Euro in Croazia: sarà un successo

La Camera di Commercio italo-croata, in collaborazione con il Gruppo Pbz-Intesa San Paolo, ha organizzato un webinar sul percorso di Zagabria verso la moneta unica

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Euro in Croazia: sarà un successo

“Transizione dalla valuta locale all’€“, è questo il titolo del webinar organizzato ieri dalla Camera di commercio italo-croata in collaborazione con il gruppo PBZ Intesa San Paolo. Durante l’incontro, al quale hanno partecipato numerosi imprenditori italiani che operano in Croazia, così come operatori del settore bancario e investitori, si è discusso di tutti i passaggi di questo importante cambiamento. Dapprima riassumendo tutti i passi essenziali che negli anni hanno avvicinato la Croazia a questa transizione, per passare poi a descrivere quelle che saranno le tappe per il futuro, con tanto di iniziative governative atte a monitorare la situazione.
Dopo gli onori di casa, fatti da Andrea Perkov, segretario generale della Camera di commercio italo-croata, il primo a parlare è stato Ilario Schettino, segretario dell’Ambasciata italiana a Zagabria, il quale è partito con il descrivere l’esperienza italiana, che lui ricorda anche personalmente. Schettino ha spiegato come il periodo sia stato caratterizzato da una forte incertezza, un po’ come sta succedendo ora in Croazia, ma che poi alla fine l’introduzione dell’euro si è rivelata una storia di successo. “All’inizio ci sono state delle fluttuazioni dei prezzi, ma poi sul lungo periodo si è trovata la stabilità, che oggi l’Unione europea garantisce. L’euro, come moneta unica, è di grande aiuto per tutti, in modo particolare in periodi particolarmente difficili come questo, con i mezzi del recovery fund che sono una garanzia, specialmente per i piccoli Stati”, ha affermato Schettino.
Il segretario ha poi spiegato alcuni aspetti tecnici che potrebbero portare a pensare come la Croazia avrà meno problemi rispetto a tanti altri Paesi nel momento della transizione. “In Croazia già ora il 50 per cento dell’attività di credito si svolge in euro. Inoltre l’80 per cento dei depositi è in valuta straniera, con l’euro che copre la maggioranza di questi mezzi. Pertanto molti sono già abituati a pensare in euro e a usare la valuta europea”, ha affermato Schettino.
Michael Faulend, vicegovernatore della Banca nazionale croata, si è concentrato in particolare su tutta quella serie di passaggi burocratici che hanno permesso di arrivare a questo punto. “L’introduzione dell’euro in Croazia dovrebbe arrivare il primo gennaio del 2023, una data molto vicina. Questo è stato reso possibile da un grande lavoro del governo, che si è portato molto avanti con le tappe e le tempistiche. Pertanto, anche se ci sono ancora molti passaggi da affrontare, possiamo essere fiduciosi che la data d’introduzione della moneta unica sarà effettivamente quella”, ha spiegato Faulend, il quale è però convinto che più che le tempistiche conta mantenere la stabilità finanziaria.
Antonio Giovanni Maria Bergalio, membro della direzione della PBZ, ha fatto innanzitutto i suoi complimenti al governo, per essere in anticipo rispetto a tutte le scadenze nonostante la pandemia, periodo nel quale è molto difficile organizzare riunioni e incontri, e il terremoto che ha colpito il Paese. Poi, dalla sua posizione di esperto del settore, ha voluto analizzare un paio di dati che dovrebbero agevolare la stabilità finanziaria, evitando possibili speculazioni, come ad esempio l’esposizione del doppio prezzo.
“L’Unione europea darà il via libero definitivo all’operazione di passaggio all’euro sei mesi prima dell’introduzione della moneta unica. Già a partire dal primo agosto del 2022, però, e poi fino al 31 dicembre del 2023, tutti i soggetti che offrono i propri servizi al pubblico avranno l’obbligo di esporre i prezzi di tutte le merci in entrambe le valute. Questo meccanismo è estremamente importante, perché funge da base per evitare che alcune aziende possano speculare in modo eccessivo”, ha spiegato Bergalio.
I listini prezzi in dual pricing, ossia con due cifre, una per ciascuna valuta, servono per fare sì che il consumatore, poco abituato alla nuova valuta, non possa venir ingannato, come pure per avere ben presente una continuità del prezzo delle merci offerte, in quanto indipendentemente dal cambio fisso, nel breve periodo alcuni prezzi potrebbero cambiare.

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