Esuli e rimasti: italiani per scelta

Il presidente dell’Università Popolare di Trieste, Emilio Fatovic, ha rimarcato la sua piena volontà di collaborare con l’Unione Italiana nella realizzazione degli impegni a favore della Comunità Nazionale Italiana nel rispetto reciproco dei ruoli e in un rapporto corretto

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Esuli e rimasti: italiani per scelta

“Dobbiamo essere fieri di essere italiani qui, oggi, appartenenti a una Comunità che deve essere orgogliosa di quanto ha fatto e fa per mantenere viva la nostra lingua, cultura, identità, qui a casa nostra – ha esordito Maurizio Tremul nel suo discorso all’ultima seduta ordinaria dell’Assemblea dell’Unione Italiana, tenutasi a Buie giovedì sera. Ricordando le scelte fatte sia da quanti decisero di restare che da coloro che lasciarono la loro terra d’origine, il presidente dell’UI ha voluto però sottolineare che “senza noi tutto ciò che oggi ruota attorno alla Comunità Nazionale Italiana, non esisterebbe. È l’UI il solo soggetto che, pur nella sua imperfezione, considera la nostra realtà come un unicum, un territorio unitario”. Più che giustificata, quindi, la sua volontà di affermare soggettività e autonomia, di rafforzare il proprio ruolo politico per operare con ancora maggiore impegno in favore e a difesa della CNI e dei suoi diritti.
Soffermandosi sullo scorso 13 luglio – che ha definito “una giornata storica anche per la nostra Comunità” e di “altissimo significato sul percorso della pacificazione e dell’amicizia tra i nostri popoli” –, Tremul ha rilevato che negli incontri con i Presidenti Sergio Mattarella e Borut Pahor, l’UI ha sollecitato Lubiana ad attuare con completezza il bilinguismo e i diritti della CNI, mentre a Roma ha chiesto l’approvazione della legge d’interesse permanente per la nostra Comunità, l’applicazione della Legge di tutela globale degli sloveni dell’FVG e la rappresentanza slovena al Parlamento italiano, e ha auspicato l’accoglimento delle istanze della Federazione delle Associazioni degli esuli istriani, fiumani e dalmati sul risarcimento e il riconoscimento del dramma sofferto.
Le sue parole hanno incontrato l’approvazione, oltre che dei consiglieri UI, anche del nuovo presidente dell’Università Popolare di Trieste, Emilio Fatovic. Quest’ultimo, si è dichiarato onorato ed emozionato della sua presenza tra i consiglieri dell’UI, tra i rimasti. “Come ha detto bene il presidente Tremul, entrambi, in termini diversi, abbiamo provato, il sale amaro della crisi – ha detto –. Io sono stato fortunato, perché lo Stato italiano mi ha permesso di crescere, studiare, di arrivare alle vette più alte e anche di essere rappresentante all’interno del Comitato economico e sociale europeo” e ora designato dallo stesso Ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale – lui esule e italiano per scelta, “come voi” – nel Consiglio d’amministrazione dell’UPT, per la prima volta nella storia al posto di un Ambasciatore.
Fatovic ha rimarcato la sua piena volontà di collaborare con l’UI nella realizzazione degli impegni a favore della CNI, nel rispetto reciproco dei ruoli e in un rapporto corretto. “Mai entrerò nelle prerogative dell’UI”, ha precisato successivamente ai giornalisti (anche a seguito di un momento d’imbarazzo creato nella delegazione triestina da un intervento del consigliere polese Valmer Cusma, forse frainteso, proprio sulle future relazioni UI-UPT). Fatovic spiegato che quanto avvenuto all’ente morale triestino è stato male interpretato dai mass media, che non c’è stato alcun dissesto, ma che il problema che si è verificato – e che è stato chiuso, ora che la gestione commissariale si è conclusa – era solo un fatto di imputazione di capitoli.
Sempre a Buie, Tremul ha annunciato che a settembre indirà le elezioni suppletive per quanto riguarda i seggi rimasti vacanti, nella fattispecie quello di Zara e di Bertocchi, poiché il consigliere Roberto Battelli ha rassegnato le proprie dimissioni.

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