6 anni. Lo abbiamo incontrato nella mattinata di ieri, martedì 1 ottobre, circa mezz’ora prima della partenza della tappa Vodice-Signo.
La prima volta in Croazia?
Ho corso soltanto una gara da Under 23 in Istria, ma sono passati diversi anni.
Una settimana fa ha chiuso la sua esperienza al Mondiale. È riuscito ad assorbire le fatiche?
Spero di sì, ma sarà solamente la corsa a dimostrarlo. Comunque mi sento bene e vedrò di fare il meglio.
Tra due settimane ci sono i Mondiali su pista in Danimarca. Con o senza Ganna?
Senza, quest’anno li salto. Dopo questa esperienza alla Cro Race correrò ancora il Piemonte dopo di che chiudo.
Siamo dunque agli sgoccioli di questa stagione. Un bilancio?
Come squadra ci siamo messi in mostra. Non sono arrivate molte vittorie, ma siamo saliti diverse volte sul podio. A livello individuale mi ritengo pienamente soddisfatto: un argento ai Giochi olimpici di Parigi e ai Mondiali a Zurigo, dove abbiamo conquistato pure il terzo posto nella staffetta mista. È andata bene, dai.
L’anno prossimo non ci saranno i Giochi olimpici. Ci possiamo aspettare meno impegni sulla pista e più sulla strada?
Sicuramente mi dedicherò più alla strada preparando gare specifiche. Ma sicuramente mi dedicherò meno alla pista.
In Italia sono in molti che la “consigliano” di lasciare un po’ la pista e di concentrarsi di più sulla strada…
No ho ancora deciso, per ora mi va bene così. In futuro vedremo.
Lei è detentore anche del record dell’ora. Lo mette in un cassetto o possiamo aspettarci un nuovo tentativo di migliorare sé stesso?
Per adesso sta bene nel cassetto e rimarrà lì per lungo tempo. Più avanti vedremo, ma per ora non ci penso in quanto è un’esperienza molto faticante, non soltanto il tentativo stesso, ma anche tutta la preparazione specifica che ci sta a monte.
Quali sono le ambizioni dell’INEOS nella Cro Race?
Abbiamo una squadra con diversi giovani che vogliamo far crescere. Questa è una gara che può fare bene per la loro esperienza.
Le sue ambizioni per l’anno prossimo?
Come squadra dobbiamo ritornare a vincere in quanto l’INEOS è un progetto importante, che deve tornare ai vertici dov’era fino a un paio di stagioni fa. Per questo dobbiamo fare bene alla prossima Milano-Sanremo e alle classiche in Belgio.
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