
È stato un convegno molto interessante, istruttivo e ben organizzato quello tenutosi alla Facoltà di Giurisprudenza di Fiume sul tema “Riflessione artistica sul diritto: fantasy, fantascienza e pittura”, realizzato congiuntamente dalla succitata Facoltà, dall’Istituto per la Democrazia, la Giustizia sociale e lo Sviluppo sostenibile e la nostra Casa editrice Edit.
Accostamenti inaspettati
Mettendo in relazione il diritto e le varie espressioni artistiche, che a prima vista non sembrano avere alcuna affinità, i relatori hanno dato l’opportunità al pubblico presente di scoprire accostamenti mai prima pensati e argomentazioni che inquadravano determinati tematiche in maniera del tutto inaspettata. Tra il pubblico, oltre alle docenti e agli studenti del Dipartimento di Italianistica, la capodipartimento Corinna Gerbaz Giuliano e Maja Đurđulov, anche gli studenti della terza classe della Scuola media superiore italiana di Fiume assieme al loro insegnante Mladen Ban.
A salutare i presenti a nome della Facoltà di Giurisprudenza è stato il vicepreside per la collaborazione internazionale e professore straordinario Stjepan Gadžo, il quale ha ringraziato l’Istituto per la Democrazia, la Giustizia sociale e lo Sviluppo sostenibile e la Casa editrice Edit per aver organizzato l’evento, a testimonianza di un’ottima collaborazione italo-croata che va avanti da diversi anni. Facendo riferimento al tema del convegno, il docente si è detto un grande appassionato di fantascienza e fantasy.
Profonde questioni giuridiche
“I due generi letterari e cinematografici fanno spesso riferimento a delle profonde questioni giuridiche, che sono al contempo anche questioni filosofiche, o al minimo questioni morali – ha osservato –. Un degli esempi è un episodio della serie fantascientifica ‘Star trek’, in cui il capitano Jean-Luc Picard ha il compito, in un processo molto formale, di provare che il suo primo ufficiale Data, che è un androide, debba avere tutti i diritti garantiti agli esseri umani e a tutte le altre razze della Federazione galattica. In questo momento non siamo ancora giunti a questo punto, ma molto presto si dovrà discutere sulla responsabilità di alcuni atti dei robot e dell’intelligenza artificiale in diversi contesti”, ha spiegato il docente, facendo poi l’esempio del film “Terminator”, che quest’anno celebra il 40esimo anniversario, nel quale l’intelligenza artificiale ha praticamente distrutto la vita sulla Terra a causa del sistema Skynet che ha iniziato a sterminare gli esseri umani.
La previsione del delitto
“Speriamo che non arriveremo a tanto, ma oggi questo viene spesso preso in considerazione come un esempio di ciò che potrebbe succedere se la diffusione dell’IA non venisse ben regolata. “Il terzo esempio è il più rilevante e giunge da un romanzo di Philip K. Dick, che negli anni Cinquanta aveva scritto una novella intitolata ‘Minority report’, dal quale all’inizio degli anni Duemila Spielberg aveva tratto un ottimo film con Tom Cruise – ha proseguito Gadžo –. La premessa del film è che nel futuro non ci sono crimini perché tutti vengono previsti da persone con delle capacità soprannaturali, grazie alle quali i potenziali crimini vengono impediti prima che accadano, ovvero i potenziali criminali vengono catturati prima di commettere il delitto. Questo sembra assurdo, ma fatto sta che oggi l’intelligenza artificiale utilizza una serie di procedimenti per analizzare i dati e in questo modo certe questioni giuridiche di peso minore vengono automatizzate”, ha spiegato il docente, sottolineando l’importanza di questa problematica, che è fortemente dibattuta nei circoli accademici.
Collaborazione tra enti
A nome della Casa editrice Edit, ai presenti si è rivolto il caporedattore del nostro quotidiano, Ivo Vidotto, il quale ha definito un onore la partnership dell’Edit con la Facoltà di Giurisprudenza, “che non è la Facoltà che ricordo, in quanto essa ci dà molto da fare negli ultimi tempi organizzando numerosi convegni estremamente interessanti che toccano diversi segmenti della nostra vita. È così anche il presente convegno, il quale conferma anche in questa occasione l’importanza del diritto nella vita quotidiana”, ha rilevato Vidotto, auspicando nuovi interessanti progetti organizzati assieme alla Facoltà di Giurisprudenza.
A nome dell’Istituto per la Democrazia, la Giustizia sociale e lo Sviluppo sostenibile, fondato poco meno di un anno fa in seno alla Facoltà, la prof.ssa Sanja Barić ha osservato che esso si occupa di temi che interessano un po’ tutti e che sono importanti nella vita di tutti i giorni. “Finora ci siamo occupati principalmente di attività scientifiche individuali e di divulgazione scientifica, mentre questo è il primo convegno organizzato dall’Istituto”, ha rilevato la docente, ringraziando ancora una volta l’Edit per il sostegno. Sanja Barić ha infine letto la lettera inviata dall’ambasciatore d’Italia in Croazia Paolo Trichilo, impossibilitato a essere presente all’evento, il quale ha espresso il massimo apprezzamento per le numerose iniziative di alta qualità e grande interesse organizzate dalla Facoltà di Giurisprudenza di Fiume, nel segno della collaborazione tra Italia e Croazia, in quanto – ha rilevato Trichilo – esse rappresentano un valore aggiunto nel rapporto di amicizia e di approfondimento della reciproca conoscenza tra i due Paesi, ha letto la prof.ssa Barić.
Il duello ordalico
Il primo intervento è stato quello del prof. Carlo Pelloso dell’Università di Verona, il quale ha trattato il tema “Il processo come duello: da Roma a Game of Thrones”. Prendendo come spunto l’affermazione “Let’s have trial by combat!” dell’ex sindaco di New York Rudy Giuliani il 6 gennaio 2021, giorno in cui, soltanto qualche ora dopo il suo invito, una folla di sostenitori del candidato sconfitto alle presidenziali USA, Donald Trump, prese d’assalto il Campidoglio. Come spiegato da Pelloso, Giuliani aveva pronunciato una frase tratta dalla serie fantasy “Game of Thrones”, nella quale sono stati rappresentati due processi contro uno dei personaggi, Tyrion Lannister, nei quali viene invocato il diritto al duello ordalico, un istituto del diritto germanico nel quale una contesa giudiziaria veniva risolta con un duello tra i due contendenti o i loro campioni. Chi veniva ucciso nel duello era il vincitore della contesa e aveva pertanto l’appoggio di Dio. In questo contesto, il tribunale umano poteva soltanto eseguire ciò che Dio aveva già deciso.
Le sembianze di un processo
La lezione del prof. Boran Berčić del Dipartimento di Filosofia della Facoltà di Lettere e Filosofia di Fiume, ha trattato “Il diritto nella fantascienza” e si è soffermato in particolar modo sulla serie “Star trek”. Il docente si è innanzitutto chiesto cos’è che definisce un processo giudiziario, presentando esempi tratti da un episodio di “Star trek”, ma anche dai film “Il processo” di Orson Welles, basato sul celebre romanzo di Kafka, “M” di Fritz Lang, e dando come esempio anche il filmato di uno dei processi di Mosca di Stalin. In tutti questi esempi ciò che accade ha le sembianze di un processo, ma non tutte le caratteristiche.
Si è soffermato nel prosieguo sul relativismo morale, culturale e giuridico, anche qui prendendo come esempio un episodio di “Star trek”, e dimostrando come il relativismo porti a delle contraddizioni. Soffermandosi infine sul succitato film “Minority report”, ha sottolineato la contraddizione tra il fatalismo del crimine che viene “visto” dalle veggenti e il determinismo che guida la polizia nel film a impedire i crimini prima che si verifichino. Ma se un crimine non è stato commesso, come viene giustificata la punizione? Nel mondo reale, si cerca di evitare i crimini puntando sulla prevenzione dei comportamenti a rischio.
La legge e l’immagine
L’ultima lezione è stata quella di Daniela Carpi, professoressa onoraria di Letteratura inglese all’Università di Verona, la quale ha parlato di “Diritto e immagine: come l’arte influenza la ricezione della giustizia”, rilevando come la legge si impone sull’immaginario tramite l’uso di simboli dell’autorità quali la Giustizia con i piatti della bilancia, dell’aquila e del serpente. Inoltre, nella storia ci sono stati innumerevoli esempi di cancellazione delle immagini di autorità odiate al fine di annientarle. È pertanto chiaro il legame tra l’arte figurativa e il diritto, in quanto il potere si è sempre servito dell’immagine per rafforzare la sua autorità. La docente ha preso come esempio alcuni dipinti, tra cui “Il quarto stato” di Giuseppe Pellizza da Volpedo del 1901, che viene considerato un’allegoria del socialismo in Italia e si colloca sullo sfondo delle sommosse milanesi alla fine del XIX secolo. La docente si è infine soffermata sull’intelligenza artificiale e sugli androidi, nonché sulla questione dei loro potenziali diritti legali. Ha infine osservato che le immagini che illustrano gli androidi sono una problematizzazione del nuovo essere che si presenta come un nuovo anello nella catena evolutiva darwiniana.







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