
“L’italiano è tornato in Parlamento”. La notizia ci arriva direttamente da Felice Ziza, deputato della Comunità Nazionale Italiana alla Camera di Stato del Parlamento di Lubiana, che in occasione di un suo discorso in seduta plenaria di qualche giorno fa è tornato ad usare la lingua della minoranza.
“Mi ero espresso in italiano nell’aprile scorso nell’ambito della Commissione per le nazionalità e ora ho deciso di riprendere ad usarlo anche quando è riunito tutto il Parlamento. Sono molto soddisfatto di come è andata perché i deputati hanno accolto bene l’iniziativa e nemmeno nessuno da parte del pubblico ha protestato. Si tratta di una cosa identitaria, molto importante, nonché in un certo senso dell’attuazione del bilinguismo ai livelli più altri”, ci ha raccontato Ziza.
L’uso dell’italiano al Parlamento sloveno non è però una novità assoluta, si tratta semplicemente di un qualche cosa che era stato dimenticato. Come ci ha detto il deputato il suo predecessore, Roberto Battelli, usava regolarmente l’italiano fino al 1994 per poi smettere del tutto nel 1995. “Quando sono stato eletto nel 2018 Battelli mi aveva suggerito di non usare la lingua italiana in Parlamento, in quanto il suo uso generava problemi di vario genere, fra i quali quello di una difficoltà nel farsi capire, un ritardo nelle traduzioni e altro. Io lo avevo ascoltato, ma ora i tempi non sono più quelli. La Slovenia fa parte dell’Unione Europea e ci sono un buon numero di deputati che parlano benissimo l’italiano con tanti altri che lo comprendono. Per questo ho deciso di ripristinarne l’uso”, ha affermato Ziza.
Finanziamenti
Il deputato ci ha poi raccontato anche della modifica della proposta del Piano finanziario per il 2025 e delle integrazioni al Piano finanziario per il 2026, che sono state proposte ieri e che oggi verranno votate in sede di Parlamento. “Questi documenti confermano l’attuazione dell’accordo di collaborazione firmato con il governo di Robert Golob nel maggio del 2023. Il 2025 e poi anche il 2026 vedranno tutta una serie di finanziamenti, i più importati dei quali riguarderanno il settore scolastico. Fra questi spicca l’ultima parte dei lavori per il grande restauro del Collegio dei nobili, già sede del ginnasio italiano Rinaldo Carli e ora sede dell’elementare Pier Paolo Vergerio il Vecchio, che verranno conclusi nel prossimo aprile. Nei primi mesi del 2025 dovrebbero invece iniziare i lavori all’asilo di Santa Lucia, che hanno subito tutta una serie di ritardi in quanto in questa struttura le istituzioni italiana e slovena sono nello stesso edificio e richiedono pertanto un intervento finanziario congiunto da parte dello Stato e del Comune”, ci ha spiegato Ziza. Altri progetti simili a questo riguardano la ristrutturazione di alcuni spazi della scuola Dante Alighieri di Isola, nonché la pubblicazione dei bandi per la scuola elementare e l’asilo di Crevatini, ai quali dovrebbe partecipare anche il Comune di Capodistria oltre ai mezzi già stanziati dallo Stato. “In fine sono stati stanziati i fondi anche per la palestra della Scuola superiore Pietro Coppo, che verrà usata pure dalle scuole medie slovene lberghiera e Sanitaria di Isola, come pure dalla cittadinanza”, ha concluso l’onorevole.
I punti che riguardano la Comunità Nazionale Italiana sono tanti, ne citiamo ancora due di particolare importanza, quali un aumento del 40% delle risorse disponibili per il sostegno della base economica nei prossimi quattro anni, con il fondo che passa da 300.000 a 500.000 euro l’anno. Nonché tutta una serie di aumenti per le istituzioni comuni della CNI, quali Centro di Ricerche Storiche di Rovigno, Edit, Dramma Italiano e Unione Italiana di Fiume, oltre che un aumento a parte per l’AIA. Su questo ultimo soggetto Ziza ha voluto ancora aggiungere come nel 2018 quando ha assunto per la prima volta l’incarico di deputato la differenza media di stipendio fra i giornalisti dell’AIA e quelli del settore pubblico, ossia di Radio e TV Capodistria fosse del 50%. “Erano rimasti indietro di 25 anni con gli aumenti. Abbiamo assunto una persona in più e portato i finanziamenti da parte del governo da 67.000 a 130.000 euro l’anno, raddoppiando quasi la cifra. Purtroppo c’è ancora una differenza del 20% fra gli stipendi dei dipendenti dell’AIA e quelli del settore pubblico, ma stiamo lavorando per colmarla nei prossimi anni”, ha affermato il deputato della CNI.
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