Ecco la riforma fiscale: tassa immobili dallo 0,6 agli 8 euro

Il vicepremier e ministro delle Finanze, Marko Primorac, ha presentato oggi, lunedì 23 settembre, la nuova tornata della riforma fiscale,

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Ecco la riforma fiscale: tassa immobili dallo 0,6 agli 8 euro

Il vicepremier e ministro delle Finanze, Marko Primorac, ha presentato oggi, lunedì 23 settembre, al Consiglio economico sociale (GSV) la nuova tornata della riforma fiscale, caratterizzata all’avvento dell’imposta sugli immobili. Il miglioramento del sistema di tassazione immobiliare è secondo Primorac la parte più importante di questa riforma fiscale. L’imposta sarà determinata in base alla situazione esistente il 31 marzo. Si controllerà se la persona che in quel giorno sarà proprietaria dell’immobile lo ha affittato l’immobile a lungo termine o se vive in esso. Se l’alloggio è in affitto a breve termine o vuoto, si pagherà l’imposta, ha sottolineato Primorac. Se ci sarà qualche cambiamento di proprietà dopo aver pagato l’imposta immobiliare, non si avrà diritto al rimborso di una parte della tassa, ha puntualizzato il ministro. Chi ha acquistato l’immobile quest’anno non avrà obblighi, ma pagherà l’imposta l’anno prossimo, ha spiegato.

Situazione al 31 marzo

Il ministro ha sottolineato che il contribuente deve presentare tutte le modifiche entro il 31 marzo all’autorità fiscale. Se i dati non verranno forniti, saranno previste multe da 1.000 a 6.000 euro, ha sottolineato. L’importo dell’imposta immobiliare dipenderà dalle decisioni delle unità dell’autogoverno locale. “Lo Stato prescriverà un intervallo compreso tra 0,6 e 8 euro al metro quadrato e le unità dell’autogoverno locale potranno decidere quanto addebitare all’interno di tale intervallo. Se il Comune o la Città non prenderà una decisione, verrà applicato l’importo dell’imposta sulle case per le vacanze per il 2024, ha spiegato il ministro, sottolineando che questa è la soluzione più semplice e di più facile attuazione.

“Se le autonomie locali non hanno introdotto questa tassa nel 2024, allora verrà applicato l’importo di 0,6 euro al metro quadrato”, ha detto il ministro, aggiungendo che è possibile anche la zonizzazione, cioè un carico fiscale diverso a seconda della zona in cui si trova un determinato immobile. “La zonizzazione imporrà un onere maggiore sugli immobili di maggior valore situati in località più attraenti”, ha affermato.

Il ministro delle Finanze ha dichiarato ancora che la tassa sarà introdotta il 1° gennaio 2025. “Eccezionalmente per l’anno 2025, le unità locali potranno prendere una decisione entro la fine di febbraio 2025. Dopo il primo anno, le decisioni per l’anno successivo dovranno essere prese entro il 15 dicembre dell’anno in corso. Ci sarà un periodo transitorio per conformarsi alla procedura.

“Gli investimenti immobiliari hanno dato i loro frutti a tal punto che il mercato immobiliare ha iniziato a muoversi in una direzione indesiderata. Si è iniziato ad acquistare immobili con l’obiettivo di investire il denaro, per ragioni speculative, invece di investire prevalentemente con l’obiettivo di risolvere la questione abitativa. Ciò ha provocato un aumento della domanda di immobili e quindi un aumento del prezzo delle case, che oggi è così alto che le giovani famiglie non riescono a risolvere il loro problema abitativo”, ha spiegato il ministro. “Tutto ciò ha portato al fatto che abbiamo più di 600.000 immobili vuoti, di cui più di 200.000 utilizzati solo per affitti a breve termine”, ha affermato, aggiungendo che l’obiettivo di questa riforma è ridurre gli squilibri nel mercato immobiliare.
Pagheranno pure gli stranieri

“Sappiamo che l’introduzione dell’imposta sugli immobili non potrà dall’oggi al domani far scendere drasticamente i prezzi degli immobili, non sarebbe nemmeno auspicabile, ma sicuramente manderà un messaggio chiaro”, ha sottolineato il vicepremier. Ha aggiunto che un ulteriore aumento del costo del mattone è avvenuto a causa degli acquisti effettuati dai cittadini stranieri. “Ci auguriamo di creare in questo modo le condizioni per lo sviluppo di una politica di gestione immobiliare stabile e prevedibile. Incoraggeremo la firma di contratti di locazione a lungo termine”, ha affermato ancora Primorac. Ha puntualizzato che si sta cercando di incoraggiare le unità locali a spostare il focus della tassazione dal lavoro alla proprietà. “Prima di tutto a finire nel mirino saranno edifici residenziali. Gli immobili utilizzati per l’agricoltura e la produzione saranno esenti da tassazione. Il contribuente sarà qualsiasi persona fisica e giuridica, nazionale ed estera, proprietaria o utilizzatrice di beni immobili. L’imposta verrà pagata dal giorno dell’effettivo utilizzo. Affinché qualcuno possa essere esentato dal pagamento, è necessario che l’alloggio sia in locazione a lungo termine per almeno 10 mesi all’anno. La tassa non verrà pagata per le proprietà che, a causa della dichiarazione di calamità naturale, non sono adatte ad essere abitate, ha sottolineato. Anche le persone giuridiche saranno tenute a pagare questa imposta.

Primorac ha aggiunto che la tassa non sarà pagata per gli edifici di uso pubblico e su quelli destinati ad ospitare gli anziani e i centri studenteschi. Il ministro ha detto pure che è previsto che le unità dell’autogoverno locale decidano di esentare dal pagamento della tassa i cittadini socialmente vulnerabili: “È necessario prescrivere criteri chiari, trasparenti e completi per l’esenzione dei gruppi socialmente vulnerabili. Se una persona non ha un reddito che gli consenta di pagare questa tassa, non è il nostro obiettivo costringere qualcuno a vendere i suoi beni immobili per piccole somme”.

Stato e autonomie locali

“L’imposta immobiliare dovrebbe diventare un’entrata congiunta dello Stato e delle autonomie locali, in modo che l’80 p.c. delle entrate vada alle autonomie locali e il 20 p.c. al bilancio statale. È importante sottolineare che abbiamo deciso questa distribuzione non perché non ci siano soldi nel bilancio o perché i buchi di bilancio debbano essere ripianati, ma perché crediamo che l’aumento di fatto della decentralizzazione fiscale porterà a una distribuzione ineguale delle capacità fiscali. Per questo motivo abbiamo deciso, per alleviare le disuguaglianze tra le autonomie locali, di destinare il 20 per cento di queste entrate al bilancio statale, a partire dal quale verrà effettuata la perequazione fiscale”, ha spiegato Primorac, aggiungendo che questi soldi finiranno di nuovo nei bilanci delle unità di autogoverno locale, ma ci sarà una ridistribuzione verso coloro che non avranno un aumento significativo della capacità fiscale.
Case per le vacanze

Per quanto concerne l’imposta sulle case per le vacanze, il vicepremier ha evidenziato che “era necessario trasformare questa tassa in una tassa immobiliare”. Egli ha sottolineato di essere sicuro che queste iniziative porteranno ad un ulteriore alleggerimento fiscale sul lavoro a scapito delle proprietà e degli immobili. “Ora tutte le unità locali avranno un’imposta immobiliare, perché l’imposta sulle case per le vacanza non era obbligatorio”, ha detto.

Balzello sugli affitti brevi

Per quanto riguarda l’affitto turistico a breve termine, sarà determinato in base all’indice di sviluppo turistico delle varie località e ammonterà tra 150 e 300 euro per le aree più sviluppate, per quelle del secondo gruppo da 100 a 200, per il terzo da 30 a 150, mentre nelle zone turistiche meno sviluppate varierà da 20 a 100 euro a letto.

Primorac ha anche annunciato l’innalzamento della soglia per l’ingresso nel sistema PDV (IVA) da 40.000 a 50.000 euro, che ridurrà di 7.500 il numero di contribuenti che devono essere nel sistema IVA. Per quanto riguarda l’imposta sul reddito, il ministro ha annunciato un aumento della detrazione personale di base per familiari a carico e invalidità da 560 a 600 euro. Verrà inoltre ridotto l’importo massimo delle aliquote fiscali più basse e più alte dell’imposta sul reddito. Pertanto, dal primo gennaio 2025, i Comuni potranno fissare l’aliquota più bassa tra il 15 e il 20% e l’aliquota più alta tra il 25 e il 30%. Per le Città la tassa sarà compresa tra il 15 e il 21% per l’aliquota più bassa e tra il 25 e il 31% per quella più alta, mentre per le grandi città e i capoluoghi di Regione, l’aliquota più bassa sarà compresa tra il 15 e il 22% e l’aliquota più alta tra il 25 e il 32%. Per la Città di Zagabria gli intervalli proposti vanno dal 15 al 23% per l’aliquota più bassa e dal 25 al 33% per quella più alta.

Avanti con gli sgravi

“Dal 2016 ad oggi abbiamo costantemente avuto l’ambizione di effettuare sgravi fiscali e attraverso una serie di iniziative siamo riusciti a sgravare l’economia, le famiglie, i cittadini e le imprese per un totale di 2 miliardi di euro su base annua. Ciò significa che, senza sgravi, il carico fiscale complessivo sarebbe stato di due miliardi di euro più alto”, ha spiegato inizialmente il ministro. Ha sottolineato inoltre come sia stato possibile dare sollievo pure ai cittadini che non pagavano l’imposta sul reddito e che non avrebbero avuto alcun beneficio da un ulteriore aumento della detrazione personale. Questi cambiamenti vanno nella direzione di aumentare l’equità del sistema fiscale, ha detto Primorac. Il ministro ha parlato anche delle difficoltà attuale che vanno dalla forte crescita dei prezzi degli immobili e degli affitti dovuta alla bassa tassazione, alla penuria di forza lavoro: “Gli obiettivi che stiamo cercando di raggiungere sono il miglioramento del sistema di tassazione immobiliare, la modifica dell’importo del carico fiscale sui redditi derivanti da affitti a breve termine, l’attuazione di ulteriori sgravi sugli stipendi e l’incoraggiamento del ritorno dei cittadini croati all’estero per favorire la ripresa demografica”. Si vuole prestare inoltre attenzione alle esigenze del mercato del lavoro, standardizzare il livello dei contributi dell’assicurazione sanitaria per tutte le parti interessate sul mercato del lavoro, digitalizzare e alleggerire ulteriormente il sistema fiscale e rafforzare la disciplina fiscale, ha affermato Primorac. Ha aggiunto che proporrà modifiche a sei leggi per raggiungere questi obiettivi.

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