Estate di mille incertezze: più disdette che prenotazioni

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Estate di mille incertezze: più disdette che prenotazioni

“Cancellation”: in molti questa primavera hanno ricevuto questo messaggio dai turisti e dalle agenzie di viaggio straniere. Una parola che è legata alle prenotazioni e alle disdette e che rispecchia l’insicurezza determinata dal coronavirus. Purtroppo la prestagione è saltata e con essa le tradizionali manifestazioni primaverili.
Pasqua e Pasquetta? Un fuoco di paglia. Cifre che non possono nemmeno essere considerate. Dunque il problema c’è, nonostante le tante speranze di una ripresa a breve termine del turismo. Gli esperti del settore dicono che tutta la partita si giocherà all’ultimo minuto e questo implica una stagione turistica molto breve, limitata a luglio e agosto, forse settembre.
Intanto l’Ufficio delle imposte ha già inviato agli affittacamere privati le bollette delle tasse, suddivise in 4 rate di cui la prima per il primo trimestre, da saldare entro il 31 marzo, la seconda entro la fine di giugno e via si seguito. Nulla invece per quanto riguarda il pagamento della tassa di soggiorno, da pagare in 3 rate durante i mesi estivi.
Lo scorso anno la seconda rata delle tasse era stata condonata, su richiesta degli affittacamere privati, per cui al posto di 4 rate, ne erano state pagate 3. Sempre lo scorso anno erano stati dimezzati gli importi della tassa di soggiorno e azzerato il pagamento per il letto aggiuntivo o ausiliario.

In attesa di disposizioni ministeriali

​Per quest’anno tutto è ancora incerto e molti hanno preferito “cancellare” i letti aggiuntivi. Perché pagare se sono vuoti? L’Associazione umaghese di categoria, che raggruppa centinaia di affittacamere privati, ha già scritto al Ministero del Turismo, per spiegare i disagi e le paure legate alla stagione turistica e ora è in attesa di una risposta. La lettera è stata firmata dalla presidente dell’Associazione in parola, Dragica Lukin. Ci si aspetta che il Ministero dimostri la stessa sensibilità dell’anno scorso, ossia che anche quest’anno ci sia una riduzione sia delle imposte che della tassa di soggiorno e della quota obbligatoria, che va pagata all’Ente turistico. Nel concreto, si vorrebbe che la tassa di soggiorno sia ridotta da 350 kune a 175 per letto e che l’imponibile della Pro loco scenda da 45 kune a 22,50 per letto.
L’imposta invece è di competenza della Città, cioè delle autonomie locali. Ogni letto viene tassato con 300 kune. A meno che il Consiglio municipale (che considerate le elezioni di maggio non potrà esprimersi sull’argomento entro l’estate prossima), non decida di condonare almeno una rata, come lo scorso anno. Il problema è che a conti fatti ogni letto viene a costare a chi lo affitta non meno di 100 euro, per cui è facile fare i conti.
Ma c’è anche un’altra cosa da considerare, e cioè che la preparazione della stagione costa parecchio: bisogna riverniciare gli appartamenti, acquistare sempre qualcosa, come per esempio materassi o elettrodomestici e pagare le bollette.
Il Ministero del Turismo ha fatto sapere che prossimamente saranno vaccinati gli operatori turistici e coloro che affittano le proprie case, una misura precauzionale per dare maggiore sicurezza alla gente e ai turisti. Ma anche questo è ancora tutto da vedere.

Quello che preoccupa veramente sono le disdette: in Germania, Italia, Austria, Olanda, Repubblica ceca, Slovacchia, Polonia e altri Paesi la situazione epidemiologica non è delle migliori. Inoltre, chi viaggia deve sottoporti al test, cosa che, se da una parte può aiutare a pianificare le ferie, dall’altra ricorda che il problema della pandemia c’è. Bisogna inoltre considerare i problemi di natura economica che da un anno a questa parte si sono moltiplicati un po’ in tutta Europa. Si parla tanto delle ville con piscina, che potrebbero andare molto bene in quanto unità autonome, ma sinceramente, se mancherà il grande turismo, che per Umago significa almeno 30-40mila turisti, quello che riempie ristoranti, piazze, rivendite, supermercati, cantine, mercati, ecc. mancheranno anche i guadagni che salverebbero agricoltori, pescatori, olivicoltori, ristoratori e tutti coloro che fanno parte del microcosmo agroalimentare legato al turismo.

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