Emergenza nei campi croati: caldo e siccità mettono in ginocchio la produzione agricola

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Emergenza nei campi croati: caldo e siccità mettono in ginocchio la produzione agricola
Foto: Damir Spehar/PIXSELL

La Camera agricola croata (HPK) ha lanciato un allarme serio: le temperature estreme e l’assenza di piogge stanno colpendo duramente la produzione agricola nazionale. Di fronte a una situazione ormai critica, l’HPK ha chiesto un incontro urgente con il Ministero dell’Agricoltura per discutere misure concrete che possano garantire la continuità dell’approvvigionamento del mercato interno con prodotti agricoli croati.

Il Comitato per ortaggi e patate della HPK si è riunito per analizzare la situazione. Al centro della discussione, gli effetti devastanti del caldo prolungato, la difficoltà di reperire manodopera, i prezzi di acquisto troppo bassi, la necessità di migliorare l’organizzazione dei terreni e l’urgenza di aumentare le sovvenzioni per le colture agricole.

Nel comunicato ufficiale diffuso oggi, mercoledì 25 giugno, la Camera avverte che, senza interventi immediati, molti agricoltori saranno costretti ad abbandonare la produzione. In questo momento, gli operatori del settore agricolo stanno letteralmente vedendo i propri campi inaridirsi sotto il sole, senza piogge da settimane. I danni, secondo la HPK, sono già evidenti.

Toni Grossi, presidente del Comitato, ha dichiarato che le alte temperature, senza precipitazioni significative, stanno avendo un impatto diretto e devastante sulla produzione agricola, con danni già allarmanti. Particolarmente colpite risultano le colture di patate, angurie e meloni, molto sensibili alla siccità.

Oltre alla crisi climatica, la HPK ha sottolineato anche un problema amministrativo che complica ulteriormente il lavoro degli agricoltori: molti appezzamenti non risultano registrati nel sistema ARKOD, impedendo così la tracciabilità nell’uso dei pesticidi e compromettendo l’accesso ai sussidi.

Il nodo forza lavoro

Gravi anche i problemi legati alla forza lavoro. Sebbene alcuni lavoratori stranieri siano presenti nei campi, i loro costi elevati e la scarsa stabilità rendono difficile mantenere continuità nella produzione. La HPK propone modifiche alla legge sul lavoro che consentano una maggiore flessibilità e l’impiego stagionale, più adatto alle esigenze del settore.

Tra le richieste rivolte al Ministero, figura anche la possibilità di costruire serre su terreni agricoli – attualmente soggetta a vincoli – e l’urgente necessità di introdurre sistemi di irrigazione efficienti. Senza questi strumenti, spiegano dalla Camera, l’agricoltura croata non potrà più sopravvivere ai cambiamenti climatici sempre più estremi.

Servono anche varietà più resistenti al clima, un miglioramento della rete commerciale e una politica di sostegno più decisa per proteggere la produzione nazionale. Le attuali condizioni di mercato, segnate da prezzi d’acquisto troppo bassi e costi crescenti per il lavoro e il trasporto, rendono insostenibile il lavoro nei campi.

La HPK conclude con un appello chiaro alle istituzioni: servono misure immediate, ma anche strategie di lungo periodo. Il futuro della produzione agricola croata dipende da infrastrutture moderne, supporto economico stabile, varietà resistenti e condizioni di lavoro sostenibili. Senza un cambio di passo deciso, intere famiglie di agricoltori rischiano di dover abbandonare un’attività che, per molte comunità rurali, rappresenta ancora oggi una fonte di reddito e identità.

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